Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


A Pisa si sperimenta la pasticca anti-Alzheimer: si cercano 100 volontari

PISA. Non ti posso curare, ma posso evitare di farti ammalare. Di farti imbiancare il cervello, di smettere di essere la persona che eri. I primi dieci pazienti, per la sperimentazione, a Pisa, il professor Ubaldo Bonuccelli, già li ha trovati. E ha iniziato a trattarli, con la “compressa” anti-Alzheimer. Ne servono altri, però. Volontari, sessantenni almeno, con familiarità alle demenze senili. Insomma, volontari che devono aver avuto in famiglia un parente malato.

 

OTTANTAMILA PAZIENTI IN TOSCANA

Lo studio, all'avanguardia, del direttore di neurologia dell'azienda ospedaliera pisana, punta proprio a dimostrare questo: è possibile prevenire la comparsa dell'Alzheimer in una persona non malata, nel cui cervello sia presente, però, un accumulo anomalo di proteina beta amiloide che, insieme alla proteina Tau è la principale responsabile della malattia. Sarebbe una forma di prevenzione straordinaria di una patologia che in Italia affligge almeno un milione di persone e in Toscana 80mila pazienti, con numeri destinati a crescere, considerando l'invecchiamento della popolazione.

 

ETÀ FATTORE DI RISCHIO

Infatti - spiega Bonuccelli, ordinario di neurologia all'università di Pisa - l'età «è proprio il fattore di maggiore rischio per questa malattia: sopra i 60 anni, la percentuale di rischio di ammalarsi è del 4-5%; sopra i 70 anni, si arriva all'8%; oltre i 90 anni si raggiunge il 40-45%». Non a caso, per l’Alzheimer si parla di «epidemia dell'anziano», con un'aggravante rispetto al morbo di Parkinson che pure, a oggi, è una malattia incurabile. Entrambe, sono malattie incurabili, una piaga. Con una differenza sostanziale: la cura sintomatica per il Parkinson - dice Bonuccelli - è «più efficace. Nella persona malata riusciamo a sostituire la dopamina che manca con i farmaci per 10-15 anni. Le cure attuali per l'Alzheimer sono efficaci da 6 mesi a un anno. Massimo due. Un periodo irrisorio. È per questo che in Gran Bretagna il sistema sanitario pubblico non le rimborsa neppure più». Ed è per questo che, in attesa di scoprire la cura, è necessario prevenire la malattia.

Da qui le sperimentazioni in corso a Pisa. La più recente, appunto, è quella sui soggetti sani ai quali somministrare farmaci inibitori.

 

I FARMACI INIBITORI

La sperimentazione in corso - semplifica il professor Bonuccelli - consiste nel somministrare in soggetti sani una compressa per 4 anni. Nello specifico si tratta di somministrare un gruppo di farmaci Bace “inibitori” che «bloccano la produzione e l'accumulo di proteina amiloide nel cervello. La sperimentazione - precisa il neurologo - può essere condotta su persone non malate che non abbiano neppure disturbi iniziali di memoria». L'età minima richiesta è 60 anni e l'altro requisito è avere un familiare stretto malato di Alzheimer.

Prima di avviare la terapia, si sottopone il paziente a una Pet, un esame diagnostico per immagini. Per indovena si inietta un liquido che colora la proteina amiloide e permette di vederne la presenza nel cervello. Se è presente, allora al paziente per 4 anni si somministra la pasticca. «L'obiettivo è dimostrare che la cura previene la malattia. Il risultato sarebbe importante perché almeno un 5-10% dei pazienti con proteina amiloide sembra destinato a sviluppare Alzheimer con gli anni».

 

CERCANSI VOLONTARI

Una decina di volontari sono già stati selezionati. Ma il professor Bonuccelli vuole estendere lo studio: intende reclutare un centinaio di pazienti. Chi risponde ai requisiti esposti, quindi, può contattare la segreteria di neurologia dell'Azienda ospedaliera pisana e chiedere di partecipare al programma “Early”. Il numero da contattare è lo 050 992443 per partecipare alla sperimentazione che partirà nelle prossime settimane.

 

MENTE SANA IN CORPO SANO

A un risultato certo, invece, ha già portato la sperimentazione “Train the brain”, (“Allena il cervello”), finanziata dalla Fondazione Cassa di risparmio di Pisa, in collaborazione con il Cnr: l'Alzheimer non si può curare, ma si può rallentare. Un gruppo di circa 80 pazienti con sintomi iniziali, per 7 mesi, è stato sottoposto ad allenamento fisico e cognitivo. Ogni settimana, 3 ore al giorno per 4 giorni - precisa il professor Bonuccelli - un doppio allenamento: ginnastica, tapis roulant, cyclette; poi proiezione di video, dibattito, lezioni interattive, parole crociate. «Abbiamo messo a confronto questo gruppo con un altro analogo, sottoposto a un training fasullo: ebbene, nel primo la malattia è rallentata». E questo consente - sottolinea Bonuccelli - di dare consigli anche per una prevenzione «fai da te»: per prevenire l'Alzheimer, suggerisce il professore, soprattutto dopo i 60 anni «è necessario tenere allenato il cervello, andando al cinema, facendo le parole crociate, e tenere il fisico in buone condizioni: basta anche passeggiare tutti i giorni».

 

IL CASCHETTO PER LE STIMOLAZIONI

Alle persone con disturbi di memoria, comunque, è possibile dare “un aiuto” con una "stimolazione a corrente continua" attraverso un caschetto alimentato a batteria. I primi risultati già ci sono a Pisa, dove sono stati sottoposti a trattamento alcuni pazienti: «Ma non siamo stati i primi, in questo», ammette Bonuccelli. Si tratta di un rimedio per pazienti con disturbi della memoria, che ancora non hanno sviluppato l'Alzheimer. «Per mezz'ora lo scalpo del paziente viene stimolato da un caschetto a corrente continua a due ampere (la potenza di una batteria stilo). Questa potenza è sufficiente per penetrare nello scalpo e avere effetti positivi su quelle persone che iniziano ad avere vuoti di memoria importanti (sulla memoria a breve termine)».

 

 

 


Fonte: Ilaria Bonuccelli in Il Tirreno

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)