Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'imitazione dei movimenti può aiutare i pazienti di Alzheimer

L'imitazione dei movimenti può aiutare i pazienti di Alzheimer
I pazienti con Alzheimer possono ottenere benefici sia dalla riabilitazione fisica che da quella cognitiva, e dei ricercatori hanno capito che l'imitazione può essere uno strumento utile per ritrovare le capacità perdute.


"I malati di Alzheimer sono ancora in grado di imitare volontariamente il movimento di un oggetto, così come quello di un essere umano", ha detto la dott.ssa Ambra Bisio. "Se questa capacità è ancora presente, un paziente potrebbe imparare di nuovo a eseguire azioni che sono diventate difficili a causa della malattia".


La Dott.ssa Ambra Bisio è ricercatrice post-dottorato nel Dipartimento di Medicina Sperimentale dell'Università di Genova e si è specializzata nella risposta del cervello ai movimenti, in particolare ai movimenti di qualcun altro.


In collaborazione con il professor Thierry Pozzo dell'INSERM-U1093, ha dimostrato che i pazienti di Alzheimer possono ancora mimare un semplice gesto di un umano o di un punto in movimento sullo schermo del computer, suggerendo che questi esercizi possono integrare le strategie terapeutiche attuali. Le loro scoperte sono state pubblicate su Frontiers in Aging Neuroscience.


Copiare ciò che qualcun altro sta facendo è uno dei mattoni basilari della costruzione sociale, che aiuta le persone ad imparare e ad interagire con gli altri. "Replicando le azioni della madre, un bambino impara a relazionarsi con la gente. E' lo stesso meccanismo che usa un allievo di tennis per apprendere dall'allenatore la tecnica del servizio", ha spiegato la Bisio. "I nostri risultati suggeriscono che l'imitazione potrebbe essere usata durante la riabilitazione dei malati di Alzheimer".


All'inizio, non era chiaro se questa funzione cerebrale cablata avrebbe continuato a funzionare una volta che la malattia era insorta. L'Alzheimer ha un modo peculiare di devastare alcune funzioni cerebrali, lasciando intatte le altre. Lo studio della Bisio ha dimostrato che, almeno per quanto riguarda le fasi lievi della malattia, i malati di Alzheimer mantengono questa capacità di imitare. E ha anche scoperto che i pazienti ottengono risultati migliori con l'allenatore umano rispetto al computer.


I metodi di formazione basati su computer sono stati sviluppati per offrire un'alternativa più semplice al terapeuta umano, la cui presenza può distrarre un paziente dal compito che deve eseguire. Ma il valore di questi metodi è molto dibattuto.


Secondo i risultati della Bisio, la formazione con un computer è possibile, ma la risposta ha più probabilità di essere migliore con un allenatore umano. La ragione può essere nella risposta emotiva che un paziente sperimenta durante l'interazione con una persona reale, i cui vantaggi superano le distrazioni.


"Poiché l'Alzheimer danneggia le parti del cervello che collegano le funzioni motorie con quelle cognitive, i trattamenti comportamentali sono comunque importanti per i pazienti, anche dopo che saranno scoperti trattamenti farmaceutici", ha aggiunto la Bisio. Fornendo informazioni sulla capacità continua dei pazienti di imitare le azioni semplici, i risultati della Bisio aiutano a delineare strategie migliori per riabilitare i pazienti in futuro.

 

 

 


Fonte: Frontiers via EurekAlert! (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Ambra Bisio, Matthieu Casteran, Yves Ballay, Patrick Manckoundia, France Mourey, Thierry Pozzo. Voluntary Imitation in Alzheimer’s Disease Patients. Frontiers in Aging Neuroscience, 2016; 8 DOI: 10.3389/fnagi.2016.00048

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Gas xeno potrebbe proteggere dall'Alzheimer, almeno nei topi; previsti te…

30.01.2025 | Ricerche

Molti dei trattamenti perseguiti oggi per proteggere dal morbo di Alzheimer (MA) sono co...

3 modi per trasformare l'auto-critica in auto-compassione

14.08.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai mai sentito una vocina parlare nella tua testa, riempiendoti di insicurezza? Forse l...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)