Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stai confondendo la tua persona cara con demenza?

Non dire a una persona con demenza cosa NON fare: dille cosa dovrebbe fare.

confused senior Image by wayhomestudio on Freepik.com

La figlia di uno dei miei pazienti mi ha chiamato un venerdì pomeriggio esasperata per dire che ora suo padre stava facendo il contrario di ciò che voleva che facesse. Gli aveva detto di non scendere al piano di sotto, solo per trovarselo subito dopo al piano di sotto. Più tardi, gli ha detto di non usare la stufa e, nel giro di un'ora, ha sentito l'odore della pentola che bruciava con tutto ciò che aveva lasciato dentro.


Non sapeva se c'era una medicina che potesse risolvere questi problemi, ma mi disse che qualcosa doveva essere fatto o che non sarebbe stato in grado di rimanere a casa sua un minuto di più!


Nel mio precedente articolo, ho spiegato che spesso si presentano falsi ricordi nella demenza. Un tipo di falsa memoria comune a tutti, incluso i giovani e sani - è credere che un fatto errato o falso sia in realtà vero. In uno studio, io e i miei colleghi abbiamo dato ad anziani sani e a individui con lieve demenza da Alzheimer un elenco di frasi che sono state dichiarate vere o false in modo casuale. Ad esempio, "Ci vogliono 36 chicchi di caffè per preparare una tazza di espresso: vero" e "L'autobus 53 ti farà attraversare la città: falso". Abbiamo quindi semplicemente chiesto ai partecipanti se ogni frase era vera o falsa.


Sebbene i partecipanti abbiano generalmente trovato facile ricordare che le frasi vere erano vere, avevano molte probabilità di ricordare che anche le frasi false erano vere. Questa convinzione che le dichiarazioni false fossero vere c'è stata circa il 40% delle volte nei nostri anziani sani e circa il 60% delle volte - più della metà - per quelli con demenza. Questi risultati significano che il nostro dire a quelli con demenza che una certa affermazione era falsa ha dato loro una probabilità maggiore di ricordare che era vera che se non avessimo indicato nulla!


La spiegazione del perché si verifica questa confusione è in realtà molto semplice. Quando ricordi che un'affermazione è vera, devi solo ricordare una cosa: 'l'affermazione'. Ma quando ricordi che un'affermazione è falsa, è molto più complicato: devi ricordare l'affermazione, ricordare che qualcosa è falso e ricordare che è 'l'affermazione' ad essere "falsa".


Sebbene di solito possiamo ricordare queste tre cose senza difficoltà, quelli con Alzheimer e altre cause di demenza possono generalmente ricordare solo una di queste cose (di solito 'l'affermazione') e hanno grandi difficoltà a ricordarle tutte e tre. Poiché possono solo ricordare l'affermazione e non che è falsa (o sbagliata o ciò che non dovrebbero fare), finiscono per pensare che sia vera (o corretta o cosa dovrebbero fare).


Pertanto, dobbiamo semplicemente dire a una persona con demenza cosa dovrebbe fare.


Tornando dalla figlia della mia paziente, ho spiegato come - con le migliori intenzioni - potrebbe aver contribuito inavvertitamente alla caduta di suo padre e al suo uso della stufa. Dicendogli di non fare queste cose, lo ha fatto accidentalmente ricordare falsamente che avrebbe dovuto farle. Spiegai che ciò che doveva fare era semplicemente dirgli cosa avrebbe dovuto fare, come rimanere al primo piano e usare il forno a microonde se aveva bisogno di riscaldare qualcosa. Abbiamo anche rivisto come aiutarlo a stare al sicuro in casa.

 

 

 

(Ndt: il concetto espresso da questo articolo mi ha fatto ricordare un episodio accaduto durante un corso sul funzionamento della mente e sul pensiero positivo a cui ho partecipato circa 40 anni fa. Il relatore ci ha chiesto di chiudere gli occhi e di pensare la frase "Non voglio vedere scimmie". Ovviamente tutti, proprio tutti, hanno poi dichiarato di aver visto solo scimmie, di tutte le forme e posizioni. La spiegazione del relatore è stata che, poiché la nostra mente funziona in gran parte per immagini, nella frase "Non voglio vedere scimmie" l'unica immagine contenuta è 'scimmie', e il resto, compresa la parola "non", è molto meno rilevante, quindi lo abbiamo ignorato.)

 

 

 


Fonte: Andrew Budson MD, professore di neurologia alla Boston University e alla Harvard Medical School.

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.