Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Anomalie nel neurosviluppo potrebbero gettare le basi per l'Alzheimer

expression of APP in the human fetal cortexL'APP è espressa in tutti i tipi di cellule rilevati da scRNAseq della corteccia fetale umana dalla settimana 6 alla 10 (Fonte: Shabani et al)

Nella corteccia cerebrale, la neurogenesi - la formazione di cellule neurali dalle cellule staminali - inizia nel feto alla 5a settimana di gestazione ed è quasi completa alla 28a settimana. È un processo complesso con meccanismi finemente regolati.


“Nell'uomo, la neurogenesi dura particolarmente a lungo rispetto ad altre specie", spiega Khadijeh Shabani, ricercatore post-dottorato del Paris Brain Institute. "Le cellule staminali neurali rimangono in uno stato progenitore per un lungo periodo. Solo più tardi si differenziano in cellule gliali, astrociti o oligodendrociti che formeranno l'architettura del cervello e del midollo spinale".


Fino ad ora, i ricercatori non sapevano come fosse regolato questo equilibrio tra proliferazione delle cellule staminali e differenziazione in diversi tipi di cellule. Soprattutto, ignoravano se la durata eccezionale della neurogenesi umana potrebbe spianare la strada a vulnerabilità specifiche per la nostra specie, come le malattie neurodegenerative.


Per capire meglio come è modellato il nostro cervello durante questo periodo cruciale, i ricercatori del team di 'Sviluppo cerebrale', guidato da Bassem Hassan al Paris Brain Institute, hanno eseguito uno studio, appena pubblicato su Science Advances.

 

APP, direttrice d'orchestra della produzione neuronale

“Eravamo interessati alla proteina precursore amiloide (APP), che è altamente espressa durante lo sviluppo del sistema nervoso", afferma Hassan. "È un obiettivo di ricerca entusiasmante in quanto la sua frammentazione produce i famosi peptidi amiloidi, la cui aggregazione tossica è associata alla morte neuronale osservata nel morbo di Alzheimer (MA). Pertanto, si sospetta che l'APP possa avere un ruolo centrale nelle prime fasi della malattia".


In molte specie, l'APP è coinvolta in vari processi biologici, come riparare lesioni cerebrali, orchestrare la risposta cellulare dopo la privazione di ossigeno o controllare la plasticità cerebrale. È altamente espressa durante la differenziazione e la migrazione dei neuroni corticali, suggerendo un ruolo essenziale nella neurogenesi. Ma come è negli umani?


Per tracciare l'espressione dell'APP durante lo sviluppo del cervello umano, i ricercatori hanno usato i dati di sequenziamento cellulare ottenuti dal feto a 10 e a 18 settimane di gestazione. Hanno osservato che la proteina è espressa per la prima volta in 6 tipi di cellule, quindi, poche settimane dopo, in non meno di 16 tipi di cellule. Hanno quindi usato la tecnica delle forbici genetiche CRISPR-Cas9 per produrre cellule staminali neurali in cui l'APP non era espressa. Hanno quindi confrontato queste cellule geneticamente modificate con cellule ottenute in vivo.


“Questo confronto ci ha fornito dati preziosi", spiega Shabani. "Abbiamo osservato che, in assenza di APP, le cellule staminali neurali hanno prodotto molti più neuroni, più rapidamente, ed erano meno inclini a proliferare nello stato cellulare progenitore".


In particolare, il team ha mostrato che l'APP era coinvolta in due meccanismi genetici finemente regolati: da un lato, la segnalazione canonica WNT, che controlla la proliferazione delle cellule staminali e l'attivazione di AP-1, che innesca la produzione di nuovi neuroni. Agendo su queste due leve, l'APP è in grado di regolare i tempi della neurogenesi.

 

Neurogenesi umana, esclusivamente umana

Mentre la perdita di APP accelera fortemente la neurogenesi cerebrale nell'uomo, questo non è il caso dei roditori. Hassan spiega:

“Nei topi modello, la neurogenesi è già molto veloce, troppo veloce perché la privazione dell'APP possa accelerarla ulteriormente. Possiamo immaginare che il ruolo regolatorio di questa proteina sia trascurabile nei topi, mentre è essenziale per il neurosviluppo della nostra specie: per acquisire la sua forma finale, il nostro cervello deve generare enormi quantità di neuroni per un periodo molto lungo e secondo un piano definito.

"Le anomalie legate all'APP potrebbero causare neurogenesi prematura e stress cellulare significativo, le cui conseguenze sarebbero osservabili in seguito. Inoltre, le regioni cerebrali in cui appaiono i primi segni del MA hanno il tempo di maturazione più lungo durante l'infanzia e l'adolescenza".


E se i tempi della neurogenesi umana fossero direttamente collegati ai meccanismi della neurodegenerazione? Sebbene le malattie neurodegenerative siano generalmente diagnosticate tra i 40 e i 60 anni, i ricercatori ritengono che i segni clinici appaiano diversi decenni dopo l'inizio del declino in alcune connessioni neuronali. Questa perdita di connettività può riflettere anomalie su scala molecolare presenti dall'infanzia o anche prima.


Saranno necessari ulteriori studi per confermare che l'APP ha un ruolo centrale nelle anomalie del neurosviluppo che aprono la strada al MA. In caso di conferma, secondo Hassan potremmo considerare che

"... questi disturbi portano alla formazione di un cervello che funziona normalmente alla nascita ma è particolarmente vulnerabile a determinati eventi biologici - come infiammazione, eccito-tossicità o mutazioni somatiche - e alcuni fattori ambientali come dieta scadente, mancanza di sonno, infezioni, ecc.

"Nel tempo, questi stress diversi potrebbero portare alla neurodegenerazione, un fenomeno specifico delle specie umane e reso particolarmente evidente dall'aumento dell'aspettativa di vita".

 

 

 


Fonte: Institut du Cerveau via EurekAlert! (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: K Shabani, [+11] BA Hassan. The temporal balance between self-renewal and differentiation of human neural stem cells requires the amyloid precursor protein. Science Advances, 16 Jun 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 



Notizie da non perdere

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Piccola area del cervello ci aiuta a formare ricordi specifici: nuove strade p…

6.08.2025 | Ricerche

La vita può dipanarsi come un flusso continuo, ma i nostri ricordi raccontano una storia...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Il 'Big Bang' dell'Alzheimer: focus sulla tau mortale che cambi…

11.07.2018 | Ricerche

Degli scienziati hanno scoperto un "Big Bang" del morbo di Alzheimer (MA) - il punto pre...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Rete nascosta di enzimi responsabile della perdita di sinapsi nell'Alzhei…

8.12.2020 | Ricerche

Un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA) eseguito da scienziati dello Scripps Researc...

L'Alzheimer è in realtà un disturbo del sonno? Cosa sappiamo del legame t…

28.02.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una forma di demenza che insorge quando c'è un accumulo di ...

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022 | Ricerche

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Scoperto il punto esatto del cervello dove nasce l'Alzheimer: non è l…

17.02.2016 | Ricerche

Una regione cruciale ma vulnerabile del cervello sembra essere il primo posto colpito da...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Cerca il tuo sonno ideale: troppo e troppo poco legati al declino cognitivo

28.10.2021 | Ricerche

Come tante altre cose buone della vita, il sonno fa meglio se è moderato. Uno studio plu...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023 | Ricerche

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)