Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuove evidenze di un meccanismo chiave dell'Alzheimer

Uno studio innovativo, che ha coinvolto cellule cerebrali umane coltivate nei topi, fornisce informazioni che potrebbero portare a una potenziale terapia.

mouse hippocampus nearly completely populated by implanted human stem cell derived microgliaA sinistra l'ippocampo di topo quasi completamente popolato da microglia derivate da cellule staminali umane impiantate. A destra l'ingrandimento di una di queste microglia.

Scienziati della Rutgers University (New Jersey) hanno trovato prove ben definite di come le proteine ​​distruttive legate al morbo di Alzheimer (MA) attaccano le cellule cerebrali umane e distruggono il tessuto circostante.


In uno dei primi studi del suo genere ad esaminare cellule cerebrali umane coltivate in un cervello di topo, i ricercatori hanno identificato un meccanismo fondamentale che potrebbe essere un potenziale bersaglio terapeutico per una malattia che affligge milioni di persone e non ha alcuna cura nota.


Nello studio pubblicato su Cell Stem Cell, i ricercatori hanno descritto esperimenti su cellule immunitarie cerebrali umane iniettate nel cervello di topi appositamente allevati per essere immunodeficienti, creando quella che hanno chiamato chimera umano-topo.


Hanno dettagliato ciò che è accaduto alle cellule cerebrali immunitarie specializzate chiamate microglia dopo che sono state esposte alle proteine ​​tau, le sostanze distruttive ritenute coinvolte nel MA e in altre gravi malattie del cervello umano.


"In questo studio, abbiamo usato il nostro modello cerebrale di topo chimerico sviluppato di recente, in cui sono iniettate e lasciate crescere, sviluppare e maturare cellule umane con funzioni appropriate in un cervello di topo vivo"
, ha affermato Peng Jiang, professore associato nel Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze alla Rutgers. "Ciò ha offerto un'opportunità senza precedenti per studiare il ruolo delle microglia umane nel cervello, nonché la compromissione cognitiva osservata nel MA e nella sindrome di Down, un disturbo genetico con un alto rischio di sviluppo del MA".


Studiando il processo nel cervello della chimera umano-topo, gli scienziati sono riusciti ad assistere e ad analizzare, attraverso campioni estratti in diverse fasi, un attacco alle cellule del cervello che finora era in gran parte sfuggito.


Nelle autopsie, gli scienziati sono stati in grado di studiare il cervello delle persone che sono morte per MA e hanno visto residui di proteine ​​tau, cambiamenti cellulari e altri possibili fattori causali. Il cervello della chimera umano-topo ha permesso al team della Rutgers di estrarre e vedere le cellule umane nel processo di deterioramento effettivo.


I topi nello studio sono stati appositamente allevati per essere immunodeficienti in modo da poter ricevere cellule umane impiantate senza respingerle a causa delle normali difese immunitarie. I topi immunodeficienti hanno avuto iniezioni di cellule microgliali umane e, in seguito, di proteine ​​tau, che sono legate allo sviluppo della malattia cerebrale.


"Poiché le cellule microgliali sono uno dei primi soccorritori cellulari quando qualcosa va storto nel cervello, riteniamo che i cambiamenti che abbiamo visto siano significativi", ha affermato Mengmeng Jin, ricercatrice post-dottorato nel Dipartimento di Biologia Cellulare e Neuroscienze della Rutgers e prima autrice dello studio.


Un'analisi genetica ha anche mostrato i geni coinvolti nella segnalazione dell'interferone durante l'attacco, indicando un'area importante che terapie future possono puntare.

 

 

 


Fonte: Kitta MacPherson in Rutgers University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Mengmeng Jin, ...[+14], Peng Jiang. Type-I-interferon signaling drives microglial dysfunction and senescence in human iPSC models of Down syndrome and Alzheimer’s disease. Cell Stem Cell, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

IFITM3: la proteina all'origine della formazione di placche nell'Alz…

4.09.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dall'accumulo...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.