Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


L'impronta digitale unica del nostro senso dell'olfatto potrebbe individuare l'AD

L'impronta digitale unica del nostro senso dell'olfatto potrebbe individuare l'ADL'impronta olfattiva della persona nel mezzo rimane costante, anche dopo 30 giorni (a destra), ma è molto diversa da quella di un'altra persona (a sinistra).

Ognuno di noi ha nel naso circa sei milioni di recettori dell'odore, di circa quattrocento tipi diversi. La distribuzione di questi recettori varia da persona a persona, al punto che il senso dell'odore di ogni persona potrebbe essere unico.


Con una ricerca pubblicata di recente su Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS), scienziati del Weizmann Institute riferiscono un metodo per caratterizzare con precisione il senso dell'odorato di una persona, che loro chiamano «impronta digitale olfattiva».


Le implicazioni di questo studio vanno oltre il semplice olfatto, e spaziano dalla diagnosi precoce (basata sull'impronta digitale olfattiva) delle patologie degenerative del cervello, ad un test non invasivo per trovare le corrispondenze degli organi donati.


Il metodo si basa su similarità o differenza tra due odori. Nella prima fase dell'esperimento, i volontari sono stati invitati a valutare 28 odori diversi in base alle 54 diverse parole descrittive, ad esempio, «limonoso» o «maschile».


L'esperimento, condotto dal dottor Lavi Secundo, insieme con i dott. Kobi Snitz e Kineret Weissler, tutti del laboratorio del Prof. Noam Sobel del Dipartimento di Neurobiologia del Weizmann Institute, è arrivato allo sviluppo di una formula matematica multidimensionale complessa per determinare, in base ai giudizi dei soggetti, quanto sono simili tra loro due odori nel senso umano dell'olfatto.


La forza di questa formula, secondo Secundo, è che non richiede ai soggetti di concordare l'uso e l'applicabilità di qualsiasi descrittore verbale. Così, l'impronta digitale dipende dall'odore ma è indipendente dal descrittore e dalla lingua.


I 28 odori generano 378 diverse coppie, ciascuna con un diverso livello di somiglianza. Questo ci fornisce un'impronta digitale 378-dimensionale. Con questo strumento altamente sensibile, gli scienziati hanno scoperto che ogni persona ha in effetti un modello unico individuale: l'impronta digitale olfattiva.


Questa scoperta potrebbe essere valida per milioni di persone? I ricercatori dicono che i loro calcoli dimostrano che solo 28 odori potrebbero essere usati per determinare le «impronte digitali» di circa 2 milioni di persone, e solo 34 odori sarebbero sufficienti ad identificare tutti i sette miliardi di individui del pianeta.


La fase successiva della ricerca ha suggerito che la nostra impronta olfattiva può collimare con un altro sistema per cui siamo tutti diversi: il sistema immunitario. Hanno trovato, per esempio, che un antigene immunitario chiamato HLA, usato oggi per valutare le corrispondenze degli organi donati, è correlato ad alcune impronte olfattive. Questa parte dello studio è stata condotta insieme con i dottori Ron Loewenthal e Nancy Agmon-Levin, e con il Prof. Yehuda Shoenfeld, tutti dello Sheba Medical Center.


I ricercatori pensano che le impronte digitali olfattive, oltre ad aiutare ad identificare gli individui, potrebbero diventare un metodo per la diagnosi precoce di malattie come il Parkinson e l'Alzheimer, e potrebbero portare a metodi non invasivi di screening iniziale per capire se un midollo osseo o un altro organo di donatore vivente è una buona corrispondenza.

 

 

 


Fonte: Weizmann Institute of Science (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Lavi Secundo, Kobi Snitz, Kineret Weissler, Liron Pinchover, Yehuda Shoenfeld, Ron Loewenthal, Nancy Agmon-Levin, Idan Frumin, Dana Bar-Zvi, Sagit Shushan, Noam Sobel. Individual olfactory perception reveals meaningful nonolfactory genetic information. Proceedings of the National Academy of Sciences, 2015; 201424826 DOI: 10.1073/pnas.1424826112

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Cibo per pensare: come la dieta influenza il cervello per tutta la vita

7.10.2024 | Esperienze & Opinioni

Una quantità di ricerche mostra che ciò che mangiamo influenza la capacità del corpo di ...

Scoperta importante sull'Alzheimer: neuroni che inducono rumore 'cop…

11.06.2020 | Ricerche

I neuroni che sono responsabili di nuove esperienze interferiscono con i segnali dei neu...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Smontata teoria prevalente sull'Alzheimer: dipende dalla Tau, non dall�…

2.11.2014 | Ricerche

Una nuova ricerca che altera drasticamente la teoria prevalente sull'or...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

Un singolo trattamento genera nuovi neuroni, elimina neurodegenerazione nei to…

1.07.2020 | Ricerche

Xiang-Dong Fu PhD, non è mai stato così entusiasta di qualcosa in tutta la sua carriera...

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Dana Territo: 'La speranza può manifestarsi da molte fonti nella cerchia …

14.01.2025 | Esperienze & Opinioni

Come trovi speranza nel nuovo anno con una diagnosi di Alzheimer?

Avere speranza...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023 | Ricerche

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

Nuovo farmaco previene le placche amiloidi, un segno specifico di Alzheimer

8.03.2021 | Ricerche

Le placche di amiloide sono caratteristiche patologiche del morbo di Alzheimer (MA): son...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)