Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Qualunque quantità di fibre mangi ... mangiane di più!

L'intestino umano si è evoluto per prosperare su fibre fermentabili, non su cheeseburger alla pancetta.

Quell'enorme gamma di integratori di fibre alimentari disponibile in farmacia o nello scaffale del supermercato può essere opprimente per un consumatore. Hanno anche tutti i tipi di slogan su quanto fanno bene, non essendo soggetti alla revisione e all'approvazione della FDA. Allora come fai a sapere quale integratore funziona e quale sarebbe il migliore per te?


Un esame rigoroso dei microbi intestinali dei partecipanti allo studio che avevano assunto tre diversi tipi di integratori con diverse sequenze, conclude che le persone che avevano mangiato le quantità minime di fibre prima dello studio mostravano il massimo beneficio dagli integratori, indipendentemente da quali consumavano.


"Le persone che hanno risposto meglio mangiavano il minimo di fibre prima"
, ha detto l'autore senior dello studio Lawrence David, professore associato di genetica molecolare e microbiologia alla Duke University.


Il vantaggio della fibra alimentare non è solo la cacca più facile che pubblicizzano i promotori. Anche le fibre fermentabili - carboidrati dietetici che l'intestino umano non può elaborare da solo, ma che alcuni batteri possono digerire - sono una fonte essenziale di nutrienti di cui hanno bisogno i microbi intestinali per rimanere sani.


"Ci siamo evoluti per dipendere dai nutrienti che i nostri microbiomi producono per noi", ha affermato Zack Holmes, postdottorato nel laboratorio di David e coautore di due nuovi studi sulle fibre. "Ma con i recenti cambiamenti nella dieta, lontano dai cibi ricchi di fibre, abbiamo smesso di nutrire i nostri microbi con ciò di cui hanno bisogno".


Quando i tuoi microbi intestinali sgranocchiano allegramente una dieta con molte fibre, producono più acidi grassi a catena corta che ti proteggono dalle malattie dell'intestino, dai tumori del colon-retto e persino dall'obesità. E in particolare, producono di più un acido grasso chiamato butirrato, che è carburante per le cellule intestinali stesse. Il butirrato ha dimostrato di migliorare la resistenza dell'intestino ai patogeni, di ridurre l'infiammazione e di creare cellule più felici e più sane che rivestono l'intestino ospitante.


Data la varietà di integratori disponibili, il team di ricerca di David voleva sapere se era necessario 'personalizzare' gli integratori di fibre per persone diverse, poiché è stato dimostrato che diverse fibre fermentabili hanno effetti diversi sulla produzione di acidi grassi a catena corta, da un individuo all'altro.


"Non abbiamo visto molta differenza tra gli integratori di fibre che abbiamo testato; sembravano intercambiabili"
, ha detto David durante un giro nel suo nuovo scintillante laboratorio nell'edificio MSRB III, che include uno speciale 'bagno scientifico' per la raccolta di campioni e una serie di otto fermentatori per l'«intestino artificiale» utili a coltivare microbi intestinali felici fuori dal corpo. "Indipendentemente da quale integratori scegli tra quelli del test, sembra che il tuo microbioma ti ringrazierà con più butirrato".


L'adulto americano medio consuma solo il 20-40% della quantità giornaliera raccomandata di fibre, che si ritiene sia una causa principale dietro molte delle nostre malattie comuni, come obesità, malattie cardiovascolari, disturbi digestivi e cancro del colon. Invece di dover diventare totalmente vegetariani o consumare chili di cavolo ogni giorno, sono stati creati integratori in fibra convenienti che possono aumentare la produzione di acidi grassi a catena corta.


Gli esperimenti della Duke hanno testato tre tipi principali di integratori di fibre fermentabili: inulina, destrina (Benefiber) e galactooligosaccaridi (GOS) commercializzati come Bimuno. I 28 partecipanti sono stati separati in gruppi e hanno avuto ognuno uno dei tre integratori per una settimana in diversi ordini, con una settimana di pausa tra gli integratori per consentire all'intestino dei partecipanti di tornare a uno stato di base.


I partecipanti che prima consumavano più fibre hanno mostrato il cambiamento minore nel loro microbioma e il tipo di integratore non contava davvero, probabilmente perché stavano già ospitando una popolazione ottimale di batteri intestinali, ha detto David. Al contrario, i partecipanti che prima consumavano il minimo di fibre hanno visto l'aumento maggiore di butirrato con gli integratori, indipendentemente da quale prendevano.


In un secondo studio, che il laboratorio di David ha eseguito con il supporto dell'Office of Naval Research degli Stati Uniti, hanno scoperto che i microbi intestinali hanno risposto a una nuova aggiunta di fibre in un giorno, alterando drasticamente le popolazioni di microbi presenti nell'intestino e cambiando il gene che usavano per digerire il cibo.


Usando i fermentatori artificiali intestinali, i ricercatori hanno scoperto che i microbi intestinali sono stati preparati dalla prima dose a consumare fibre e le hanno digerite rapidamente alla seconda dose.


"Questi risultati sono incoraggianti", ha detto il dottorando Jeffrey Letourneau, primo autore del secondo studio. "Se sei un consumatore a bassa assunzione di fibre, probabilmente non vale la pena stressare così tanto quale tipo di fibra aggiungere. È solo importante che trovi qualcosa che funzioni per te in modo sostenibile".


"Non è necessario nemmeno che sia un integratore", ha aggiunto Holmes. “Può essere solo un cibo ricco di fibre. Le persone che stavano già mangiando molte fibre, provenienti da piante come fagioli, verdure a foglia e agrumi, avevano già microbiomi molto sani".

 

 

 


Fonte: Karl Leif Bates in Duke University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. ZC Holmes, ...[+7], LA David. Microbiota responses to different prebiotics are conserved within individuals and associated with habitual fiber intake. Microbiome, 2022, DOI
  2. J Letourneau, ...[+9], LA David. Ecological memory of prior nutrient exposure in the human gut microbiome. The ISME Journal, 2022, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

LipiDiDiet trova effetti ampi e duraturi da intervento nutrizionale all'i…

9.11.2020 | Ricerche

Attualmente non esiste una cura nota per la demenza, e le terapie farmacologiche esisten...

I dieci fattori legati a un aumento del rischio di Alzheimer

27.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Anche se non c'è ancora alcuna cura, i ricercatori stanno continuando a migliorare la co...

Il ciclo dell'urea astrocitica nel cervello controlla la lesione della me…

30.06.2022 | Ricerche

Nuove scoperte rivelano che il ciclo dell'urea negli astrociti lega l'accumulo di amiloide-beta e la...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023 | Ricerche

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Interleuchina3: la molecola di segnalazione che può prevenire l'Alzheimer…

20.07.2021 | Ricerche

Una nuova ricerca su esseri umani e topi ha identificato una particolare molecola di seg...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Colpi in testa rompono i 'camion della spazzatura' del cervello acce…

5.12.2014 | Ricerche

Un nuovo studio uscito ieri sul Journal of Neuroscience dimostra che un...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

'Tau, disfunzione sinaptica e lesioni neuroassonali si associano di più c…

26.05.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) comporta il deperimento caratteristico di alcune regioni del ...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.