Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Trovato nuovo percorso di controllo della spazzatura cellulare, attivo nelle neurodegenerazioni umane

Molte malattie neurodegenerative umane, tra cui l'Alzheimer, il Parkinson e l'Huntington, ma anche l'invecchiamento, sono collegate ad un accumulo di proteine ​​anormali ed aggregate nelle cellule.


La «spazzatura» cellulare di questo tipo può essere rimossa dalle cellule inviandola ad una stazione di riciclaggio cellulare chiamata lisosoma.


Gli scienziati dell'Istituto Max Planck di Biochimica di Martinsried in Germania, hanno ora scoperto una nuova famiglia di proteine ​​di supporto, che riconoscono i rifiuti proteici cellulari marcati e li guidano in modo efficiente ai lisosomi per essere scomposti e successivamente riciclati nei loro componenti riutilizzabili.


I risultati di questo studio, appena pubblicato sulla rivista Cell, sono fondamentali per capire come le cellule rimuovono i rifiuti cellulari e apriranno nuove strade per gli studi volti a combattere le malattie neurodegenerative.


Le proteine, i componenti del nostro corpo che eseguono, controllano ed organizzano praticamente tutte le funzioni nelle nostre cellule, sono fatti di stringhe di aminoacidi, che - come un origami - sono piegate in strutture tridimensionali specifiche e complesse in base alla funzione prevista. Tuttavia, poiché la piegatura e il mantenimento di tali strutture sono molto sensibili allo stress cellulare o ambientale, le proteine ​​possono potenzialmente piegarsi male o formare grumi (aggregati).


Tali rifiuti proteici indesiderati possono essere tossici per le cellule e perfino portare alla loro morte. Poiché molte malattie neurodegenerative umane sono note per essere collegate ad un accumulo di aggregati proteici anormali, la scienza di base (cercando di capire come le cellule rimuovono l'immondizia cellulare) è elementare per progettare strategie per  prevenire o curare potenzialmente tali disturbi.


Gli scienziati del laboratorio di Stefan Jentsch del MPIB hanno ora usato con successo il lievito di birra per individuare nuovi percorsi di smaltimento dei rifiuti cellulari. Kefeng Lu, ricercatore post-dottorato dalla Cina, ha scoperto una nuova classe di proteine ​di supporto (definite proteine ​​CUET), presente sia nel lievito che negli esseri umani, che riconoscono la spazzatura cellulare marcata per l'eliminazione con una etichetta apposta nella forma della proteina esistente ubiquitariamente chiamata «ubiquitina».


È importante sottolineare che queste proteine ​​di supporto, recentemente identificate, incanalano la spazzatura cellulare in un percorso «auto-digerente» (autofagia) verso il lisosoma, un compartimento delle cellule dedicato alla scomposizione e al riciclaggio.


Gli scienziati del Max Planck sono riusciti anche a dimostrare che una proteina tossica legata alla proteina «huntingtina» anomala, che forma aggregati, dei pazienti con la malattia neurodegenerativa di Huntington, è distrutta efficacemente dal percorso recentemente identificato. L'importanza di questo percorso è che esso sembra specifico delle proteine ​​aggregate come l'huntingtina e sembra essere più potente dei meccanismi di smaltimento dei rifiuti cellulari scoperti in precedenza.


Poiché il meccanismo di smaltimento cellulare identificato opera anche nel lievito, le ricerche dovranno ora sfruttare appieno le sue potenti possibilità sperimentali per indagare ulteriormente questo percorso. Un'analisi dettagliata di questo meccanismo sarà fondamentale per capire come le proteine ​​che formano aggregati portano alle malattie umane e può aiutare a sviluppare i concetti per la possibile prevenzione delle malattie.

 

 

 

 

 


FonteMax Planck Institute of Biochemistry  (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:  Kefeng Lu, Ivan Psakhye, Stefan Jentsch. Autophagic Clearance of PolyQ Proteins Mediated by Ubiquitin-Atg8 Adaptors of the Conserved CUET Protein Family. Cell, 2014; DOI: 10.1016/j.cell.2014.05.048

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

[Domenic Praticò] Consigli pratici per diventare un super-anziano

1.12.2025 | Esperienze & Opinioni

Quando si parla di invecchiamento, sappiamo che esso non è un processo uniforme e uguale per tutt...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Livelli di ossigeno nel sangue potrebbero spiegare perché la perdita di memori…

9.06.2021 | Ricerche

Per la prima volta al mondo, scienziati dell'Università del Sussex hanno registrato i li...

'Scioccante': dopo un danno, i neuroni si auto-riparano ripartendo d…

17.04.2020 | Ricerche

Quando le cellule cerebrali adulte sono ferite, ritornano ad uno stato embrionale, secon...

La consapevolezza di perdere la memoria può svanire 2-3 anni prima della compa…

27.08.2015 | Ricerche

Le persone che svilupperanno una demenza possono cominciare a perdere la consapevolezza dei propr...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)