Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Senilità cellulare in mezza età: cervello risponde iniziando o finendo percorso verso la demenza

I ricercatori dell'Università del Texas di Houston hanno scoperto una caratteristica finora ignota dell'invecchiamento delle cellule cerebrali, che potrebbe aiutare a individuare il Morbo di Alzheimer (MA) ad insorgenza tardiva, prima che comincino i sintomi. Lo studio è apparso qualche tempo fa sulla rivista Translational Psychiatry.


Lavorando con i topi, il team ha scoperto che i neuroni nel cervello subiscono un improvviso aumento dell'invecchiamento a un'età del topo che corrisponde ai 40 anni degli esseri umani. I topi normali hanno risposto con un aumento di interleukina33 (IL33), una proteina che attiva i meccanismi di riparazione del corpo per guarire i neuroni.


I topi che non dispongono del gene IL33 non hanno sperimentato l'aumento e hanno continuato a declinare, sviluppando infine una demenza all'età equivalente a circa 68 anni negli esseri umani. "Pensiamo di invecchiare gradualmente, ma se parliamo di queste cellule, abbiamo scoperto che non è così", ha detto Yahuan Lou PhD, professore del Dipartimento di Scienze Diagnostiche e Biomediche della Facoltà di Odontoiatria.


L'MA sporadico appare dopo i 65 e rappresenta circa il 95% di tutti i casi, mentre l'altro 5% è ritenuto genetico. Al momento che compaiono i sintomi, il cervello ha già perso enormi quantità di neuroni. I ricercatori dell'Università del Texas ritengono che l'aumento all'età di 40 anni potrebbe essere il momento ideale per cercare i biomarcatori che prevedono l'MA molto prima che inizi il danno.


Lou ha inizialmente rilevato la potenza dell'IL33 studiando il difetto precoce dell'ovaia nei topi. "Abbiamo osservato che quando si rimuove l'IL33, l'ovaia si riduce molto più velocemente del normale. Così ci siamo chiesti: se l'IL33 fa questo nell'ovaia, cosa fa nel cervello? Il cervello ha un'abbondanza di IL33".


Cercando collaboratori che avrebbero potuto studiare questa questione, Lou è stato sorpreso di apprendere che i ricercatori del Dipartimento di Psichiatria e Scienze Comportamentali della Facoltà di Medicina si erano trasferiti di recente nel nuovo edificio di Scienze Comportamentali e Biomediche della UT, dove si erano appena installati lui e altri ricercatori della Facoltà di Odontoiatria.


Tra i suoi nuovi vicini c'era il ​​Prof. Joao De Quevedo del Dipartimento di Psichiatria, e l'assistente professore Ines Moreno-Gonzalez del Centro Alzheimer, che aveva le competenze e le risorse per analizzare il comportamento dei roditori e correlarlo agli esseri umani. Si è quindi formata una squadra collaborativa, e il loro studio sul topo ha portato alla ricerca apparsa su Translational Psychiatry, con piani per proseguire e approfondire i risultati alettanti.


Lou ha detto che un gruppo di ricercatori di Singapore ha recentemente condotto un esperimento su topi che modellano l'MA familiare. "Quando hanno iniettato IL33 nei topi [di Alzheimer], hanno visto che il carico di placca si è ridotto, ma non sapevano perché", ha detto. "Noi abbiamo capito perché".


Le iniezioni IL33 sembravano alleviare temporaneamente i sintomi, ha aggiunto, ma non hanno curato la malattia. Gli effetti sono durati circa due settimane nei topi, pari a diversi mesi negli esseri umani. Lou ritiene che trovare un modo per aumentare la disponibilità di IL33 da parte del cervello stesso, può portare a potenziali trattamenti per la malattia.


La causa dell'MA a insorgenza tardiva è un mistero medico con molte cause potenziali in esame, tra cui la neuro infiammazione, un invecchiamento anomalo, fumo e infezioni. La carenza di IL33 è un'altra traccia promettente, con ulteriori studi previsti poiché il finanziamento è garantito.

 

 

 


Fonte: University of Texas at Houston (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: C Carlock, J Wu, J Shim, I Moreno-Gonzalez, M R Pitcher, J Hicks, A Suzuki, J Iwata, J Quevado, Y Lou. Interleukin33 deficiency causes tau abnormality and neurodegeneration with Alzheimer-like symptoms in aged mice. Translational Psychiatry, 2017; 7 (7): e1164 DOI: 10.1038/tp.2017.142

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Convalidare il sentimento aiuta meglio di criticare o sminuire

30.03.2020 | Ricerche

Sostenere i tuoi amici e la famiglia può aiutarli a superare questi tempi di incertezza...

Scoperto nuovo colpevole del declino cognitivo nell'Alzheimer

7.02.2019 | Ricerche

È noto da tempo che i pazienti con morbo di Alzheimer (MA) hanno anomalie nella vasta re...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Identificazione dei primi segnali dell'Alzheimer

7.03.2022 | Ricerche

Un team multidisciplinare di ricerca, composto da ricercatori del progetto ARAMIS, dell...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Questo approccio di medicina di precisione potrebbe aiutarti a ritardare la de…

5.12.2025 | Ricerche

Secondo un nuovo studio condotto alla Università della California di San Francisco, la c...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Scoperto perché l'APOE4 favorisce l'Alzheimer e come neutralizzarlo

10.04.2018 | Ricerche

Usando cellule di cervello umano, scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto la ...

La nostra identità è definita dal nostro carattere morale

24.06.2019 | Esperienze & Opinioni

Ti sei mai chiesto cos'è che ti rende te stesso? Se tutti i tuoi ricordi dovessero svani...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023 | Ricerche

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle capacità di ...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

Studio rivela dove vengono memorizzati i frammenti di memoria

22.07.2022 | Ricerche

Un momento indimenticabile in un ristorante può non essere esclusivamente il cibo. Gli o...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Variante della proteina che causa l'Alzheimer protegge dalla malattia

15.02.2021 | Ricerche

Le scoperte di un nuovo studio sul morbo di Alzheimer (MA), guidato da ricercatori dell...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.