Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Cellule immunitarie del cervello rinnovano speranze per la cura dell'Alzheimer

Un nuovo studio sperimentale condotto sui topi dimostra che la microglia, le cellule immunitarie del cervello, potrebbero avere un ruolo chiave nel proteggere il cervello dall'Alzheimer (AD).

Si ritiene da molto tempo che i depositi proteici appiccicosi e tossici nel cervello chiamati amiloide beta (Aβ) siano responsabili della perdita di memoria dei pazienti con AD. Studi precedenti hanno dimostrato che la microglia può rimuovere le proteine Aβ dal cervello e quindi può essere fondamentale per il successo di una terapia.


Lakshman Kumar PuliÈ interessante notare che la tesi di dottorato di Lakshman Kumar Puli (foto), MPharm (Farmacologia), indica che la microglia può svolgere un ruolo significativo, indipendentemente dalla sua capacità di rimuovere i depositi di Aβ dal cervello. Questi depositi di Aβ fanno partire l'infiammazione all'interno del cervello. Non è chiaro se questa infiammazione sia positiva o negativa. L'infiammazione nociva del cervello attiva le microglia, che possono interferire con il normale funzionamento delle cellule cerebrali o addirittura ucciderle.

 

Tuttavia, secondo questo nuovo studio, è possibile fermare l'attivazione dannosa delle microglia, anche senza rimuovere proteine Aβ dal cervello. La tesi di dottorato di Puli, intitolata "Immunomodulazione sperimentale nell'Alzheimer", utilizza due diversi approcci per sopprimere l'attivazione delle microglia dannose.

  1. Nel primo, i topi geneticamente modificati con Alzheimer, quando trattati con immunoglobuline policlonali umane per via endovenosa (IVIG), hanno soppresso l'attivazione dannosa delle microglia e, sorprendentemente, hanno anche promosso la sopravvivenza dei neuroni neonati nell'ippocampo del cervello, che è considerata la sede della memoria [di breve termine]. Questo è il primo studio sperimentale a suggerire che le IVIG possono promuovere la sopravvivenza dei neuroni neonati nell'ippocampo.

    Le IVIG sono attualmente negli studi clinici di fase finale nei pazienti con AD. Negli esseri umani, si è segnalato che le IVIG fermano la progressione dell'AD in un piccolo numero di pazienti per un periodo notevole di tre anni. Il meccanismo rimane sconosciuto, ma il lavoro sperimentale di Puli suggerisce che le IVIG possono promuovere i benefici clinici nei pazienti con AD, sopprimendo l'attivazione delle microglia nocive e migliorando la sopravvivenza dei neuroni appena nati nel cervello.

    "Questi studi hanno rivelato alcuni meccanismi innovativi molto importanti che possono essere sfruttati da un trattamento con anticorpi umani naturali che potrebbero potenzialmente beneficiare le persone con Alzheimer e altri disturbi correlati all'età", spiega Norman Relkin (Weill Memory Cornell Disorders Program, New York, USA), responsabile dello Studio di Fase 3 Gammaglobulin Alzheimer Partnership (GAP) sulle IVIG per l'Alzheimer.

  2. Nel secondo approccio, Puli e i suoi colleghi ricercatori hanno utilizzato un nuovo topo geneticamente modificato che non ha il gene chiave responsabile dell'infiammazione del cervello. La rimozione di questo gene NFKB1 ha soppressa notevolmente l'attivazione delle microglia, indipendentemente dalla loro capacità di rimuovere le proteine Aβ dal cervello. Tuttavia, in questo studio, non era chiaro se tale soppressione fosse utile o dannosa.

 

Entrambi questi esperimenti indicano chiaramente che le microglia possono essere influenzate in modo vantaggioso per i pazienti di AD.

 

 

 

***********************
Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti qui sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

***********************
Fonte: Materiale della University of Eastern Finland, via AlphaGalileo.

Pubblicato in ScienceDaily il 29 Novembre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:



Notizie da non perdere

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Aumentano le evidenze di origini alternative delle placche di Alzheimer

13.06.2022 | Ricerche

I risultati di uno studio potrebbero spiegare perché i farmaci progettati per rimuovere i depositi d...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Dosi basse di radiazioni possono migliorare la qualità di vita nell'Alzhe…

6.05.2021 | Ricerche

Individui con morbo di Alzheimer (MA) grave hanno mostrato notevoli miglioramenti nel co...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Scoperto un fattore importante che contribuisce all'Alzheimer

22.08.2022 | Ricerche

Una ricerca guidata dai dott. Yuhai Zhao e Walter Lukiw della Luisiana State University ...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.