Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Lo stress in mezza età è causa di demenza nelle donne anziane?

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia neurologica irreversibile e progressiva che alla fine rende i malati incapaci di vivere in modo indipendente. Uno dei sintomi cardinali del MA è la perdita di memoria e infine il completo declino cognitivo. Purtroppo non è una malattia rara, la metà degli adulti di età pari o superiore a 85 anni ha il MA. È classificata come la sesta causa di morte negli Stati Uniti e in altri paesi è classificata ancora più in alto (1). Il MA è la causa più comune di demenza negli anziani.


Le cause della demenza sono numerose, alcune sono note e molte sono sconosciute. Lo stress ha dimostrato di aumentare la probabilità di demenza. Gli eventi traumatici precoci sono associati a un rischio più elevato di demenza (2). In uno studio retrospettivo, dei pazienti hanno riscontrato un numero maggiore di eventi stressanti prima dell'inizio della demenza rispetto a quelli che non hanno sviluppato demenza (3).


Non è necessariamente il trauma ad essere associato all'aumento del rischio! Gli individui che soffrono di disturbo da stress post-traumatico (PTSD, posttraumatic stress disorder) hanno un rischio più elevato di demenza rispetto a quelli che hanno subito un trauma, ma non hanno sviluppato PTSD (4).


Perché lo stress? Una parte della risposta allo stress è il rilascio di ormoni come il cortisolo. Quantità persistenti e/o eccessive di cortisolo danneggiano l'ippocampo. Quest'area è fortemente coinvolta nella memoria a lungo termine e il suo danno è legato al MA. Pertanto, non sorprende che lo stress aumenti il ​​rischio di demenza con l'avanzare dell'età.


Da notare che le donne hanno un rischio maggiore di demenza. Una spiegazione ha a che fare con le differenze sessuali nella risposta allo stress. Cioè le donne reagiscono fisiologicamente allo stress in modo diverso rispetto agli uomini. E queste differenze danno alle donne stressate un rischio maggiore di demenza con l'età (5).


Gli effetti deleteri dell'invecchiamento e del cortisolo sul cervello sono correlati molto più intimamente nelle donne che negli uomini. In altre parole, le donne anziane sono più vulnerabili agli effetti cognitivi avversi dello stress rispetto agli uomini anziani. In uno studio che ha analizzato gli effetti dello stress acuto sulla memoria negli anziani (54-72 anni di età), i ricercatori hanno riferito un declino della memoria dopo fattori stressanti solo nelle donne e non negli uomini (6).


Uno studio recente basato sul Baltimore Epidemiologic Catchment Area ha fatto luce sulla relazione tra stress, sesso, invecchiamento e rischio di demenza. L'onda 1 dello studio era del 1981, l'onda 2 nel 1982, l'onda 3 tra il 1993 e il 1996 e l'onda 4 nel 2003-2004. All'onda 3, i partecipanti sono stati interrogati per rivelare specifici eventi di vita traumatici e stressanti nell'ultimo anno (eventi recenti) o precedenti a quello risalente al 1981 (eventi remoti) (7). Esempi di eventi traumatici specifici sono stati considerati il ​​combattimento, uno stupro, un incidente, o un disastro naturale. Esempi di eventi stressanti della vita sono il ​​divorzio, la separazione, la morte del coniuge, il pensionamento o la perdita di un lavoro.


Alle onde 3 e 4, i ricercatori hanno eseguito valutazioni cognitive e test di memoria. Queste valutazioni includevano misurazioni di memoria, attenzione e capacità visuospaziale. I ricercatori erano interessati alle relazioni tra le risposte al colloquio dell'onda 3 e le prestazioni nell'onda 4 per uomini e donne anziani.


I risultati sono stati in qualche modo sorprendenti. Hanno evidenziato un'associazione tra eventi di vita stressanti che si sono verificati di recente (raccolti all'onda 3) e un maggiore declino della memoria 11 anni dopo, solo nelle donne e non negli uomini. I fattori di stress (remoti) precedenti non erano correlati al declino cognitivo negli uomini o nelle donne.


