Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Osservati disturbi nei ritmi circadiani dei malati di Alzheimer

I cicli di 24 ore, noti come i ritmi circadiani, sono importanti per la funzionilità corretta del corpo e anche per le normali funzioni cerebrali e la salute mentale.

Disagi nei ritmi circadiani e nei cicli di sonno-veglia sono stati osservati in pazienti con Alzheimer. Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'Istituto Douglas fornisce una possibile spiegazione di queste perturbazioni.

Fino ad oggi, i geni che contribuiscono a questo calendario, noto come i geni-orologio, sono risultati attivi solo in aree al di fuori del cervello, come la pelle e le cellule del sangue. Recenti scoperte dal Douglas Mental Health University Institute sono le primo a dimostrare che questi geni funzionano in più aree del cervello umano, come è stato mostrato in precedenza negli animali. Questi risultati, pubblicati nel numero di questo mese della rivista Journal of Biological Rhythms, hanno implicazioni per le numerose persone con disturbi del sonno, compresi quelli con Alzheimer.

"Per quanto ne sappiamo, questa è la prima dimostrazione dell'espressione ritmica di geni dell'orologio circadiano nel proencefalo umano, o della parte anteriore del cervello", dice l'autore senior Nicolas Cermakian, ricercatore della Douglas e direttore del Laboratory of Molecular Chronobiology. "Inoltre, abbiamo dimostrato che questi ritmi sono interrotti nel cervello dei malati di Alzheimer". Il Dr. Cermakian e i suoi colleghi hanno cercato la presenza dei geni dell'orologio circadiano (PER1, PER2 e BMAL1) nel tessuto cerebrale di 58 donatori; 27 erano malati di Alzheimer e 31 i controlli (il tessuto cerebrale è stato ottenuto dalla Banca del Cervello Douglas.)

Tutti questi geni-orologio sono stati individuati in tre aree del cervello sia nei controlli che nei malati di Alzheimer. Inoltre, c'è stato un significativo espressione diurna (giorno / notte) di questi geni in tutte e tre le strutture dei campioni di controllo. Nei campioni prelevati da pazienti di Alzheimer, la forma di questi ritmi e la sincronizzazione tra le aree del cervello erano modificate.

"Il coordinamento anormale del gene-orologio che abbiamo osservato nei tessuti dei malati di Alzheimer, potrebbe spiegare i deficit di sonno-veglia che si osservano in questa popolazione", afferma Diane B. Boivin, direttrice del Centro per lo Studio e la Cura dei ritmi circadiani della Douglas. "Il modello di sonno alterato peggiora con la progressione della malattia ed è il motivo più frequente di istituzionalizzazione. Migliorare la comprensione del processo che sta alla base dei disturbi del sonno-veglia può portare a migliori cure o terapie. Il nostro obiettivo finale è quello di migliorare la salute fisica e mentale degli individui fornendo informazioni scientificamente fondate".

 


Fonte: Douglas Mental Health University Institute

Pubblicato su BioScience Technology del 27 aprile 2011 Traduzione di Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente; in particolare si segnala la presenza frequente di una istituzione medica con base in Germania (xcell-Center) che propone la cura dell'Alzheimer con cellule staminali; la Società Tedesca di Neuroscienze ha più volte messo in guardia da questa proposta il cui effetto non è dimostrato. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)