Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Valutare meglio la capacità decisionale del paziente di demenza

I medici spesso trovano difficile dire se un paziente affetto da demenza o depressione è in grado di giudicare in modo valido. È quanto emerge da uno studio condotto nell'ambito del Programma Nazionale di Ricerca "End of Life". Il Comitato Etico Centrale dell'Accademia Svizzera delle Scienze Mediche ora si propone di elaborare nuovi principi di valutazione.


La questione se un paziente è in grado di dare giudizi validi è di fondamentale importanza per tutti i trattamenti medici.


Solo i pazienti che sono in grado di capire, mantenere e soppesare le informazioni che ricevono dal medico possono dare un consenso valido per un trattamento.


Se la capacità decisionale del paziente è compromessa, in base alla normativa vigente il medico deve considerare un testamento biologico o consultare il procuratore nominato dal paziente.


"Le lesioni cerebrali o le malattie come la demenza o la depressione grave possono causare l'incapacità di prendere decisioni", dice Manuel Trachsel, assistente all'Institute for Biomedical Ethics dell'Università di Zurigo. Ciò è particolarmente vero quando le persone con una malattia terminale arrivano alla fine della vita. Alcune decisioni cruciali e complesse sono necessarie in questa fase: le misure di prolungamento della vita devono essere interrotte? Il paziente sta forse contemplando un suicidio assistito?

 

Tutt'altro che banale

"Valutare la capacità decisionale di qualcuno è tutt'altro che banale", dice Trachsel. Il risultato della valutazione non può essere lo stesso per tutte le situazioni. Ad esempio, qualcuno potrebbe essere considerato come idoneo per un adeguato processo decisionale quando si tratta di questioni di tutti i giorni come i vestiti o il cibo, ma incapace relativamente ad una decisione medica difficile.


Inoltre, le capacità cognitive dei pazienti affetti da Alzheimer o Parkinson possono variare considerevolmente da un giorno all'altro. In una rivista specializzata, Trachsel ed i suoi colleghi Helena Hermann e Nikola Biller-Andorno hanno discusso recentemente come i medici potrebbero comunque essere in grado di valutare la capacità decisionali in circostanze così difficili (Rif. 1).


Ma cosa intendono i medici per «capacità decisionale», tanto per cominciare? Nel quadro del Programma Nazionale di Ricerca "End of Life" (PNR 67), Trachsel ha intervistato circa 760 medici provenienti da tutta la Svizzera. I risultati, che sono stati ora pubblicati (Rif. 2), indicano che la stragrande maggioranza dei medici sentono la responsabilità di valutare la capacità decisionale del paziente. Tuttavia, anche tra quelli con un forte senso di responsabilità, solo un terzo circa crede di essere abbastanza competente.

 

A lume di naso o linee guida?

I medici mostrano una mancanza di accordo, quando si tratta di definire la capacità decisionale, individuare i criteri di valutazione fondamentali e descrivere il modo in cui valutano la capacità che ha qualcuno di prendere decisioni. "La maggior parte dei medici applica le proprie regole empiriche per stabilire se un paziente è in grado di prendere decisioni o no", dice Trachsel. Pochi di loro sono consapevoli del fatto che sono già disponibili varie linee guida per la valutazione della capacità decisionale di una persona.


Tuttavia, tra i medici intervistati una schiacciante maggioranza ha espresso il desiderio di avere accesso a tali strumenti di valutazione. Una grande maggioranza è a favore di linee guida chiare e ha mostrato un interesse a dei corsi sul tema.


Queste innovazioni saranno presto una realtà: sulla base dei risultati del sondaggio, il Comitato Etico Centrale dell'Accademia Svizzera delle Scienze Mediche (ASSM) ha deciso di impegnarsi nel tema e di elaborare i principi per la valutazione della capacità decisionale medica a partire dal prossimo anno.

 

 

 

 

 


FonteSwiss National Science Foundation (SNSF) (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti:

  1. M. Trachsel, H. Hermann, N. Biller-Andorno. Cognitive Fluctuations as a Challenge for the Assessment of Decision-Making Capacity in Patients With Dementia. American Journal of Alzheimer's Disease and Other Dementias, 2014; DOI: 10.1177/1533317514539377
  2. Helena Hermann, Manuel Trachsel, Christine Mitchell, Nikola Biller-Andorno. Medical decision-making capacity: knowledge, attitudes, and assessment practices of physicians in Switzerland. Swiss Medical Weekly, November 2014 DOI: 10.4414/smw.2014.14039

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione; una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e continuare ad informarti. Clicca qui a destra:

 


 

 

Notizie da non perdere

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Trovato legame tra amiloide-beta e tau: è ora possibile una cura per l'Al…

27.04.2015 | Ricerche

Dei ricercatori hanno assodato come sono collegate delle proteine che hanno un ruolo chiave nell...

Il girovita può predire il rischio di demenza?

6.11.2019 | Ricerche

Il primo studio di coorte su larga scala di questo tipo ha esaminato il legame tra il girovita in...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Le cellule immunitarie sono un alleato, non un nemico, nella lotta all'Al…

30.01.2015 | Ricerche

L'amiloide-beta è una proteina appiccicosa che si aggrega e forma picco...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Smetti di chiederti se sei un bravo caregiver

3.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Amare e prendersi cura di qualcuno con demenza può essere difficile. Forse, è una delle ...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Alzheimer e le sue proteine: bisogna essere in due per ballare il tango

21.04.2016 | Ricerche

Per anni, i neuroscienziati si sono chiesti come fanno le due proteine ​​anomale amiloid...

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024 | Ricerche

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Perché dimentichiamo? Nuova teoria propone che 'dimenticare' è in re…

17.01.2022 | Ricerche

Mentre viviamo creiamo innumerevoli ricordi, ma molti di questi li dimentichiamo. Come m...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Curare l'Alzheimer: singolo proiettile magico o sparo di doppietta?

20.03.2025 | Esperienze & Opinioni

Perché i ricercatori stanno ancora annaspando nella ricerca di una cura per quella che è...

Studio rafforza il legame tra vaccino contro l'herpes zoster e minore ris…

10.04.2025 | Ricerche

La nuova analisi di un programma di vaccinazione in Galles ha scoperto che il vaccino contro l'he...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Il ruolo sorprendente delle cellule immunitarie del cervello

21.12.2020 | Ricerche

Una parte importante del sistema immunitario del cervello, le cellule chiamate microglia...

Le donne possono vivere meglio con una dieta migliore

22.07.2022 | Ricerche

Mangiare frutta e verdura di colori più brillanti può aiutare i problemi di salute delle donne.

...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)