Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Perché molti abbandonano l'amica/o con la demenza e la sua famiglia?

 

Diversi anni fa, una mia famigliare stretta ha avuto la diagnosi di cancro al seno. La diagnosi era sconvolgente, ma la risposta è stata incoraggiante. L'oncologo ha analizzato il campione di tessuto fino ai suoi recettori e ha fornito un percorso cristallino di trattamento e ha assegnato una guida esperta e compassionevole per affrontarlo.


Amici e famiglia si sono messi insieme, incontrandola spesso, cucinando i pasti, tenendole le mani, asciugandole le lacrime e, con il tempo, diventando tenaci sostenitori della consapevolezza e della ricerca per la malattia.


Questa risposta al cancro al seno fa parte di un intero movimento di supporto che è stato abbracciato a tutti i livelli dalla società e ha anche visto i giocatori della NFL vestirsi di rosa per un fine settimana ogni autunno. È il modello di risposta che dovremmo dare a qualsiasi malattia: occhi aperti con interesse e supporto, e dedizione all'assistenza e alla cura.


Purtroppo, l'immagine non potrebbe essere più diversa per gli individui affetti da Alzheimer e altre forme di demenza.


I sintomi sono insidiosi e facili da perdere o da ignorare nelle fasi iniziali, e la diagnosi non è mai sicura come con molti tumori, in quanto non siamo soliti prendere un campione di tessuto cerebrale da analizzare. C'è una tremenda carenza di specialisti addestrati per gestire la demenza e anche meno in formazione. Non ci sono quasi volontari 'navigatori' per sostenere le persone nei molti anni di questa malattia. Sono poche le persone preziose, le figure sportive e i personaggi famosi che sono diventati sostenitori per promuovere la consapevolezza e la ricerca di Alzheimer.


Tutti questi deficit esistono nonostante il fatto che la maggior parte delle persone abbia una persona cara o un amico stretto con l'Alzheimer.


Questa malattia colpisce circa 5,5 milioni di americani e il numero cresce rapidamente in base ai dati 2017 diffusi dall'Alzheimer's Association. È la quinta causa di morte dopo i 65 anni, e le morti sono aumentate di quasi il 90% negli ultimi cinque anni. Attualmente è la malattia più costosa per la nostra economia, eppure gli Stati Uniti nella ricerca per l'Alzheimer spendono solo un decimo di quanto fanno per la malattia di cuore e il cancro sommati.


Nella mia pratica come psichiatra geriatrica che gestisce un centro di memoria, sono particolarmente preoccupato della frequenza con cui vedo persone  abbandonare i propri amici e familiari affetti da demenza in un momento in cui hanno più bisogno di aiuto. Questa fuga può essere dovuta alla paura, all'ignoranza o addirittura alla preoccupazione superstiziosa che si possa 'prendere' la malattia.


È anche dovuta agli stereotipi negativi della vecchiaia, della malattia mentale e di ciò che la gente ancora indica in modo inappropriato come 'senilità'. Il termine 'demenza' viene abusato per riferirsi alle persone come pazze o pericolose. È una malattia trattata come il cancro degli anni '50 e '60, di cui si parla sottovoce e talvolta si nasconde ai malati. Questi atteggiamenti portano alcuni a divertirsi alle spalle degli individui con demenza e a escluderli da eventi comunitari o familiari.


Però dimentichiamo che stiamo parlando di nostri cari, amici, vicini e, in molti casi, di noi stessi.


Ad esempio, una delle mie pazienti ha sviluppato segnali precoci di compromissione della memoria e ha cominciato a commettere errori al bridge settimanale. Suo marito ha cercato di aiutarla e di coprirla, ma le altre giocatrici sono diventate sempre più insofferenti e le hanno chiesto di lasciare il gruppo. Mentre i suoi sintomi peggioravano, la maggior parte degli amici ha smesso di invitare la coppia a cene e altri eventi sociali. Nessuno si è offerto di aiutare quando è stata ricoverata in ospedale con un'infezione che ha causato grave confusione e agitazione. Anche i figli della coppia hanno cominciato a diradare le visite in Florida, temendo di esporre i nipoti alla malattia. Il marito si sentiva abbandonato e depresso, e non aveva nessuno a cui rivolgersi fino a quando ha trovato un gruppo locale di sostegno.


Non abbiamo ancora una cura, ma c'è molto da fare per rompere questi comportamenti negativi e emarginanti che impediscono la cura e la qualità della vita agli individui con varie forme di demenza, e ai loro caregiver. Vorrei suggerirti cinque strategie di base:

  1. Informati su questa malattia. La demenza (chiamata anche disturbo neurocognitivo) comporta una disfunzione cognitiva a causa di danni cerebrali. L'Alzheimer è la forma più comune di demenza, ma ci sono molti altri tipi. Solo la valutazione completa di un medico competente può produrre una diagnosi accurata.
  2. Riconosci i punti di forza che ancora esistono. Solo perché qualcuno ha un danno alla memoria o ad altre abilità cognitive non significa che non abbia ancora interessi, capacità, desideri e molti altri punti di forza. Trova i modi per connetterti con le persone lungo le linee di questi punti di forza.
  3. Dai una mano. Aiuta una persona con demenza e il suo caregiver con i trasporti, in giardino, nei lavori domestici, nello shopping e negli altri compiti quotidiani. Questi compiti possono essere schiaccianti per i caregiver che sono già in servizio 24-7.
  4. Offri un pò di sollievo. Libera il caregiver dandogli una pausa per fare un pasto fuori casa, fare commissioni, vedere un film o fare qualcosa che gli consenta di ricaricare la sua energia e il morale.
  5. Diventa sostenitore della consapevolezza, dell'individuazione precoce e della ricerca dell'Alzheimer.

Questi passaggi sono necessari per bandire la paura e la fuga dagli individui con demenza e dai loro caregiver e possono fare la differenza aiutandoli ad avere maggiore dignità, benessere e qualità di vita.

 

 

 


Fonte: Marc Agronin (psichiatra geriatrico e scrittore) in Wall Street Journal (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Microglia: ‘cellule immunitarie’ che proteggono il cervello dalle malattie, ma…

28.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Sappiamo che il sistema immunitario del corpo è importante per tenere tutto sotto controllo e per...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Come rimodellare con le arti l'assistenza alla demenza

14.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Da bambina, Anne Basting è andata a trovare la nonna nella casa di riposo. 'Impressionante' è la ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

Svolta per l'Alzheimer? Confermato collegamento genetico con i disturbi i…

26.07.2022 | Ricerche

Uno studio eseguito in Australia alla Edith Cowan University (ECU) ha confermato il legame tra Alzhe...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Relazioni personali ricche migliorano il funzionamento del cervello

22.06.2020 | Ricerche

Come interagiscono gli individui, come si percepiscono uno con l'altro, e i pensieri e i...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

Età degli organi biologici prevede il rischio di malattia con decenni di antic…

11.03.2025 | Ricerche

I nostri organi invecchiano a ritmi diversi e un esame del sangue che determina quanto ciascuno è...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Nuove case di cura: 'dall'assistenza fisica, al benessere emotivo�…

5.11.2018 | Esperienze & Opinioni

Helen Gosling, responsabile delle operazioni della Kingsley Healthcare, con sede a Suffo...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Proteine grumose induriscono i capillari del cervello: nuovo fattore di rischi…

11.09.2020 | Ricerche

I depositi di una proteina chiamata 'Medin', che è presente in quasi tutti gli anziani, ...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

Seguici su

 
enfrdeites

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.