Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Stanno diminuendo le persone che sviluppano la demenza?

Nuovi dati del Rotterdam Study suggeriscono che l'incidenza della demenza è in declino, forse a causa delle misure di prevenzione e del migliore controllo e trattamento dei fattori di rischio vascolari.

"Anche se le differenze nell'incidenza della demenza non sono significative, il nostro studio suggerisce che l'incidenza della demenza è diminuita tra il 1990 e il 2005", ha riferito il gruppo di studio in Neurology del 8 maggio.


 "Il nostro studio suggerisce che il drammatico aumento del numero assoluto di persone affette da demenza nei prossimi anni potrebbe essere leggermente inferiore a quanto si è riportato in precedenza", nota Monique M. Breteler (foto), MD, PhD, dell'Erasmus MC University Medical Center di Rotterdam in Olanda, e i colleghi.

 

Prove ottimistiche

In un commento collegato, Eric B. Larson, MD, MPH, del Group Health Research Institute di Seattle, stato di Washington, e Kenneth M. Langa, MD, PhD, della University of Michigan di Ann Arbor, dice che questa relazione del "Rotterdam Study, molto considerato, fornisce alcune prove ottimistiche sul fatto che le recenti tendenze in un certo numero di fattori sociali (ad esempio, aumento degli anni di istruzione) e medici (ad esempio, aumento trattamento del rischio vascolare) possono aver portato ad un calo dell'incidenza di demenza specifica per età negli anziani".


Il Dr. Breteler e colleghi hanno confrontato l'incidenza della demenza in 2 sottogruppi autonomi di persone di età compresa tra i 60 ei 90 anni dal Rotterdam Study. Il primo sottogruppo è partito nel 1990 e consisteva di 5.727 individui, il secondo è iniziato nel 2000 e è composto da 1.769 adulti. Tutti i partecipanti eranosenza demenza all'inizio dello studio e sono stati seguiti per un massimo di 5 anni. In totale, 286 partecipanti hanno sviluppato la demenza nel sottogruppo del 1990, rispetto ai 49 nella coorte del 2000. I ricercatori riferiscono che l'incidenza di demenza, aggiustata per età, è stata inferiore del 25% nel sottogruppo del 2000 in tutti gli strati, raggiungendo la significatività marginale nell'analisi complessiva (tasso di tasso di incidenza [IRR], 0,75; intervallo di confidenza al 95% [CI], 0,56 - 1,02).


Per gli uomini, la differenza era più grande nel gruppo di età 70-79 anni (IRR, 0.48, 95% CI, 0,21-1,11), mentre non vi era alcuna differenza nell'incidenza di demenza in quelli di 80-89 anni ( IRR, 0.98, 95% CI, 0,51-1,90). Nel loro commento, il dottor Larson e il dottor Langa dicono che i risultati del declino relativamente maggiore dell'incidenza per il gruppo di età 70-79 anni, rispetto al gruppo 80-89 anni, potrebbe essere "almeno un accenno della compressione della morbilità cognitiva, vale a dire che i meno vecchi stanno rimandando l'incidenza della demenza a un'età più avanzata e, quindi, presumibilmente, passano meno tempo in totale con la demenza".


Per le donne, la riduzione stimata dell'incidenza della demenza è passata dal 9% nello strato di età più basso (60-69 anni: IRR, 0.91, 95% CI, 0,17-4,94) al 23% nello strato di età più alto (80-89 anni: IRR, 0,77, 95% CI, 0,45-1,29), dicono i ricercatori.

 

Cervelli più sani nelle scansioni

I tassi di mortalità erano più bassi nel sottogruppo del 2000 (tasso 0.63, 95% CI, 0,52-0,77) rispetto al sottogruppo del 1990. L'evidenza di un trend in calo dell'incidenza della demenza, dicono i ricercatori, è ulteriormente supportata dall'osservazione che i partecipanti del sottogruppo 2000 hanno in media meno atrofia cerebrale (maggiori volumi cerebrali totali, p <.001) e meno malattia cerebrale dei piccoli vasi nella scansione di risonanza magnetica (anche se non significativo negli uomini) rispetto alla coorte precedente.


