Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Alzheimer nella Casa di Dio: il banco vuoto

C'è un'esperienza comune in molte congregazioni. Prima il clero è chiamato a fare visite in ospedale e fornire sostegno e preghiera. Dopo, a testimoniare il banco vuoto per molte domeniche. Poi, mandare a casa i fiori dell'altare, seguiti da una telefonata con il gentile "come stai?", ricambiato dal doveroso "Abbastanza bene". Infine, è chiamato a fornire i servizi funebri e in memoria.

Ma cosa accade realmente nel banco vuoto?

Spesso, le esigenze e le preoccupazioni dei caregiver familiari non vengono riconosciute e affrontate nelle congregazioni locali. Non perché il clero e i fedeli siano diventati improvvisamente indifferenti, ma perché non sanno e non capiscono cosa sta succedendo dietro le porte chiuse.

Un luogo comune di bisogno invisibile si trova nelle famiglie alle prese con l'Alzheimer. Una sola persona può avere la malattia, ma l'impatto è sull'intera famiglia. E le increspature alterano un'intera comunità di fedeli.

Nella mia congregazione, ci sono almeno una dozzina di famiglie interessate all'Alzheimer, e queste sono solo quelle che conosco. [...] Secondo tutte le proiezioni questo numero esploderà del 40 per cento nei prossimi 10 anni.

Qual è il problema? Un sacco di persone si ammalano e i famigliari si occupano di loro.

L'Alzheimer è in una categoria particolare. La diagnosi, fino all'epilogo, può spesso esigere un pedaggio per molti, molti anni. Questo lento declino progressivo in un primo momento è spesso nascosto, ma poi la debilitazione è innegabile.

La comprensione sociale popolare è che l'Alzheimer è una malattia che causa una perdita di memoria, ma ciò si rivela un travisamento crudele. La devastazione è molto più pervasiva. Poiché vengono progressivamente distrutti i sistemi cerebrali, sono sempre più compromesse le funzioni comportamentali e fisiche. Sistemi della memoria, processo decisionale, giudizio, senso di direzione/posizione, parola, continenza, cammino e cibarsi sono tutti metodicamente distrutti fino a che la progressione della malattia termina con la morte.

Nei giorni in cui ero cappellano dell'ospizio, quando ero al capezzale di un malato di Alzheimer che si avvicinava alla fine, troppo spesso la famiglia lamentava "Nessuno ci ha detto che sarebbe stato così ..."

Mentre la malattia si scatena nel cervello della persona, si intensifica lo stress sul caregiver e sulla famiglia: ecco l'isolamento, perchè gli amici smettono di venire, o non sono più invitati. Non si riesce più a seguire le esigenze di cura sempre crescenti, sia fisiche che emotive, sotto forma di domande ripetute, o istruzioni che portano all'esaurimento del caregiver. O peggio, se la malattia si manifesta con rabbia e paranoia, provocando nella persona violenze o attacchi contro quelli stessi che assistono.

Le perdite continuano a moltiplicarsi. Perdita del partner, perdita della capacità decisionale condivisa, perdita di ruoli/funzioni in casa, perdita di ricordi condivisi e racconti umoristici, perdita di identità, poichè la persona non riconosce più i propri sè, i propri figli o il coniuge.

Perciò come può una congregazione imparare a trattare con l'Alzheimer, in modo costruttivo e di supporto?

Dobbiamo parlarne. Cosa ci si impedisce di farlo? Paura reciproca, imbarazzo, vergogna, desiderio di proteggere la dignità di una persona cara ... ci sono molte ragioni per cui restiamo in silenzio di fronte a tali circostanze problematiche. Non vogliamo impicciarci. Ci giriamo dall'altra parte in caso di comportamento strano così da non causare imbarazzo. Noi crediamo nella tutela della privacy di una famiglia. Intanto cresce l'inaccessibilità della comunità, e la separazione alla fine sembra insormontabile perchè sia il paziente che il caregiver scivolano via.

Possiamo fare di meglio. Cominciamo con un riconoscimento e un invito.

Potrebbe provenire dal pulpito nella forma di una richiesta di preghiera.

Potrebbe provenire da un gruppo di affinità di cui la famiglia ha fatto parte. Qualcuno fa la prima mossa e riconosce che le famiglie in mezzo a noi stanno lottando. Anche se non vogliamo oltrepassare i nostri confini, vogliamo rimanere una comunità, e ciò significa essere lì nei momenti buoni e in quelli cattivi.

Potrebbe essere un sermone sull'Alzheimer e il pedaggio che grava su famiglie, individui, comunità e, infine, sulla nazione.

Potrebbe essere una sollecitazione pubblica alle famiglie in mezzo a noi alle prese con questa malattia, a tenere aperta una porta e che vogliamo veramente capire come aiutare.

Potrebbe essere una telefonata privata che invita una persona a parlare, e non c'è altro impegno che l'ascolto.

Ci sono molti, molti modi in cui le congregazioni possono rinnovare il ministero di cura e relazione per supportare le famiglie con Alzheimer. Ne parlerò nei prossimi articoli.

Ma prima, parliamone semplicemente.

 

 

 


Fonte: Reverendo Dale Susan Edmonds in Huffington Post (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Ecco perché alcune persone con marcatori cerebrali di Alzheimer non hanno deme…

17.08.2018 | Ricerche

Un nuovo studio condotto all'Università del Texas di Galveston ha scoperto perché alcune...

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Ritmi cerebrali non sincronizzati nel sonno fanno dimenticare gli anziani

18.12.2017 | Ricerche

Come l'oscillazione della racchetta da tennis durante il lancio della palla per servire un ace, l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Falsi miti: perché le persone sono così pessimiste sulla vecchiaia?

4.06.2020 | Esperienze & Opinioni

Non smettiamo di giocare perché invecchiamo, ma invecchiamo perché smettiamo di giocare ...

Come vivere in modo sicuro con la demenza a casa tua

12.11.2020 | Esperienze & Opinioni

C'è un malinteso comune che la persona con una diagnosi di demenza perde la sua indipend...

Il gas da uova marce potrebbe proteggere dall'Alzheimer

15.01.2021 | Ricerche

La reputazione dell'[[acido solfidrico]] (o idrogeno solforato), di solito considerato v...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Chiarito il meccanismo che porta all'Alzheimer e come fermarlo

30.08.2017 | Ricerche

Nel cervello delle persone con Alzheimer ci sono depositi anomali di proteine ​​amiloide-beta e ​...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)