Stranamente, gli eventi traumatici riportati all'onda 3 non erano associati a un declino cognitivo successivo negli uomini o nelle donne. Sembra che lo stress cronico possa avere un impatto maggiore sulle funzioni cognitive rispetto a un incidente traumatico a breve termine.


Un esame più attento sottolinea l'importanza dei tempi del fattore di stress. Sembra che i fattori di stress della vita incontrati nella mezza età siano più dannosi per le donne e aumentino selettivamente il rischio di demenza. Lo studio ha dimostrato che i fattori di stress recenti, quando le donne avevano un'età media di 47-48 anni e non precedenti (remoti), erano associati al declino cognitivo. In altre parole, può darsi che lo stress di mezza età sia più letale per le donne.


Perché le donne sono più vulnerabili agli effetti dello stress sulla cognizione mentre invecchiano? Non ci sono risposte definite. È possibile che uomini e donne percepiscano fattori di stress simili in modo diverso. Gli ormoni sessuali interagiscono con gli ormoni dello stress. Queste interazioni complesse possono predisporre le donne sotto stress, in particolare nella mezza età, al declino cognitivo.


Indipendentemente da quale è la risposta, una cosa è chiara da questi risultati: le donne di mezza età dovrebbero prendere sul serio lo stress. La prevenzione e la gestione dello stress durante la mezza età possono ridurre significativamente il rischio di demenza nelle donne.

 

 

 


Fonte: Marwa Azab PhD, professore di psicologia e sviluppo umano alla California State University di Long Beach.

Pubblicato su Psychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Referenze:

  1. https://www.nia.nih.gov/health/alzheimers-disease-fact-sheet
  2. Whalley, L. J., Staff, R. T., Murray, A. D., Deary, I. J. & Starr, J. M. (2013). Genetic and environmental factors in late onset dementia: possible role for early parental death. Int J Geriatr Psychiatry, 28(1), 75‐81.
  3. Charles E., Bouby‐Serieys, V., Thomas, P. & Clement, J. P. (2006). Links between life events, trauma and dementia; an open study including 565 patients with dementia. Encéphale, 32(5 Pt 1), 746‐752.
  4. Qureshi, S. U., Kimbrell, T., Pyne, J. M., et al. Greater prevalence and incidence of dementia in older veterans with posttraumatic stress disorder. (2010). J Am Geriatr Soc., 58(9 ), 1627‐163.
  5. Zandi, P. P., Carlson, M. C., Plassman, B. L., et al. (2002). Hormone replacement therapy and incidence of Alzheimer disease in older women: The Cache County study. JAMA, 288(17), 2123‐2129.
  6. Almela, M., Hidalgo, V., Villada, C., Espín, L., Gómez‐Amor, J. & Salvador, A. (2011). The impact of cortisol reactivity to acute stress on memory: sex differences in middle‐aged people. Stress, 14(2), 117‐127.
  7. Munro, C. A., Wennber, A. M., Bienko, N., Eaton, W. W., Lyketsos, C. G. & Spira, A. (2018). International Journal of Geriatric Psychiatry, 34, 1008-1017.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

   

 

 

 


Fonte:

(> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Il sonno resetta i neuroni per i nuovi ricordi del giorno dopo

11.09.2024 | Ricerche

Tutti sanno che una buona notte di sonno ripristina l'energia di una persona; ora un nuo...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

Nuovo metodo di selezione farmaci spiega perché quelli di Alzheimer falliscono…

31.01.2022 | Ricerche

Analizzando i meccanismi di malattia nei neuroni umani, dei ricercatori dell'Università del...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

I ricordi perduti potrebbero essere ripristinati: speranza per l'Alzheime…

21.12.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca effettuata alla University of California di ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuova terapia che distrugge i grovigli di tau si dimostra promettente

30.09.2024 | Ricerche

Degli scienziati hanno sviluppato potenziali terapie che rimuovono selettivamente le proteine ​​t...

Immergersi nella natura: gioia, meraviglia ... e salute mentale

10.05.2023 | Esperienze & Opinioni

La primavera è il momento perfetto per indugiare sulle opportunità.

La primavera è un m...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)