Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Sonnolenza pomeridiana? Assumere zucchero potrebbe NON essere la risposta

Un nuovo studio suggerisce che sono le proteine - non lo zucchero - a stimolare le cellule a tenerci leggeri e svegli e a bruciare calorie. La ricerca, pubblicata sul numero del 17 novembre della rivista scientifica Neuron, ha implicazioni per la comprensione dell'obesità e dei disturbi del sonno.

La veglia e il consumo energetico si basano sulle "cellule orexina", che secernono uno stimolante chiamato orexina / ipocretina nel cervello. Una ridotta attività in queste cellule uniche produce la narcolessia ed è stata collegata ad un aumento di peso.

Scienziati dell'Università di Cambridge hanno confrontato le azioni di diverse sostanze nutritive sulle cellule orexina. Hanno scoperto che gli aminoacidi - nutrienti presenti in proteine come l'albume d'uovo - stimolano i neuroni orexina molto più di altri nutrienti.

"I modelli di sonno, la salute e il peso corporeo si intrecciano. Il lavoro a turni, così come una dieta povera, può portare all'obesità", ha detto il ricercatore Dr. Denis Burdakov del Dipartimento di Farmacologia e Istituto di Scienza Metabolica. "Gli impulsi elettrici emessi dalle cellule di orexina stimolano la veglia e dicono al corpo di bruciare calorie. Ci siamo chiesti se i nutrienti nella dieta alterano quegli impulsi". Per scoprirlo, gli scienziati hanno evidenziato le cellule orexina (che sono scarse e difficili da trovare) con fluorescenza geneticamente mirata nel cervello di topo. Hanno poi introdotto diverse sostanze nutritive, come miscele di aminoacidi simili ai bianchi d'uovo, tenendo traccia degli impulsi delle cellule orexina. Hanno scoperto che gli aminoacidi stimolano le cellule di orexina.

Precedenti lavori del gruppo hanno rilevato che il glucosio blocca le cellule di orexina (citato come motivo di sonnolenza post-pasto), e così i ricercatori hanno esaminato anche le interazioni tra zucchero e proteine. Hanno scoperto che gli amminoacidi impediscono al glucosio di bloccare le cellule di orexina (in altre parole, le proteine bloccano gli effetti dello zucchero sulle cellule).

Questi risultati potrebbero far luce su precedenti osservazioni non spiegate, dimostrando che i pasti proteici possono far sentire le persone meno tranquille e più vigili dei pasti con carboidrati.

"E' interessante avere un modo razionale di 'sintonizzare' cellule cerebrali selezionate ad essere più o meno attive decidendo che cibo mangiare", ha detto il dottor Burdakov. "Non tutte le cellule del cervello sono semplicemente attivate da tutti i nutrienti, la composizione della dieta è fondamentale. "Per combattere l'obesità e l'insonnia nella società di oggi, abbiamo bisogno di maggiori informazioni su come la dieta colpisce le cellule del sonno e dell'appetito. Per ora, la ricerca suggerisce che se c'è una scelta tra la marmellata e l'albume sul pane tostato, scegli il secondo! Anche se i due possono contenere lo stesso numero di calorie, avere un po' di proteine farà dirà bruciare più calorie di quelle consumate al corpo".

 

 

 


Cosa pensi di questo articolo? Ti è stato utile? Hai rilievi, riserve, integrazioni? Conosci casi o ti è successo qualcosa che lo conferma? o lo smentisce? Puoi usare il modulo dei commenti sotto per dire la tua opinione. Che è importante e unica.

 

 


Fonte: Materiale della Università di Cambridge. La storia originale è pubblicato sotto una licenza Creative Commons.

Riferimento: Mahesh M. Karnani, John Apergis-Schoute, Antoine Adamantidis, Lise T. Jensen, Luis de Lecea, Lars Fugger, Denis Burdakov. Activation of Central Orexin/Hypocretin Neurons by Dietary Amino Acids. Neuron, 2011; 72 (4): 616 DOI: 10.1016/j.neuron.2011.08.027.

Pubblicato in ScienceDaily il 16 novembre 2011 - Traduzione di Franco Pellizzari.

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi, eventualmente citati nell'articolo, sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non si propone come terapia o dieta; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer Riese. I siti terzi raggiungibili dagli annunci pubblicitari proposti da Google sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.

Sostieni l'Associazione, una donazione, anche minima, ci aiuterà ad assistere malati e famiglie e a informarti:

Notizie da non perdere

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Come evitare che la demenza derubi i tuoi cari del loro senso di personalità, …

25.11.2025 | Esperienze & Opinioni

Ogni tre secondi, qualcuno nel mondo sviluppa la demenza; sono oltre 57 milioni di perso...

L'Alzheimer inizia all'interno delle cellule nervose?

25.08.2021 | Ricerche

Uno studio sperimentale eseguito alla Lund University in Svezia ha rivelato che la prote...

Fruttosio prodotto nel cervello può essere un meccanismo che guida l'Alzh…

29.09.2020 | Ricerche

Una nuova ricerca rilasciata dalla University of Colorado propone che il morbo di Alzhei...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Che speranza hai dopo la diagnosi di Alzheimer?

25.01.2021 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è una malattia che cambia davvero la vita, non solo per la pe...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023 | Esperienze & Opinioni

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022 | Ricerche

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

L'esercizio fisico genera nuovi neuroni cerebrali e migliora la cognizion…

10.09.2018 | Ricerche

Uno studio condotto dal team di ricerca del Massachusetts General Hospital (MGH) ha scop...

Pressione bassa potrebbe essere uno dei colpevoli della demenza

2.10.2019 | Esperienze & Opinioni

Invecchiando, le persone spesso hanno un declino della funzione cerebrale e spesso si pr...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023 | Ricerche

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Scienziati dicono che si possono recuperare i 'ricordi persi' per l…

4.08.2017 | Ricerche

Dei ricordi dimenticati sono stati risvegliati nei topi con Alzheimer, suggerendo che la...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023 | Esperienze & Opinioni

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Preoccupazione, gelosia e malumore alzano rischio di Alzheimer per le donne

6.10.2014 | Ricerche

Le donne che sono ansiose, gelose o di cattivo umore e angustiate in me...

Capire l'origine dell'Alzheimer, cercare una cura

30.05.2018 | Ricerche

Dopo un decennio di lavoro, un team guidato dal dott. Gilbert Bernier, ricercatore di Hô...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.