Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Farmaco ripara sistema che elimina dal cervello i rifiuti causa dell'Alzheimer

Un team di studenti della Rutgers University del New Jersey ha dimostrato che un farmaco sperimentale noto come Yoda1 può aiutare a drenare i rifiuti cerebrali più le neurotossine che causano il morbo di Alzheimer (MA) e altre forme di demenza.

Max Tischfield, scienziato del Child Health Institute of New Jersey, assistente professore di biologia cellulare e neuroscienze alla Rutgers University-New Brunswick e autore senior dello studio, che ha condotto la ricerca con gli studenti migliori dei dipartimenti di genetica, biologia cellulare e neuroscienze, ha dichiarato:

“Il sistema linfatico del cervello è una delle aree di ricerca più calde di tutta la medicina in questo momento perché è stato riscoperto solo negli ultimi dieci anni, ed è chiaramente vitale per una sana funzione cerebrale e, molto probabile, per lo sviluppo di demenze come il MA.

"Il team di questo studio ha adottato un approccio molto innovativo e ha studiato un disturbo facciale cranico umano chiamato 'craniosinostosi', che crea pressione in eccesso all'interno del cranio.

"Abbiamo iniziato mostrando che questa pressione extra danneggia il sistema linfatico del cervello inibendo il movimento del fluido cerebrospinale e quindi la capacità di drenare i rifiuti. Abbiamo quindi continuato per trovare un modo di prevenire e persino invertire parzialmente il problema".

Lo studio, pubblicato sul Journal of Clinical Investigation, ha esaminato topi con craniosinostosi, una malformazione del cranio che aumenta la pressione all'interno del cranio e riduce la capacità di formare, mantenere e usare la rete di vasi linfatici che aiutano a drenare i rifiuti cerebrali e il fluido cerebrospinale carico di placca.

Inoltre, è stata impedita la capacità del liquido cerebrospinale di perfondere nel cervello e spingere i rifiuti verso i vasi linfatici circostanti, che fanno parte del cosiddetto 'sistema glinfatico'.

Nei topi modello di MA familiare, l'aggiunta ai sistemi linfatici e glinfatici di craniosinostosi e dei deterioramenti associati, ha causato un aumento significativo del carico di placca nel cervello. Per contrastare questi deficit, gli investigatori hanno rivolto la loro attenzione a un farmaco chiamato YODA1, che attiva un canale ionico sensibile alla pressione chiamato Piezo1.

Questo farmaco ha ridotto la pressione intracranica e ha permesso a topi neonati con craniosinostosi di sviluppare e mantenere la normale vascolarizzazione linfatica che ha supportato la capacità del liquido cerebrospinale di perfondere nel cervello e drenare i rifiuti nei linfonodi.

I ricercatori hanno anche scoperto nei topi anziani mai trattati prima che Yoda1 ha migliorato le funzioni linfatiche e glinfatiche meningee, inducendo i sistemi cerebrali di pulizia che sembravano vecchi ad apparire di nuovo giovani. Sia il sistema linfatico associato al cervello sia l'esistenza di canali ionici Piezo meccanosensibili sono scoperte recenti che hanno generato entusiasmo e ricerca.

Nonostante aver sezionato milioni di cervelli negli ultimi millenni, l'esistenza di vasi linfatici per drenare i prodotti di rifiuto cerebrali è stata trascurata fino al 2015, quando un team guidato dal neuroscienziato Jonathan Kipnis della Washington University ha riferito il sistema linfatico cerebrale in uno studio pubblicato su Nature.

Anche una squadra separata guidata da Kari Aalitalo dell'Università di Helsinki ha riferito la scoperta di questi vasi capillari nel Journal of Experimental Medicine. Ricerche successive hanno scoperto che la rimozione linfatica dei rifiuti  può avere un ruolo significativo nello sviluppo del MA.

Yoda1 non ha ancora avuto studi umani, ma i ricercatori di tutto il mondo stanno cercando trattamenti efficaci per il MA. La malattia degenerativa, insieme ad altre forme di demenza, sta diventando più comune con l'invecchiamento della popolazione.

"Molti laboratori stanno lavorando in questo spazio perché c'è ancora così tanto da imparare sul sistema linfatico che circonda il cervello", ha detto Tischfield. "C'è particolare entusiasmo perché la ricerca fino ad oggi ha scoperto che il sistema degenera drasticamente con l'età, quindi qualsiasi svolta atta a mantenere la sua funzione potrebbe aiutare a prevenire il declino cognitivo legato all'età.

"Il prossimo passo per noi in questa linea di ricerca è scoprire il meccanismo che Yoda1 usa per migliorare la funzione dei vasi: funziona direttamente sui vasi stimolando Piezo1, stimola un fattore di crescita nell'ambiente o sta facendo qualcos'altro?"

 

 

 


Fonte: Rutgers University (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: A Aspelund, K Alitalo. Yoda1 opens the lymphatic path for craniosynostosis therapy. J Clin Invest., Feb 2024, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023 | Normativa

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

Subiamo un 'lavaggio del cervello' durante il sonno?

4.11.2019 | Ricerche

Una nuova ricerca eseguita alla Boston University suggerisce che questa sera durante il ...

Il Protocollo Bredesen: si può invertire la perdita di memoria dell'Alzhe…

16.06.2016 | Annunci & info

I risultati della risonanza magnetica quantitativa e i test neuropsicologici hanno dimostrato dei...

Nuova teoria sulla formazione dei ricordi nel cervello

9.03.2021 | Ricerche

Una ricerca eseguita all'Università del Kent ha portato allo sviluppo della teoria MeshC...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Marito riferisce un miglioramento 'miracoloso' della moglie con Alzh…

28.09.2018 | Annunci & info

Una donna di Waikato (Nuova Zelanda) potrebbe essere la prima persona al mondo a miglior...

Puoi distinguere il delirium dalla demenza? È solo questione di tempi

17.06.2021 | Esperienze & Opinioni

Quante volte hai sentito qualcuno esclamare "Tu deliri!" o "Sei un demente!", nell'incre...

Sempre più giovani con Alzheimer e demenza: colpa delle tossine ambientali, me…

6.05.2020 | Denuncia & advocacy

È abbastanza straziante quando le persone anziane sviluppano condizioni di perdita di me...

Allenamento con i pesi protegge il cervello delle persone anziane dalla demenz…

15.04.2025 | Ricerche

Uno studio, condotto presso l'Università di Stato di Campinas (Brasile), ha scoperto che dopo sei...

Sciogliere il Nodo Gordiano: nuove speranze nella lotta alle neurodegenerazion…

28.03.2019 | Ricerche

Con un grande passo avanti verso la ricerca di un trattamento efficace per le malattie n...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Per capire l'Alzheimer, ricercatori di Yale si rivolgono alla guaina di m…

4.07.2025 | Ricerche

L'interruzione degli assoni, la parte simile a una coda nelle cellule nervose che trasme...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Stimolazione dell'onda cerebrale può migliorare i sintomi di Alzheimer

15.03.2019 | Ricerche

Esponendo i topi a una combinazione unica di luce e suono, i neuroscienziati del Massach...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.