Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio mostra che la terapia ormonale non è legata all'aumento del rischio di demenza

Nuove ricerche, guidate da esperti dell'Università di Nottingham, dimostrano che la terapia ormonale in menopausa (MHT, menopausal hormone therapy), o terapia ormonale sostitutiva, non è collegata ad un aumento del rischio di sviluppare la demenza.

Lo studio, che è stato guidato dalla dott.ssa Yana Vinogradova della Facoltà di Medicina dell'Università e pubblicato sul BMJ, fornisce le stime di rischio più complete e affidabili ottenute finora, e le scoperte dovrebbero rassicurare le donne che necessitano di MHT.


Il grande studio britannico, basato su cartelle cliniche di molti anni di donne che rappresentano la popolazione generale, ha dimostrato che questo è vero indipendentemente dal tipo dell'ormone, dalla dose o dalla durata del suo uso.


Solo nel sottogruppo delle donne con diagnosi specifica di morbo di Alzheimer (MA) è stata trovata una piccola associazione con un aumento del rischio nell'uso di trattamenti estrogeno-progestinici, ma questo era misurabile solo dopo l'uso a lungo termine di cinque anni o più.


La MHT allevia i sintomi come le vampate di calore, i disturbi del sonno, gli sbalzi d'umore, le perdite di memoria e la depressione, sperimentate da molte donne durante la menopausa. Alcuni sintomi sono simili ai primi segnali di sviluppo della demenza e i risultati di studi in laboratorio e di piccoli esperimenti hanno suggerito un possibile legame positivo tra l'estrogeno e il declino del cervello correlato all'età.


Lo Women’s Health Initiative Memory Study, tuttavia, ha riferito un aumento del rischio di demenza nelle utenti di trattamenti estrogeno-progestinici combinati e un recente grande studio finlandese ha dimostrato un rischio più elevato di MA, non solo per le utenti dei trattamenti combinati, ma anche per la terapia con solo estrogeni. Tutti gli studi fatti finora avevano una serie di debolezze per dimensione, periodo per i quali erano disponibili i dati, limitazioni nella gamma di trattamenti coperti o problemi metodologici.


I ricercatori delle università di Nottingham, Oxford e Southampton hanno progettato uno studio usando due dei più grandi database di assistenza primaria in GB (QResearch e CPRD), che contengono registrazioni di diagnosi effettuate e prescrizioni emesse e sono collegati a cartelle cliniche e altre raccolte di dati. Ciò ha permesso agli investigatori di esplorare in dettaglio gli esiti della demenza per le donne che usavano uno dei trattamenti MHT prescritti di solito all'interno del servizio sanitario nazionale britannico per un lungo periodo.


L'analisi era basata su 118.501 donne over-55 con diagnosi di demenza tra il 1998 e il 2020 (casi), e 497.416 donne abbinate per età e pratica generale, ma senza menzione di demenza (controlli). I dati presi dalle prescrizioni MHT emesse più di tre anni prima della diagnosi, includevano i dettagli del tipo di ormone, della dose e del metodo di somministrazione. Sono stati presi in considerazione dall'analisi anche altri fattori rilevanti, come la storia familiare, il fumo, il consumo di alcol, le condizioni preesistenti (comorbidità) e altri farmaci prescritti. Complessivamente, 16.291 (14%) casi e 68.726 (14%) controlli avevano avuto la MHT nel periodo di studio.


Dopo aver aggiustato i dati per tutti i fattori confondenti disponibili, l'analisi non ha mostrato associazioni generali tra MHT e il rischio di demenza. Questi risultati erano gli stessi in tutti i trattamenti, i metodi di applicazione (pillole, cerotti, creme o dispositivi) e non influenzati dalla dose o dalla durata del trattamento. In linea con gli studi biologici, all'interno del sottogruppo di casi diagnosticati con età inferiore a 80 anni che hanno assunto la terapia di soli estrogeni per 10 anni o più, i ricercatori hanno riferito un rischio leggermente inferiore di demenza.


I ricercatori riconoscono alcune limitazioni all'interno dei loro dati, come la registrazione incompleta dei sintomi della menopausa, in particolare per le donne registrate dopo la menopausa, che potrebbero aver influito sui risultati. Tuttavia dicono che questo studio, basato su registrazioni del "mondo reale" dalla popolazione generale, "porta chiarezza a risultati in precedenza incoerenti e dovrebbe rassicurare le donne bisognose della terapia ormonale in menopausa".


La dott.ssa Yana Vinogradova riassume:

"Questo studio fornisce le stime più dettagliate di rischio per trattamenti individuali e i risultati sono in linea con le preoccupazioni esistenti nelle linee guida sulle esposizioni a lungo termine dei trattamenti di terapia ormonale combinati.

"Siamo felici di riferire risultati che rassicurano le donne che necessitano di terapia ormonale in menopausa e che facilitano le conversazioni tra i medici e le pazienti sui trattamenti più sicuri. Speriamo che siano anche utili ad altri professionisti della salute e ai responsabili politici".

 

 

 


Fonte: University of Nottingham (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Yana Vinogradova, Tom Dening, Julia Hippisley-Cox, Lauren Taylor, Michael Moore, Carol Coupland. Use of menopausal hormone therapy and risk of dementia: nested case-control studies using QResearch and CPRD databases. BMJ, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)