Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sostenere gli astrociti che invecchiano può evitare le neurodegenerazioni

Sostenere gli astrociti che invecchiano può evitare le neurodegenerazioniLou Gehrig, il campione di baseball che ha dato il nome alla malattia.Il morbo di Lou Gehrig, conosciuto anche come Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA), attacca le cellule nervose che controllano i muscoli - motoneuroni - nel cervello, nel tronco cerebrale e del midollo spinale, inducendo una debolezza progressiva e l'eventuale paralisi dei muscoli in tutto il corpo. I pazienti di solito sopravvivono solo da tre a cinque anni dopo la diagnosi.


Ora, con la pubblicazione di uno studio condotto da ricercatori del «Board of Governors Regenerative Medicine Institute» del Cedars-Sinai, i ricercatori sulla SLA sanno che gli effetti dell'attacco peggiorano, almeno in parte, per l'invecchiamento e il fallimento delle cellule di supporto chiamate astrociti, che normalmente danno nutrienti, pulizia, struttura e altre forme di assistenza ai neuroni.


Studi precedenti avevano suggerito il possibile coinvolgimento di queste cellule di supporto nello sviluppo e nella progressione della SLA, ma la nuova ricerca è ritenuta la prima a misurare direttamente gli effetti dell'invecchiamento sulla capacità degli astrociti di sostenere i motoneuroni. I risultati sono pubblicati on-line in Neurobiology of Aging.


I ricercatori del Cedars-Sinai hanno dapprima cercato di replicare gli studi precedenti che avevano mostrato che gli astrociti di animali da laboratorio con una mutazione SLA non riescono a sostenere i neuroni motori normali. Sono stati sorpresi di scoprire che gli astrociti di SLA molto giovani potevano dare supporto, ma gli astrociti SLA degli animali più vecchi non potevano farlo. Con maggiore sorpresa hanno scoperto che non erano solo gli astrociti malati ad essere danneggiati dall'età.


Gli scienziati hanno visto - e documentato per la prima volta - che anche il normale invecchiamento degli astrociti riduce la loro capacità di supportare i motoneuroni. "Gli astrociti invecchiando perdono la loro capacità di supportare neuroni motori in generale, e ovviamente non riescono ad aiutare quelli attaccati dalla SLA", ha dichiarato Clive Svendsen, PhD, professore e direttore del consiglio di amministrazione dell'Istituto di Medicina Rigenerativa, autore senior dello studio.


Egli ha detto che gli astrociti vecchi e quelli colpiti dalla SLA hanno tassi di mortalità più bassi nella capsula di Petri, di quelli più giovani: sembra che rimangano in giro più a lungo e che si accumulino. Ma, anche se gli astrociti più anziani e quelli con la mutazione SLA vivono più a lungo, sembra che abbiano un danno grave al loro DNA. Invece di essere spazzati via per essere sostituite da nuove cellule sane, quelle vecchie e difettose diventano cianfrusaglia inutile, producendo sostanze chimiche che causano infiammazione nociva. Il processo è accelerato negli astrociti SLA.


"Questi risultati hanno implicazioni per gli scienziati che studiano le malattie neurodegenerative come la SLA e l'Alzheimer e il processo di invecchiamento in generale. Negli animali più giovani, modelli di SLA, e in quelli anziani «normali», ci sono accumuli simili di astrociti difettosi nel sistema nervoso", ha detto Melanie Das, PhD, studente nei Cedars-Sinai in Scienze Biomediche e Medicina Translazionale, primo autore dello studio.


Dopo aver stabilito gli effetti dell'invecchiamento sugli astrociti, i ricercatori hanno fatto un ulteriore passo: hanno valutato i potenziali effetti terapeutici di una proteina appositamente progettata.


"Abbiamo scoperto che coltivando gli astrociti invecchiati e quelli della mutazione SLA con una proteina protettiva dei neuroni, chiamata GDNF, siamo riusciti ad aumentare la sopravvivenza dei motoneuroni. Sapevamo già che la GDNF era protettiva direttamente sui neuroni motori, ma crediamo che questa sia la prima volta che la somministrazione di GDNF abbia dimostrato di avere un effetto benefico diretto sugli astrociti, resettando forse il loro orologio biologico, che dà benefici in ultima analisi ai neuroni", ha detto Svendsen.


Svendsen e gli scienziati nel suo laboratorio hanno studiato ampiamente la GDNF, mettendo a punto metodi sperimentali per ripristinarne dei livelli benefici nel cervello e nel midollo spinale - in cui la malattia ha origine - e nei muscoli, nel punto in cui le fibre nervose sono a contatto delle fibre muscolari, per stimolare l'azione dei muscoli.


Diversi vasti progetti di ricerca relativi alla GDNF, che prendono forma al Cedars-Sinai, sono finanziati dal California Institute for Regenerative Medicine. "Dato il fenomeno dell'invecchiamento, assumono un'importanza ancora maggiore i nostri principali programmi finanziati dal CIRM, volti ad indurre gli astrociti derivati ​​da cellule staminali giovani a secernere GDNF, e quindi a trapiantare queste cellule di nuovo nei pazienti", ha detto Svendsen, docente emerito di Medicina Rigenerativa.

 

 

 

 

 


FonteCedars-Sinai Medical Center via Newwise (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Melanie M. Das, Clive N. Svendsen. Astrocytes show reduced support of motor neurons with aging that is accelerated in a rodent model of ALS. Neurobiology of Aging, 2014; DOI: 10.1016/j.neurobiolaging.2014.09.020

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023 | Ricerche

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

"Ci...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Nuova 'teoria unificata della mente': implicazioni per la prevenzion…

17.07.2025 | Ricerche

In un nuovo studio con implicazioni sulla prevenzione del morbo di Alzheimer (MA) e altr...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.