Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Nuovo modello di cura per prevenire ricoveri inutili di anziani fragili

Un nuovo studio di ricercatori-clinici della Indiana University e del Regenstrief Institute riferiscono sui risultati del primo anno di attuazione di OPTIMISTIC, un programma innovativo che hanno sviluppato e attuato per prevenire ricoveri inutili degli ospiti delle case di riposo.


Il loro articolo è apparso nel numero di gennaio 2015 del Journal of the American Geriatrics Society. OPTIMISTIC è finanziato da una assegnazione di 13,4 milioni dollari ricevuta dai Centers for Medicare & Medicaid Services nel 2012 e valida per 4 anni.


L'obiettivo di OPTIMISTIC (acronimo di «Optimizing Patient Transfers, Impacting Medical quality and Improving Symptoms: Transforming Institutional Care») è migliorare l'assistenza e la comunicazione all'interno delle strutture di cura, e tra queste ultime e le istituzioni di assistenza acuta, in modo che i problemi possono essere rilevati e risolti prima che diventi necessario portare un ospite in ospedale.


"OPTIMISTIC è un cambio dei sistemi. Stiamo lavorando con 19 case di riposo dell'Indiana Centrale, che semplicemente partecipando al progetto, indicano che ritengono importante migliorare la qualità delle cure e ridurre i trasferimenti ospedalieri non necessari", ha detto la condirettrice Kathleen T. Unroe, MD, MHA. La Dott.ssa Unroe è ricercatrice del Regenstrief Institute, assistente professore di medicina alla Facoltà di Medicina della UI e scienziato dell'IU Center for Aging.


"A livello nazionale, i tassi stimati di ricoveri potenzialmente evitabili di ospiti delle case di cura arrivano al 50 per cento", ha detto. "Attraverso questo progetto, i nostri infermieri specializzati stanno rivedendo approfonditamente tutti i trasferimenti in ospedale e sono in grado di identificare le aree di miglioramento della qualità. Lavorando con la Facoltà di Infermieristica dell'UI, con l'Università di Indianapolis e le case di cura partner, stiamo sviluppando e sperimentando un nuovo modello di cura".


In tutti i 4 anni del progetto OPTIMISTIC, gli infermieri sono di stanza nelle strutture di cura partecipanti per fornire un sostegno diretto agli ospiti di lunga durata e alle loro famiglie, nonché l'istruzione e la formazione per il personale. Gli infermieri di OPTIMISTIC guidano la revisione dell'assistenza per ottimizzare la gestione delle malattie croniche, ridurre i farmaci inutili e chiarire gli obiettivi di cura.


"Gli ospiti di lunga permanenza delle case di cura, i cui numeri sono in crescita con l'invecchiamento della popolazione, hanno bisogno di più attenzione da parte di ricercatori e medici", ha detto il ricercatore del Regenstrief Greg A. Sachs, MD, direttore del progetto OPTIMISTIC e della Divisione di Medicina Interna Generale e Geriatria alla Facoltà di Medicina dell'UI. Il Dr. Sachs è anche professore di medicina e scienziato del Center for Aging Research dell'UI. "Con OPTIMISTIC stiamo lavorando con gli ospiti dove vivono, per migliorare molti aspetti della loro vita, compresa la gestione delle malattie croniche (in particolare per la demenza, che colpisce più della metà degli ospiti di lunga permanenza) così come per migliorare la cura che ricevono durante il processo di transizione a/da un ospedale, quando tale trasferimento è necessario".


Diagnosi precoce e prevenzione sono cruciali per OPTIMISTIC. Se non affrontati e impediti, i problemi come gli errori nei farmaci, la mancanza di direttive anticipate e la mancanza di riconoscimento delle variazioni dello stato medico, potrebbero comportare l'ospedalizzazione dell'ospite della struttura di cura.


"Le strutture di cura [che partecipano a OPTIMISTIC] hanno dimostrato impegno sul progetto, partecipando ai seminari, incontrando i leader dei progetti e il personale su base regolare, e impegnandosi in discussioni per affrontare i problemi, se necessario", riferiscono gli autori dello studio. "Le prime esperienze del personale clinico hanno prodotto molteplici storie dell'impatto della cura migliorata sul personale della struttura di cura, sugli ospiti e sulle famiglie".


Essi scrivono anche che "il risparmio che deriva dalla riduzione di questi ricoveri [prevenibili], così come delle degenze post acute associate, dovrebbero compensare il notevole investimento iniziale nel migliorare la qualità delle cure, con personale e risorse aggiuntive".

 

 

 

 

 


FonteIndiana University  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Perché le cadute sono così comuni nell'Alzheimer e nelle altre demenze?

4.09.2020 | Esperienze & Opinioni

Le cadute hanno cause mediche o ambientali

Una volta che si considerano tutte le divers...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.