Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco approvato per l'uomo riporta in vita ricordi 'persi' nei topi

Gli studenti a volte tirano notte per prepararsi per un esame, ma la ricerca ha dimostrato che la privazione del sonno è negativa per la memoria. Ora uno studio ha scoperto che ciò che impari mentre sei privato del sonno non è necessariamente perso, è solo difficile da ricordare. I ricercatori hanno trovato un modo per rendere accessibile di nuovo questa 'conoscenza nascosta' dopo aver studiato in stato di privazione del sonno, usando approcci optogenetici e il farmaco roflumilast per l'asma, già approvato per l'uomo.

Mouse hippocampus with reurons encoding an event in red and others in blueIngrandimento di una parte dell'ippocampo di topo con in rosso una popolazione sparsa di neuroni che codifica un evento di apprendimento specifico. I neuroni che non sono attivati dall'evento sono in blu. (Fonte: Haskes Lab)

Robbert Havekes, professore associato di neuroscienze della memoria e del sonno all'Università di Groningen (Olanda) e il suo team hanno ampiamente studiato come la privazione del sonno influisce sui processi di memoria.

"In precedenza ci siamo concentrati sulla ricerca dei modi per supportare i processi di memoria durante un episodio di privazione del sonno", afferma Havekes.


Tuttavia, in quest'ultimo studio pubblicato il 27 dicembre su Current Biology, il suo team ha esaminato se l'amnesia a seguito della privazione del sonno era il risultato diretto della perdita di informazioni o semplicemente causata da difficoltà a recuperare informazioni.

"La privazione del sonno mina i processi di memoria, ma ogni studente sa che una risposta che gli è sfuggita durante l'esame potrebbe apparire qualche ora dopo. In tal caso, le informazioni erano realmente memorizzate nel cervello, ma difficili da recuperare".


Per rispondere a questa domanda, Havekes e il suo team hanno usato un approccio optogenetico: con tecniche genetiche, hanno causato selettivamente la produzione di una proteina sensibile alla luce (channelrhodopsin) nei neuroni che si attivano durante un'esperienza di apprendimento. Ciò ha reso possibile ricordare un'esperienza specifica applicando la luce su queste cellule:

"Nei nostri studi sulla privazione del sonno, abbiamo applicato questo approccio ai neuroni nell'ippocampo, l'area nel cervello in cui sono archiviate informazioni spaziali e conoscenze fattuali", afferma Havekes.


Inizialmente, ai topi geneticamente modificati è stato assegnato un compito di apprendimento spaziale per cui dovevano imparare la posizione dei singoli oggetti, un processo che si basa fortemente sui neuroni nell'ippocampo. I topi dovevano poi eseguire lo stesso compito giorni dopo, ma questa volta con un oggetto messo in una posizione nuova. I topi che erano stati privati del sonno per alcune ore prima della sessione iniziale non sono riusciti a rilevare questo cambiamento spaziale, il che suggerisce che non ricordavano le posizioni degli oggetti originali.


"Tuttavia, quando li abbiamo reintrodotti al compito dopo aver riattivato con la luce i neuroni dell'ippocampo che inizialmente avevano immagazzinato queste informazioni, ricordavano con successo le posizioni originali", afferma Havekes. "Ciò dimostra che le informazioni sono state archiviate nell'ippocampo durante la privazione del sonno, ma non è stato possibile recuperarle senza la stimolazione".


Il percorso molecolare aperto durante la riattivazione è puntato anche dal farmaco roflumilast, usato da pazienti con asma o BPCO. Secondo Havekes:

"Quando, poco prima del secondo test, abbiamo dato roflumilast ai topi che erano stati addestrati mentre erano privati del sonno, essi hanno ricordato, esattamente come è successo con la stimolazione diretta dei neuroni".


Poiché il roflumilast è già clinicamente approvato per l'uso nell'uomo ed è noto per entrare nel cervello, questi risultati aprono percorsi per verificare se può essere applicato per ripristinare l'accesso ai ricordi 'persi' negli umani. Havekes afferma:

"La scoperta che nel cervello sono presenti più informazioni di quanto credevamo e che questi ricordi 'nascosti' possono essere resi di nuovo accessibili - almeno nei topi - apre una serie di possibilità entusiasmanti.

"Potrebbe essere possibile stimolare con roflumilast l'accessibilità della memoria nelle persone con problemi di memoria indotti dall'età o dall'Alzheimer iniziale. E forse potremmo riattivare ricordi specifici per renderli di nuovo permanentemente recuperabili, come abbiamo fatto con successo nei topi".


Se i neuroni di un soggetto sono stimolati con il farmaco mentre prova a 'rivivere' un ricordo o a rivedere informazioni per un esame, queste informazioni potrebbero essere riconsolidate più saldamente nel cervello. "Per ora, sono solo ipotesi ovviamente, ma il tempo lo dirà".


Al momento, Havekes non è coinvolto direttamente in tali studi sull'uomo:

"Il mio interesse è svelare i meccanismi molecolari che sono alla base di tutti questi processi", spiega. "Cosa rende i ricordi accessibili o inaccessibili? In che modo il roflumilast ripristina l'accesso a questi ricordi 'nascosti'? Come sempre con la scienza, quando affronti una domanda ne ricevi molte di nuove gratuitamente".

 

 

 


Fonte: University of Groningen (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: YG Bolsius, ...[+8], R Havekes. Recovering object-location memories after sleep deprivation-induced amnesia. Current Biology, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Paesi asiatici assistono gli anziani in modo diverso: ecco cosa possiamo impar…

28.10.2020 | Esperienze & Opinioni

A differenza dei paesi occidentali, le culture tradizionali asiatiche mettono un forte a...

Un nuovo modello per l'Alzheimer: fenotipi di minaccia, stati di difesa e…

23.04.2021 | Esperienze & Opinioni

Che dire se avessimo concettualizzato erroneamente, o almeno in modo incompleto, il morb...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)