Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perdita di odorato da Covid-19 potrebbe creare una futura 'ondata' di demenza?

Il danno al bulbo olfattivo può avere un effetto duraturo sulla funzione cognitiva nei 'portatori a lungo di odorato'.

Head Olfactory Nerve Labeled Patrick J Lynch Wikipedia

Una revisione degli studi sull'effetto del virus della SARS-CoV-2 (che causa il Covid-19) sul sistema olfattivo suscita domande sul fatto che la perdita di odore associata all'infezione da Covid-19 possa aumentare il rischio di sviluppare la demenza più avanti nella vita. La revisione è pubblicata sul Journal of NeuroPhysiology (JNP).


La perdita di odore (anosmia) è uno dei sintomi caratteristici associati alla prima ondata di Covid-19 nel 2020; si stima che il 77-85% delle persone infette dal virus abbia avuto perdita o alterazione dell'olfatto (parosmia). Sebbene la maggior parte delle persone si riprenda rapidamente da questa disfunzione, circa 15 milioni di persone in tutto il mondo sono considerate smell long haulers (trasportatori a lungo di [danni all']odorato) dopo essersi ripresi per altri versi dal Covid-19. Sperimentano anosmia o parosmia persistenti.


Studi hanno dimostrato che l'epitelio sensoriale olfattivo, localizzato nell'area superiore del naso, vicino a dove il nervo olfattivo entra nel bulbo olfattivo nel cervello, porta un elevato carico virale nelle persone infette da SARS-Cov-2. Il bulbo olfattivo è la struttura nel cervello che gestisce il senso dell'olfatto e invia informazioni sensoriali ad altre aree del cervello per essere elaborate; aree coinvolte nell'apprendimento, nella memoria e nelle emozioni.


“Tutto ciò significa che il bulbo olfattivo è coinvolto in molte funzioni oltre all'odorato. È coinvolto nel senso di posizione, nella memoria, nel contesto, nelle emozioni, nella ricompensa e in molti altri processi"
, ha affermato Leslie Kay PhD, del Dipartimento di Psicologia dell'Università di Chicago, autore della revisione.


A causa della vicinanza dell'epitelio sensoriale olfattivo al bulbo olfattivo, l'infezione da Covid-19 potrebbe influire sulla funzione cognitiva anche dopo il recupero. Una correlazione tra senso interrotto di odorato e demenza è stata trovata anche in alcune persone con condizioni neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson. Studi sugli animali hanno dimostrato che il danno al bulbo provoca ansia e uno stato simile alla depressione.


Anche le pandemie precedenti danno supporto alla teoria secondo cui "l'invasione virale del sistema nervoso centrale può essere un fattore scatenante della neurodegenerazione con conseguente successivo deficit neurologico", ha scritto Kay. La pandemia di influenza spagnola del 1918 portò a un'ondata di persone che svilupparono il Parkinson e dati dalla Danimarca hanno certificato che le persone che hanno avuto l'influenza avevano un rischio più elevato del 70% di sviluppare il Parkinson un decennio dopo.


La revisione contiene evidenze che suggeriscono che l'infiammazione introdotta al nervo olfattivo e il danno al bulbo olfattivo tramite l'infezione da Covid-19 e la risposta immunitaria possono causare anche la degenerazione delle strutture cerebrali collegate al sistema olfattivo e alla compromissione cognitiva.


Ulteriori ricerche sono necessarie e possibili grazie ai progressi tecnologici disponibili agli scienziati durante l'attuale pandemia, ha affermato Kay. "Pur essendo una catastrofe su molti livelli, la pandemia di Covid-19 offre l'opportunità di migliorare la salute umana".

 

 

 


Fonte: American Physiological Society (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: LM Kay. COVID-19 and olfactory dysfunction: a looming wave of dementia? Journal of Neurophysiology, 27 Jul 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.