Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Eccessiva 'potatura' dei neuroni porta alla malattia

Scienziati del Montreal Neurological Institute and Hospital (The Neuro) della McGill University, hanno fatto importanti scoperte sul processo cellulare che avviene durante il normale sviluppo del cervello e che può avere un ruolo importante nelle malattie neurodegenerative.


I risultati dello studio, pubblicati in Cell Reports, una delle principali riviste scientifiche, definisce nuovi percorsi e punta a nuove terapie per l'Alzheimer, il Parkinson, la SLA e altre malattie neurodegenerative che colpiscono milioni di persone in tutto il mondo.


La ricerca sulle malattie neurodegenerative si é tradizionalmente concentrata sulla morte dei corpi delle cellule nervose. Tuttavia, è ormai certo che, nella maggior parte dei casi, la morte del corpo delle cellule nervose rappresenta l'evento finale di un processo patologico esteso. Gli studi hanno dimostrato che proteggere i corpi delle cellule dalla morte non ha alcun impatto sulla progressione della malattia, mentre bloccare la rottura precedente dell'assone ha un vantaggio significativo.


Il nuovo studio, condotto da ricercatori del The Neuro, sposta l'attenzione sulla perdita o la degenerazione degli assoni, i 'rami' della cellula nervosa che ricevono e distribuiscono i segnali neurochimici tra i neuroni. Durante lo sviluppo iniziale, gli assoni sono 'potati' per garantire la normale crescita del sistema nervoso.


Una  evidenza che sta emergendo suggerisce che è questo processo di potatura che si riattiva nella malattia neurodegenerativa, portando alla perdita aberrante di assoni e dendriti. La potatura assonale nella fase di sviluppo è influenzata in modo significativo da proteine ​​chiamate caspasi. "L'idea che le caspasi siano coinvolte anche nella degenerazione assonale durante lo sviluppo, è molto recente", ha detto il dottor Philip Barker, il ricercatore principale del The Neuro e autore senior dello studio.


Il dottor Barker ed i suoi colleghi dimostrano che l'attività di alcune caspasi 'carnefici' (caspasi-3 e caspasi-9) inducono la degenerazione assonale e che la loro azione è soppressa da una proteina chiamata XIAP (inibitore della apoptosi X-legato). "Abbiamo scoperto che le caspasi-3 e -9 hanno un ruolo cruciale nella degenerazione assonale e che le loro attività sono regolate dall'XIAP. L'XIAP agisce da freno all'attività delle caspasi e deve essere rimosso perché proceda la degenerazione", ha aggiunto il dottor Barker.


Questo equilibrio tra caspasi e XIAP garantisce che le caspasi non causino distruzioni inutili o eccessive. Tuttavia, questo equilibrio potrebbe alterarsi durante la malattia neurodegenerativa. "Capire i percorsi che regolano i livelli di XIAP, ci permetterà di sviluppare terapie che riducono la degenerazione caspasi-dipendente durante una malattia neurodegenerativa".

 

 

 

 

 


Fonte: McGill University.

Riferimenti: Nicolas Unsain, Julia M. Higgins, Kristen N. Parker, Aaron D. Johnstone, Philip A. Barker. XIAP Regulates Caspase Activity in Degenerating Axons. Cell Reports, 2013; 4 (4): 751 DOI: 10.1016/j.celrep.2013.07.015

Pubblicato in McGill.ca (> English version) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Acetil-L-carnitina può aiutare la memoria, anche insieme a Vinpocetina e Huper…

27.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Demenza grave, neuropatie (nervi dolorosi), disturbi dell'umore, deficit di attenzione e...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

[Greg O'Brien] Scoprire la grazia dell'imperfezione: apprezzare la l…

11.11.2025 | Voci della malattia

"Scrivi in ​​modo forte e chiaro ciò che fa male" (attribuito a Ernest Hemingway)

<...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023 | Ricerche

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Molecola 'anticongelante' può impedire all'amiloide di formare …

27.06.2018 | Ricerche

La chiave per migliorare i trattamenti per le lesioni e le malattie cerebrali può essere nelle mo...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)