Essi notano che i risultati sono in linea con un recente rapporto sulle tendenze dell'incidenza e della prevalenza della demenza negli Stati Uniti, dove è stata osservata una diminuzione dell'incidenza della demenza a Rochester in Minnesota, tra il 1985 e il 1994. Tuttavia, queste scoperte sono in contrasto con precedenti rapporti da Rochester che non hanno riferito alcun cambiamento nell'incidenza tra il 1960 e il 1974 e un possibile aumento nella demenza tra gli adulti oltre 85 anni tra il 1965 e il 1984. "L'incremento registrato, tuttavia, potrebbe benissimo essere il risultato di una crescente consapevolezza della demenza e del continuo aumento dell'identificazione nel corso degli anni", sottolineano il Dr. Breteler e i colleghi.

 

Profonde implicazioni

I ricercatori pensano che le loro stime riflettono un calo reale dei tassi di incidenza per diversi motivi: gli stessi metodi sono stati utilizzati per diagnosticare la demenza in entrambi i sottogruppi, c'è stata una riduzione del rischio in tutti gli strati di sesso ed età (tranne che per gli uomini di età superiore a 80 anni), e c'era una netta riduzione della mortalità.


"Una persona che muore", spiegano, "non ha più il rischio di sviluppare demenza, mentre i fattori di rischio sottostanti, i fattori vascolari, in particolare sono associati sia alla demenza che al rischio di mortalità. Il tasso di mortalità, e quindi l'effetto del rischio concorrente, è stato maggiore nella coorte del 1990. Se i tassi di mortalità fossero stati gli stessi in entrambi i sottogruppi, la differenza nei tassi di incidenza di demenza probabilmente sarebbe stata più grande".


Anche i dati delle scansioni cerebrali che mostrano volumi cerebrali più grandi e meno malattia cerebrale dei piccoli vasi nel sottogruppo 2000 supportano la constatazione del declino dell'incidenza della demenza, dicono. Il declino nell'incidenza della demenza può essere dovuto a fattori come i livelli di istruzione più elevati e una maggiore attenzione ai fattori di rischio vascolari nella popolazione. Sebbene le prevalenze dell'ipertensione e dell'obesità siano significativamente aumentate tra il 1990 e il 2000, questo è stato di pari passo con un aumento significativo dell'uso di antitrombotici (antiaggreganti piastrinici in particolare) e farmaci ipolipemizzanti, sottolineano i ricercatori.


Il Dr. Larson e il dottor Langa dicono: "La ricerca in corso senza dubbio confermerà in seguito la risposta alla domanda: L'incidenza della demenza è in declino? Le implicazioni cliniche e di politica pubblica di tale ricerca sono profonde, dato il numero enorme e crescente di persone che raggiungono una età avanzata".


Il Dr. Breteler e gli editorialisti non hanno rivelato alcuna relazione finanziaria rilevante. Un elenco completo delle segnalazioni per il gruppo di studio è disponibile nell'articolo.

 

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Neurology. 2012;78:1452-1453,1456-1463. Abstract Editoriale

Pubblicato da Megan Brooks in Medscape News Today il 11 Maggio 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

'Evitare l'Alzheimer potrebbe essere più facile di quanto pensi'…

16.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Hai l'insulino-resistenza? Se non lo sai, non sei sola/o. Questa è forse la domanda più ...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

È lo scopo o il piacere la chiave della felicità mentre invecchiamo?

19.11.2021 | Esperienze & Opinioni

I benefici di avere un senso di scopo nella vita sono davvero incredibili. Le persone co...

Districare la tau: ricercatori trovano 'obiettivo maneggiabile' per …

30.01.2019 | Ricerche

L'accumulo di placche di amiloide beta (Aβ) e grovigli di una proteina chiamata tau nel ...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.