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Cosa significa 'blocco' in termini di memoria?

7 sins of memory

"Ce l'ho sulla punta della lingua". Lo diciamo tutti quando quella parola o nome non ci viene in mente immediatamente.


Il fenomeno punta-della-lingua è un esempio comune di 'blocco', che è l'incapacità temporanea di recuperare un elemento della memoria. In molti casi, la barriera è un altro ricordo simile a quello che vuoi, e spesso richiami la cosa sbagliata. Questa memoria concorrente è così invadente che ti impedisce di pensare a quella giusta.


Gli scienziati ritengono che i blocchi di memoria diventino più comuni e più frequenti con età, e che sono responsabili delle difficoltà degli anziani a ricordare i nomi di altre persone. La ricerca ha dimostrato che le persone sono in grado di recuperare circa la metà dei ricordi bloccati entro un minuto.


Il blocco non si verifica a causa della mancanza di attenzione o perché la memoria è sbiadita; accade perché qualcosa ti sta impedendo di richiamare.


Elizabeth Loftus, psicologa contemporanea e ricercatrice acclamata nella memoria, suggerisce che ci sono quattro spiegazioni per la dimenticanza: fallimento del recupero, interferenze, mancata conservazione e motivazione a dimenticare.

  1. Una possibile ragione del fallimento del recupero, come nel tentativo di ricordare il nome di una persona, è noto come teoria del decadimento. La Loftus spiega che, secondo questa teoria, viene creata una traccia di memoria ogni volta che vengono introdotte nuove informazioni. Nel tempo, queste tracce di memoria iniziano a sbiadire e a scomparire o decadere.

    Quindi, se le informazioni non vengono recuperate e riprovate, alla fine saranno rimosse dalla memoria della persona. Un difetto in questa teoria, notata dalla Loftus, è che la ricerca ha dimostrato che anche i ricordi che non sono stati riprovati o ricordati sono notevolmente stabili nella memoria a lungo termine.

  2. Le interferenze, proattive e retroattive, sono barriere nei nostri ricordi. Creano i ricordi intrusivi ​​concorrenti. Un'interferenza proattiva è quando un vecchio ricordo rende più difficile o impossibile ricordarne uno nuovo. Si verifica un'interferenza retroattiva quando le nuove informazioni ostacolano la capacità di ricordare le informazioni apprese in precedenza. La Loftus suggerisce che riprovare nuove informazioni è l'approccio più efficace in quanto è meno probabile che le vecchie informazioni competeranno con le nuove.

  3. A volte il blocco della memoria è solo un fallimento del cervello a memorizzare le informazioni. Questo ha meno a che fare con dimenticare e di più con il fatto che la memoria non è mai arrivata alla base della memoria a lungo termine, fin dall'inizio. La codifica è semplicemente fallita e ha impedito che le informazioni vengano memorizzate.

  4. La motivazione a dimenticare c'è quando cerchiamo attivamente di dimenticare, in particolare i ricordi di eventi o esperienze traumatici o inquietanti.

    Questo tipo di dimenticanza è anche definito memoria persistente ed è il settimo e l'ultimo dei problemi normali di memoria legati all'età illustrati dalla Harvard Health Publishing sulla base di The Seven Sins of Memory: How the Mind Forgets and Remembers (I sette peccati della memoria: come la mente dimentica e ricorda) di Daniel Schacter.

 

 

 


Fonte: Dana Territo in The Advocate (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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