Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Dalla barbabietola un farmaco potenziale per trattare le malattie neurodegenerative e infiammatorie

Beetroot Bundle CC0 WikipediaFoto: Wikipedia (CC0)

In uno studio recente, un gruppo di ricerca guidato da Christian Gruber dell'Istituto di Farmacologia della Meduni Vienna ha isolato un peptide (piccola molecola proteica) dalle barbabietole. Il peptide è in grado di inibire un particolare enzima responsabile della rottura delle molecole messaggere nel corpo.


Per merito della sua struttura molecolare particolarmente stabile e delle proprietà farmacologiche, il peptide della barbabietola può essere un buon candidato per lo sviluppo di un farmaco per trattare determinate malattie infiammatorie, come quelle neurodegenerative e le autoimmuni.


Il peptide, presente nelle radici delle piante di barbabietola, appartiene a un gruppo di molecole che le piante usano tra l'altro come difesa chimica contro i parassiti (batteri, virus o insetti).


"Analizzando migliaia di dati genomici, il nostro team è riuscito a definire una serie di nuovi peptidi ricchi di cisteina e di assegnarli filogeneticamente nel regno vegetale. In questo processo, la nostra attenzione è stata attirata da una possibile funzione dei cosiddetti 'inibitori della proteasi'. Il peptide della barbabietola può quindi inibire gli enzimi che digeriscono le proteine​​", spiega Gruber.


Il peptide della barbabietola inibisce specificamente il 'prolil oligopeptidasi' (POP), che è coinvolto nella rottura degli ormoni proteici del corpo ed è quindi in grado di regolare le reazioni infiammatorie. Il POP è un obiettivo di farmaci molto discusso per le malattie neurodegenerative e infiammatorie, come l'Alzheimer e la sclerosi multipla, per esempio. "Ciò significa che, negli studi futuri, questo gruppo di peptidi vegetali chiamati 'knottin', come quelli della barbabietola, potrebbero potenzialmente fornire un candidato farmacologico per il trattamento di queste malattie".

 

Il peptide può esserci anche nel succo commerciale di barbabietola

Il peptide non è presente solo nelle verdure di radice, ma può essere contenuto anche nel succo di barbabietola commercializzato, anche se in concentrazioni molto basse. "Anche se la barbabietola è una verdura molto sana, sarebbe irragionevole sperare che la demenza possa essere prevenuta con il consumo regolare di barbabietole", sottolinea il farmacologo della Meduni Vienna. "Il peptide è presente solo in quantità minima e non è chiaro se come tale può essere assorbito tramite il tratto gastrointestinale".

 

Usare il progetto della natura

Il lavoro di ricerca condotto dal laboratorio di Gruber sta sfruttando il progetto della natura per sviluppare candidati farmaci. "Stiamo cercando nelle banche dati di grandi dimensioni le informazioni genetiche di piante e animali, per decodificare nuovi tipi di molecole di peptidi e studiare la loro struttura, mirando a testarli farmacologicamente su enzimi o recettori cellulari (come una delle classi di farmaci importanti, chiamati 'recettori accoppiati a proteine ​​G') e infine analizzarli nei modelli di malattia", spiega Gruber.


I potenziali candidati farmacologici sono sintetizzati chimicamente in una forma leggermente modificata dal prodotto naturale, al fine di ottenere proprietà farmacologiche ottimizzate. Questo concetto sembra avere successo: alcuni anni fa il team di ricerca ha generato il candidato farmaco T20K per la Sclerosi Multipla con un peptide vegetale sintetizzato (ciclotide), che è stato recentemente testato con successo in un esperimento di fase 1 dall'azienda svedese Cyxone su licenza della Meduni Vienna, ed è ora in preparazione per una sperimentazione clinica di fase 2.

 

 

 


Fonte: Medical University of Vienna (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Bernhard Retzl, Roland Hellinger, Edin Muratspahić, Meri Pinto, Vanderlan Bolzani, Christian Gruber. Discovery of a Beetroot Protease Inhibitor to Identify and Classify Plant-Derived Cystine Knot Peptides. Journal of Natural Products, 2020, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

Invertita per la prima volta la perdita di memoria associata all'Alzheime…

1.10.2014 | Ricerche

La paziente uno aveva avuto due anni di perdita progressiva di memoria...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)