Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Veloce test di memoria 'dà l'età' agli anziani

Tu sei vecchio quanto ti senti, o almeno così dice il proverbio.


Ora una ricerca suggerisce che un semplice test della memoria può avere un impatto notevole sulla sensazione di quanto si sente vecchio un anziano, facendolo invecchiare di circa cinque anni nel giro di cinque minuti.


I risultati sono pubblicati su Psychological Science, una rivista della Association for Psychological Science.


"Lavori precedenti dimostrano che il numero di anni che ci sentiamo di avere - la propria età soggettiva - predice esiti significativi per la salute, anche meglio di quanto possa fare l'età cronologica"
, dice la ricercatrice senior Lisa Geraci della Texas A&M University. "Questi nuovi risultati sono interessanti perché suggeriscono che l'età soggettiva è malleabile, e che si può cambiare l'età soggettiva e influenzare la cognizione e il comportamento degli anziani".


Dati gli stereotipi che associano l'invecchiamento ai problemi della memoria, la Geraci e i dottorandi Matthew Hughes e Ross DeForrest hanno ipotizzato che dover fare un test di memoria potrebbe evidenziare l'identità dell'età degli anziani, facendoli sentire più vecchi di quanto si sentirebbero altrimenti.


Nel loro primo studio, i ricercatori hanno reclutato 22 anziani di età compresa tra 65 e 85 anni e hanno chiesto loro di indicare quanti anni si sentivano di avere su una linea segnata solo con estremi 0 e 120. I partecipanti sono stati sottoposti poi ad un breve test che valutava i vari aspetti del funzionamento cognitivo e un test di richiamo della memoria. I partecipanti hanno poi indicato la loro età soggettiva sulla linea, un'altra volta.


All'inizio dello studio, i partecipanti hanno riferito di sentirsi di circa 58,59 anni di età, molto più giovani della loro età cronologica media di 75.05 anni. Dopo aver fatto il test della memoria, tuttavia, la loro età soggettiva é aumentata fino alla media di 63,14 anni di età, quasi 5 anni in più della loro sensazione iniziale. Ulteriori studi hanno dimostrato che l'effetto é specifico per gli anziani e ai test di memoria; non c'è alcun effetto di invecchiamento nei giovani adulti o negli anziani che hanno fatto un test di parole, invece che uno della memoria.


Uno studio finale ha rivelato che il test di memoria stesso non è necessario per suscitare questo effetto: leggere semplicemente le istruzioni per il test di memoria è sufficiente a indurre un effetto soggettivo di invecchiamento tra i partecipanti più anziani. "Questa ricerca dimostra che mettere semplicemente un anziano in un ambito di test di memoria influisce sulla sua percezione di se stesso", dice la Geraci.


In particolare, i partecipanti non hanno mostrato problemi di memoria reali, suggerendo che era la percezione della loro capacità - piuttosto che la loro capacità effettiva - a influire sull'età che si sentivano di avere. La Geraci ed i suoi studenti sono attualmente alla ricerca in altri tipi di attività che influenzano l'età soggettiva, e stanno anche esplorando se ci sono alcuni compiti che in realtà fanno sentire gli anziani più giovani di quello che sono.

 

 

 

 

 


Fonte: Association for Psychological Science.

Riferimenti: M. L. Hughes, L. Geraci, R. L. De Forrest. Aging 5 Years in 5 Minutes: The Effect of Taking a Memory Test on Older Adults' Subjective Age. Psychological Science, 2013; DOI: 10.1177/0956797613494853

Pubblicato in psychologicalscience.org (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

L'Alzheimer è composto da quattro sottotipi distinti

4.05.2021 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato dall'accumulo anomale e dalla diffusione del...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Meccanismo neuroprotettivo alterato dai geni di rischio dell'Alzheimer

11.01.2022 | Ricerche

Il cervello ha un meccanismo naturale di protezione contro il morbo di Alzheimer (MA), e...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Antiossidanti aiutano contro vari problemi di salute, ma è complicato capire q…

3.11.2025 | Esperienze & Opinioni

La descrizione di antiossidante è tutta nel nome: gli antiossidanti contrastano gli ossi...

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023 | Ricerche

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Perché vivere in un mondo ‘incredibilmente tossico’ aumenta il rischio di Alzh…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

Sei preoccupato per la minaccia del morbo di Alzheimer (MA), e ti stai chiedendo che cos...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)