Un nuovo studio pubblicato sulla rivista ad accesso libero PLoS Biology suggerisce che la letteratura scientifica potrebbe essere compromessa da una sostanziale distorsione nella segnalazione di studi sugli animali, e può dare un quadro fuorviante delle probabilità che i potenziali trattamenti possano funzionare negli esseri umani.
Testare un nuovo intervento terapeutico (ad esempio un farmaco o un intervento chirurgico) su soggetti umani è costoso, rischioso e eticamente complesso, per cui la stragrande maggioranza è prima testata sugli animali. Purtroppo, costi e problemi etici vincolano la dimensione degli studi animali, dando loro limitato potere statistico, e come risultato, la letteratura scientifica contiene molti studi che sono incerti nei risultati o contraddittori.
Un modo per aggirare questa limitazione è condurre una "meta-analisi": gli scienziati raccolgono dati da un gran numero di studi pubblicati sullo stesso argomento, li combinano con metodi statistici sofisticati, finendo per avere una base molto più solida su cui decidere se procedere con i test clinici umani. In un nuovo studio, Konstantinos Tsilidis, John Ioannidis e i colleghi della Stanford University, hanno esaminato 160 meta-analisi precedentemente pubblicate di studi su animali per trattamenti potenziali di gravi patologie neurologiche umane (sclerosi multipla, ictus, Parkinson, Alzheimer e lesioni del midollo).
Queste meta-analisi riguardavano 1.000 studi originali su animali pubblicati, confrontando più di 4.000 gruppi di animali. Per la "meta-analisi di meta-analisi", gli autori hanno usato lo studio più preciso di ogni meta-analisi come stima della reale dimensione dell'effetto di un trattamento particolare. E si sono poi chiesti se il numero previsto di studi avesse avuto conclusioni statisticamente significative. Gli autori hanno trovato, in modo allarmante, che più del doppio degli studi previsti raggiungono la significatività statistica.
Gli autori suggeriscono che, piuttosto che riflettere una frode intenzionale da parte degli scienziati che avevano condotto gli studi originali, questo "eccessiva distorsione di significatività" ha due ragioni principali. Una è che gli scienziati che conducono uno studio su animali tendono a scegliere il metodo di analisi dei dati che sembra dare loro il risultato "migliore". La seconda nasce dal fatto che di solito gli scienziati vorrebbero pubblicare il loro studio in riviste con il profilo più alto; tali riviste tendono a preferire fortemente gli studi con risultati positivi, piuttosto che negativi. Molti studi con risultati negativi non sono nemmeno presentati per la pubblicazione o, se presentati, non possono ottenere la pubblicazione o sono pubblicati in ritardo su riviste di scarsa visibilità, riducendone le possibilità di inserimento in una meta-analisi.
E' probabile che i tipi di distorsioni riportati nel nuovo documento su PLOS Biology siano responsabili della promozione impropria di trattamenti da studi animali in studi clinici umani. Sembra inoltre improbabile che questo fenomeno sia limitato agli studi di disturbi neurologici, anzi questa è probabilmente una caratteristica generale della comunicazione di studi su animali.
Gli autori suggeriscono diversi rimedi per la distorsione che hanno osservato. In primo luogo, gli studi su animali dovrebbero aderire a linee guida rigorose (come le linee guida ARRIVE) per la progettazione di studi e analisi. In secondo luogo, gli studi su animali (come i test clinici sull'uomo) devono essere pre-registrati in modo che la pubblicazione dei risultati, anche se negativi, è assicurata. In terzo luogo, la disponibilità di dettagli metodologici e dati grezzi renderebbe più facile ad altri scienziati verificare gli studi pubblicati.
Fonte: Public Library of Science.
Riferimento: Konstantinos K. Tsilidis, Orestis A. Panagiotou, Emily S. Sena, Eleni Aretouli, Evangelos Evangelou, David W. Howells, Rustam Al-Shahi Salman, Malcolm R. Macleod, John P. A. Ioannidis. Evaluation of Excess Significance Bias in Animal Studies of Neurological Diseases. PLoS Biology, 2013; 11 (7): e1001609 DOI: 10.1371/journal.pbio.1001609
Pubblicato in Science Daily (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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