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Cosa dice il tuo viso della tua salute mentale?

I neo-genitori amano identificare le caratteristiche familiari di se stessi nel volto dei loro figli. "Ha gli occhi di sua madre", o "ha il sorriso di suo padre". La cosa si ferma lì o le caratteristiche del viso  prevedono anche la natura della mente?


Gli antichi greci pensavano che fosse possibile valutare la personalità dall'aspetto del viso. I praticanti dell'arte della fisiognomica affermano che è possibile descrivere la personalità di qualcuno esaminando le caratteristiche del viso. Sono vere queste affermazioni? La mancanza di prove credibili contro queste rivendicazioni accattivanti ha permesso loro di restare in vita.


Cosa ci dice il viso del cervello? È possibile prevedere il comportamento di qualcuno in base alle sue caratteristiche facciali? Uno studio recente ha esaminato se esiste una relazione tra forma cerebrale e caratteristiche del viso.


Quando pensiamo alla forma del cervello, la prima cosa che viene in mente è la serie di cunette e valli formate dalla corteccia cerebrale. Questo strato è responsabile della maggior parte delle nostre funzioni cognitive e dei tratti distintivi della personalità. I complessi modelli di pieghe variano tra i vari individui.


Ci sono, naturalmente, alcuni modelli altamente coerenti in tutti gli umani, le cunette presenti nella metà posteriore del cervello, ad esempio, elaborano le informazioni sensoriali, mentre quelle nella metà anteriore del cervello elaborano e pianificano il movimento.


Tuttavia, i dettagli delle pieghe e la forma delle diverse regioni sono uniche come il volto che si trova davanti al cervello. Ho sezionato centinaia di cervelli e posso attestare la loro incredibile variabilità. (Se desideri leggere di più sul cervello, dai un'occhiata al mio libro The Brain: What Everyone Needs to Know).


Lo sviluppo del cervello e quello del volto sono altamente integrati per tre motivi: hanno un lignaggio condiviso di sviluppo, si sviluppano vicini l'uno all'altro e parlano (chimicamente) l'uno all'altro durante lo sviluppo. Studi hanno dimostrato che dopo lo sviluppo delle parti principali del cervello, ma prima che cresca la sua parte più frontale, alcune cellule si staccano dal cervello e migrano in avanti per dare origine al viso. Questo fenomeno è stato notato per la prima volta nel 1964 per descrivere la correlazione tra la gravità delle malformazioni del cervello e del viso.


Lo studio attuale ha mappato i legami genetici tra le caratteristiche dei singoli volti e la forma del cervello in una grande popolazione di persone senza disturbi neurologici. Ha identificato la posizione di 472 geni che influenzano la forma del cervello; 76 di questi geni, che danno forma al cervello, erano anche collegati alla forma del viso. Pertanto, ci sono almeno 76 posizioni genetiche sovrapposte che collegano le variazioni nella forma cerebrale e lo sviluppo scheletrico cranio-facciale.


Ciò che i ricercatori NON hanno trovato, però, è altrettanto importante.


Lo studio non ha riscontrato alcuna prova che questa sovrapposizione genetica preveda i tratti comportamentali o cognitivi di qualcuno. La forma del viso non prevede nemmeno il rischio di disturbi degenerativi, come l'Alzheimer. Gli autori hanno concluso che è impossibile prevedere il comportamento di qualcuno in base alle caratteristiche del suo viso. Non ci sono prove genetiche di un collegamento tra il volto di una persona e il suo comportamento.


Questi risultati smentiscono affermazioni pseudoscientifiche persistenti su ciò che il viso rivela su di noi. Il rischio di sviluppare un disturbo neuropsichiatrico non è scritto sul tuo viso. Vale la pena di sorriderci su.

 

 

 


Fonte: Gary Wenk PhD, professore di psicologia, neuroscienze, virologia molecolare, immunologia e genetica medica alla Ohio State University.

Pubblicato su Psychology Today (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: S. Naqvi et al. Shared heritability of human face and brain shape. Nature Genetics, 2021, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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