Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Tassi di demenza nei paesi sottosviluppati sono il doppio di quanto si credeva

Anziani in Asia: la vita si allunga ma solo il 21% ha una pensioneAnziani in Asia: la vita si allunga ma solo il 21% ha una pensioneNuove stime affermano che l'incidenza di demenza nei paesi a reddito medio può essere lo stesso dei paesi ad alto reddito, secondo ricercatori del Regno Unito.

Inoltre, il team ha scoperto che, proprio come nei paesi sviluppati, l'istruzione offre una protezione sostanziale contro la demenza nelle nazioni meno sviluppate.


Lo studio è anticipato online su The Lancet. L'autore capo dello studio, Martin Prince del King 's College di Londra ha detto: "I nostri studi forniscono prove a sostegno dell'ipotesi riserva cognitiva che afferma che lo sviluppo migliore del cervello può attenuare gli effetti della neurodegenerazione in un secondo momento della vita. I nostri risultati suggeriscono che le influenze dei primi anni di vita, l'istruzione e la formazione a leggere e scrivere, possono essere particolarmente importanti per ridurre il rischio di demenza in tarda età. Dobbiamo capire di più sulla riserva cognitiva, come misurarla, e come viene stimolata attraverso le culture. L'alta incidenza di demenza nei paesi meno sviluppati ci ricorda che siamo di fronte a un'epidemia globale, e c'è bisogno di più attenzione alla prevenzione".


Utilizzando gli approcci diagnostici occidentali convenzionali, come il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM) criteri IV, studi precedenti avevano suggerito che l'incidenza della demenza potrebbe essere significativamente più bassa nei paesi a reddito basso e medio, in rapporto alle nazioni ad alto reddito. Invece il nuovo approccio di diagnosi della demenza 10/66 utilizza metodi sviluppati e convalidati in 25 paesi a reddito basso e medio. Il nuovo approccio ha dimostrato di fornire diagnosi accurate anche in soggetti con poca o nessuna istruzione.


Al fine di confrontare l'incidenza della demenza, e per determinare se l'istruzione e l'alfabetizzazione, tra gli altri, sono fattori protettivi contro lo sviluppo di demenza, il team ha applicato sia i normali criteri DSM-IV che l'approccio 10/66 a circa 12.800 individui di età superiore a 65 anni in 9 siti urbani e rurali di Messico, Cuba, Perù, Venezuela, Repubblica Dominicana e Cina. I ricercatori hanno scoperto che l'incidenza di demenza 10/66 è di superiore da 1,5 a 2,5 volte rispetto ai criteri valutati con il DSM-IV standard. Inoltre, l'incidenza di demenza 10/66 era costantemente paragonabile, o più alta, dell'incidenza della demenza riportata da studi precedenti.


Le persone affette da demenza in fase iniziale avevano una probabilità quasi tre volte maggiore di morire rispetto agli individui che erano senza demenza. Inoltre, il team ha scoperto che l'incidenza di demenza 10/66 è collegata a basso livello di istruzione, genere femminile e essere anziani. I ricercatori concludono dicendo che "gli effetti protettivi dell'istruzione sembrano estendersi agli ambienti in cui molti anziani hanno poca o nessuna istruzione formale, e l'alfabetizzazione conferisce un ulteriore vantaggio indipendente. Questi risultati supportano l'idea che la riserva cognitiva potrebbe contrastare gli effetti della neurodegenerazione più avanti nella vita".


In un commento congiunto, Kathleen Hall e Hugh Hendrie dell'Indiana University School of Medicine negli Stati Uniti, spiegano: "La domanda più irritante posta da Prince e colleghi è che, se il collegamento è sostanziale, perché l'incidenza di demenza non è superiore nei paesi a reddito medio e ancora di più nei paesi a basso reddito che nei paesi ad alto reddito? Una spiegazione che suggeriscono è che l'alto tasso di mortalità associato con la demenza nei paesi a reddito medio è il risultato di una sottostima dei casi incidenti. [Ma c'è un'altra possibile spiegazione] - che il basso livello di istruzione può essere semplicemente un marcatore della deprivazione socio-economica compresa la povertà,la malnutrizione, e esposizioni in ambienti tossici. Anche questi fattori, per inciso, sono stati implicati come fattori di rischio per la demenza".

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Pubblicato da Grace Rattue in MedicalNews Today il 23 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.