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Fasi di vita stanno cambiando: servono termini e idee nuove per definire crescita e sviluppo

Che immagine ti viene in mente quando pensi a una persona tra i 20 e i 30 anni? Quella di un adulto stressato dal peso delle molte nuove responsabilità nei ruoli familiari e di lavoro? Oppure immagini una persona piena di speranza e con potenziale non sviluppato, ancora più bambino che adulto, che lotta per definire una vita e guadagna poco o niente, ma riesce a trovare tuttavia della gioia occasionale? Forse la tua colonna sonora qui è 'Radiant 22' di Taylor Swift: "Siamo felici, liberi, confusi e soli allo stesso tempo. È miserabile e magico".


E come è quando pensi a una persona tra 60 e 70 anni? Immagini un individuo, o forse una coppia, che si gode la vita, vive bene, è ancora vigoroso, ma ora è più libero di prima dal lavoro quotidiano e dai doveri familiari? O vedi qualcuno con la schiena curva per i pesi che porta da una vita, la salute cagionevole, che si trascina verso nessuna destinazione particolare? Qui la colonna sonora potrebbe essere la canzone dolente dei Beatles 'When I'm 64': "Avrai ancora bisogno di me? Mi nutrirai ancora? Quando avrò 64 anni?"


L'intero arco di sviluppo degli adulti è cambiato negli ultimi decenni, in modi con cui le nostre teorie psicologiche stanno ancora cercando di stare al passo. Nel 21° secolo, ha ancora senso riferirsi alla 'giovane età adulta', 'mezza età' e 'età avanzata', come fanno gli psicologi da così tanto tempo? In caso contrario, quali sono i concetti più accurati?


La maggior parte della mia carriera di psicologo dello sviluppo l'ho dedicata a rispondere a queste domande. La mia teoria della vita adulta emergente riconosce che la vita degli adulti più giovani è cambiata molto dagli anni '60. Come padre di due gemelli di 22 anni, sono del tutto consapevole del loro viaggio attraverso la nuova fase di vita, sulla quale ho fatto ricerche e scrivo da così tanto tempo. Come 64enne, sto anche rivolgendo la mia attenzione al modo in cui sono cambiati i 60enni da ciò che erano.

 

Un viaggio più lungo che mai verso l'età adulta

Nella mia ricerca degli ultimi due decenni, ho scoperto che le persone da 19 a 29 non sono né pienamente adulte, né in una 'adolescenza prolungata', come si vedeva questo periodo di vita nel corso del 20° secolo. All'inizio del 21° secolo, quelli anni erano diventati un tempo di trovare, gradualmente e spesso per errori, la propria strada verso un'età adulta più stabile.


Ho invitato studiosi da tutto il mondo a contribuire a una edizione speciale di American Psychologist, una delle riviste principali di psicologia, sul tema 'Ripensare lo sviluppo dell'adulto: nuove idee per nuovi tempi'. I risultati pubblicati di recente sono una serie meravigliosamente diversificata di articoli che fanno molto per riconcettualizzare ciò che sembra ora lo sviluppo degli adulti e dove potrebbe andare.


La maggior parte degli autori sono psicologi dello sviluppo. Circa la metà sono americani e metà europei, anche se Shinobu Kitayama e i suoi colleghi offrono una fresca prospettiva culturale asiatica.


Ecco alcuni dei punti salienti:

  • L'età da 30 a 45 anni è ora 'l'ora di punta della vita'. Oggi le persone in tutto il mondo aspettano più tardi che mai a sposarsi e avere figli, e la maggior parte ne ha solo 1 o 2. Ma è tipico per le coppie poi avere la doppia sfida di cercare di avanzare nella carriera gestendo contemporaneamente le responsabilità intense della cura dei bambini piccoli. Le donne hanno molte più opportunità nell'istruzione e al lavoro rispetto al 1960, il che è benvenuto, ma presenta anche nuove sfide e stress.

    Nel loro contributo alla edizione speciale, Clare Mehta e i suoi colleghi propongono il termine 'età adulta consolidata' per distinguere questi anni come quelli più intensi e impegnativi della vita adulta, caratterizzati dalla 'crisi-carriera-e-cura', quando gli obblighi sono alti sia nei ruoli di lavoro che in famiglia.

  • In mezza età (45-60 anni) si placa la crisi di prendersi cura dei bambini piccoli. Gli adulti raggiungono il picco dei guadagni e dello stato nella carriera tra i 50 e i 60. Ma la vita può diventare complicata, poiché possono sorgere nuove responsabilità con i nipoti e con i genitori anziani che hanno bisogno di maggiore assistenza.

    Complessivamente, come scrivono in dettaglio Frank Infurna e i colleghi nel loro contributo, la salute mentale diclina in mezza età. I rapporti su depressione e ansia aumentano. La ricerca di un aiuto professionale per problemi di salute mentale raggiunge un picco di vita.

    Inoltre, il benessere in mezza età, la salute e l'aspettativa di vita sono declinati in modo rilevante negli Stati Uniti dal 2000, specialmente tra gli adulti della classe operaia che sono stati lasciati indietro dall'economia informazione-e-tecnologica. Ciò ha portato ad un'epidemia di 'morti di disperazione' per suicidio, overdose di oppioidi o alcolismo.

  • I più anziani (60-75 anni), sono fiorenti come mai prima d'ora. Sebbene la vita dopo i 60 anni sia tradizionalmente considerata come un momento di inevitabile declino, la sua realtà è diventata nettamente diversa, e migliore, negli ultimi decenni.

    L'aspettativa di vita alla nascita è ora più alta di quanto sia mai stata, in tutto il mondo, e gli adulti sono più intelligenti e più sani più a lungo che mai. Denis Gerstorf e i suoi colleghi mostrano come queste tendenze positive si sono realizzate in molti paesi nel corso del secolo scorso, a causa di miglioramenti nell'istruzione, nella nutrizione e nell'assistenza sanitaria.

    Per la maggior parte delle persone, con l'età sorgono problemi di salute fisica, ma più persone che mai rimangono sane dai 60 agli 80 anni, mantenendo una dieta sana e pratiche fisiche. Una delle scoperte entusiasmanti recenti, evidenziata dallo studio di Ursula Staudinger, è che l'esercizio regolare promuove la salute mentale e il benessere fisico, contribuendo a mantenere l'acutezza mentale e a prevenire l'Alzheimer.

    Anche la soddisfazione di vita sembra salire nell'età avanzata, mentre acquisiamo una nuova libertà di scegliere il tipo di lavoro che facciamo, o smettiamo di lavorare del tutto e trascorriamo più tempo con le persone che ci interessano di più. Secondo Phillip Ackerman e Ruth Kanfer, più persone che mai lavorano dopo i 60 e l'inizio dei 70, ma hanno più libertà di scegliere come lo fanno, che sia un tempo parziale, far partire una piccola attività o provare qualcosa che aveva sempre voluto fare.

 

Il nuovo arco dell'età adulta richiede nuovi concetti e idee

Nei dieci anni che scrivo su come sta emergendo l'età adulta, ho imparato che è importante come le persone pensano alle fasi dello sviluppo umano. Pensare modella le aspettative e il modo di interpretare le esperienze. Molte nuove scoperte, convincenti ed entusiasmanti, sullo sviluppo degli adulti, puntano all'importanza di ripensare teorie, ipotesi e stereotipi precedenti sul corso della vita adulta.

 

 

 


Fonte: Jeffrey Arnett, ricercatore nel dipartimento di psicologia della Clark University

Pubblicato su The Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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