Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


E' un'infezione nel cervello che prepara il terreno all'Alzheimer?

E' un'infezione nel cervello che prepara il terreno all'Alzheimer?Rob Moir (sinistra) e Rudolph Tanzi (destra) a una conferenza sull'Alzheimer.

Una delle caratteristiche dell'Alzheimer è l'accumulo della proteina amiloide-beta nel cervello. Diversi anni fa il neurobiologo Rob Moir ha cominciato a farsi domande sulla funzione dell'amiloide-beta. Sicuramente non poteva essere solo spazzatura che guastava il cervello. I suoi studi su questa proteina possono ribaltare circa 30 anni di ipotesi su ciò che provoca l'Alzheimer.


Moir ha iniziato chiedendosi dell'amiloide-beta il venerdì sera davanti a un drink al bar. "Be', non era proprio un bar, è che ogni Venerdì passiamo un'ora a rilassarci al dipartimento ed è vero che bevo un paio di Coronas", scherza Moir.


Come si è visto, l'amiloide-beta ha proprietà antimicrobiche. Moir e il neurologo Rudy Tanzi l'hanno scoperto in uno studio di diversi anni fa. E ora, in un articolo su Science Translational Medicine, hanno scritto che la proteina agisce come un soldato semplice contro funghi e infezioni batteriche in vitro e nel cervello dei nematodi e topi. Nel giro di 48 ore dall'infezione, hanno visto apparire ciuffi di amiloide nell'ippocampo dei topi, e intrappolati nel centro di ogni glob, il microbo invasore.


Che cosa significa questo per l'Alzheimer? Significa, come spiega Moir, che quando qualcuno è infettato da un batterio, fungo o virus, l'amiloide-beta fa il suo lavoro producendo una placca per raggrupparsi e generare una protezione.


"E' che questi grumi sono anche tossici per le cellule nervose", spiega Moir. "Questi grumi ... si legano al microbo e di fatto gli impediscono di legarsi a una cellula, come a un neurone. Quindi, prima previene l'adesione e poi in effetti noi diciamo che si agglutina, che significa che si raggruma con batteri e virus in una grande palla ... in modo che non possano causare alcun danno, e alla fine li uccide. Quindi è un classico meccanismo attraverso il quale i peptidi antimicrobici in tutto il corpo fanno il loro lavoro per proteggerci. Tranne che questa volta è nel cervello e diventa una placca".


Le placche, naturalmente, sono la causa dell'Alzheimer. "Queste placche sono sufficienti per far scattare il resto della malattia", dice Rudy Tanzi professore di neurologia alla Harvard Medical School. "Scatenano queste cose chiamate grovigli, uccidono le cellule nervose da dentro, e scatenano l'infiammazione. Ecco, questo è il cerino che accende il fuoco. Dovrebbe proteggerci, ma alla fine si gira contro di noi".


Tanzi e Moir non sanno bene quali infezioni o batteri specifici possono avviare il processo che alla fine si traduce in Alzheimer. Uno degli agenti patogeni legati più strettamente è il virus dell'herpes, ma altri candidati includono la malattia di Lymes, la candida, o le spirochete. "Tutte queste cose potrebbero innescare la stessa risposta infiammatoria mediata dall'amiloide-beta, che conduce infine alla neurodegenerazione", spiega Moir.


Moir e Tanzi non sono nemmeno sicuri perché questi piccoli agenti patogeni quasi onnipresenti non portano a tutti l'Alzheimer alla fine. Una cosa che potrebbe avere a che fare con questo è la genetica o altri fattori di rischio.


Tanzi si chiede se non sia lo stile di vita una parte del problema. "Dopo i 40 anni, tutti noi abbiamo placche, e le placche iniziano a causare i grovigli e l'infiammazione", dice Tanzi. "Poi sta solo alla nostra genetica e al nostro stile di vita, che concorrono a determinare la risposta a tutto questo. Come rispondere alle placche e quando infine si soccombe alla demenza?".


Moir e Tanzi sperano di espandere la loro ricerca, e rimangono fiduciosi che i loro risultati possano aiutare a sviluppare un trattamento per l'Alzheimer.


"Se l'amiloide è guidata nella maggior parte delle persone dal lento accumulo di microbi nel cervello, allora possiamo pensare all'immunizzazione attiva, possiamo pensare a farmaci antivirali, possiamo pensare a una nuova classe di antibiotici che entrano nel cervello" dice Tanzi. "Ma prima dobbiamo scoprire chi sono i colpevoli ... Ora dobbiamo studiare in modo sistematico il cervello dai giovani agli anziani all'Alzheimer e entrare nelle placche e vedere cosa vive lì dentro e chi sono i sospetti".

 

 

 


Fonte: Intervista su PRI, riscritta da Elizabeth Shockman (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Scoperta inaspettata: proteine infiammatorie possono rallentare il declino cog…

5.07.2021 | Ricerche

Finora la ricerca aveva collegato l'infiammazione al morbo di Alzheimer (MA), però scien...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Rivelato nuovo percorso che contribuisce all'Alzheimer ... oppure al canc…

21.09.2014 | Ricerche

Ricercatori del campus di Jacksonville della Mayo Clinic hanno scoperto...

Il cammino può invertire l'invecchiamento del cervello?

2.09.2021 | Esperienze & Opinioni

Il cervello è costituito principalmente da due tipi di sostanze: materia grigia e bianca...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)