Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Come sono creati i ricordi?

Come sono creati i ricordi?

Chiedi a un non-scienziato come sono fatti i ricordi e probabilmente dovrai evocare immagini di feste di compleanno dell'infanzia o di matrimonio. Charles Hoeffer invece pensa alle proteine.


Per cinque anni, l'assistente professore di fisiologia integrativa della University of Colorado di Boulder ha lavorato per conoscere meglio una proteina chiamata AKT, che è onnipresente nel tessuto cerebrale e strumentale nel consentire al cervello di adattarsi a nuove esperienze e di fissare nuovi ricordi. Fino ad ora, gli scienziati avevano capito molto poco di ciò che essa fa nel cervello.


Hoeffer e i co-autori lo spiegano per la prima volta con una nuova ricerca finanziata dai National Institutes of Health, dimostrando che l'AKT è disponibile in tre diverse varietà, che risiedono in diversi tipi di cellule cerebrali e influenzano la salute del cervello in modi ben distinti.


La scoperta potrebbe portare a trattamenti nuovi e più mirati per tutto, dal glioblastoma (il cancro al cervello), al morbo di Alzheimer, alla schizofrenia. "L'AKT è una proteina centrale che è implicata in una serie di malattie neurologiche, ma sappiamo tremendamente poco su di essa", ha detto Hoeffer. "Il nostro lavoro è il primo a esaminare esaustivamente quali sono le sue diverse forme nel cervello e dove sono".


Scoperta negli anni '70 e più conosciuta come 'oncogene' (se mutata, può promuovere il cancro), l'AKT è stata identificata più di recente come un attore chiave nella promozione della 'plasticità sinaptica', la capacità del cervello di rafforzare le connessioni cellulari in risposta alle esperienze.


"Diciamo che vedi un grande squalo bianco, e hai paura, e il tuo cervello vuole creare un ricordo di ciò che sta accadendo. Devi creare nuove proteine ​​per codificare quel ricordo"
, ha detto. L'AKT è una delle prime proteine ​​a essere coinvolta, un interruttore centrale che accende la fabbrica della memoria.


Ma non tutte le AKT sono create uguali. Per lo studio, la squadra di Hoeffer ha silenziato le tre diverse isoforme o varietà di AKT nei topi e ha osservato la loro attività cerebrale. Hanno fatto una serie di scoperte chiave:

  • L'AKT1 è onnipresente nei neuroni e sembra essere la forma più importante nel promuovere il rafforzamento delle sinapsi in risposta all'esperienza, ovvero nella creazione della memoria. (Questa scoperta è in linea con la ricerca precedente che dimostra che le mutazioni nell'AKT1 aumentano il rischio di schizofrenia e altri disturbi cerebrali associati a un difetto nel modo in cui un paziente percepisce o ricorda le esperienze).
  • L'AKT2 è presente solo nelle astroglia, le cellule di supporto a forma di stella del cervello e del midollo spinale che sono spesso colpite dal cancro al cervello e dalle lesioni cerebrali. "Questo è un risultato davvero importante", ha detto il co-autore Josien Levenga, che ha lavorato al progetto come ricercatore post-dottorato della CU Boulder. "Se potessimo sviluppare un farmaco che punta solo l'AKT2, senza influenzare altre forme, potrebbe essere più efficace nel trattare determinati problemi con minori effetti collaterali".
  • L'AKT3 sembra avere un ruolo chiave nella crescita del cervello; i topi il cui gene AKT3 è silenziato hanno minori dimensioni cerebrali.

"Prima di questo studio, si pensava che tutti avessero praticamente la stessa cosa nelle stesse cellule, nello stesso modo. Ora ne sappiamo di più", ha detto Hoeffer.


Egli osserva che sono già stati sviluppati inibitori pan-AKT per il trattamento del cancro, ma immagina un giorno in cui si potrebbero sviluppare farmaci che puntano versioni più specifiche della proteina (potenziatori AKT1 per l'Alzheimer e schizofrenia, inibitori AKT2 per il cancro), lasciando le altre forme intatte, ed evitando effetti collaterali.


Sono in corso ulteriori ricerche sugli animali per determinare cosa succede al comportamento quando le diverse forme della proteina degenerano. "Trattamenti specifici per l'isoforma sono molto promettenti per progettare terapie mirate al trattamento di malattie neurologiche, con maggiore efficacia e accuratezza rispetto a quelle che usano un approccio unico per tutte", concludono gli autori. "Questo studio è un passo importante in questa direzione".

 

 

 


Fonte: University of Colorado at Boulder (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
 
Riferimenti: Josien Levenga, Helen Wong, Ryan A Milstead, Bailey N Keller, Lauren E Laplante, Charles A Hoeffer. AKT isoforms have distinct hippocampal expression and roles in synaptic plasticity. eLife, 2018 DOI: 10.7554/eLife.30640.001

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.