Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Demenza frontotemporale: scoperte pieghe del cervello in grado di ritardare l'insorgenza dei sintomi

Poche persone avevano probabilmente sentito parlare della demenza frontotemporale prima dell'inizio di quest'anno, quando la famiglia dell'attore Bruce Willis ha annunciato che il 68enne aveva avuto questa diagnosi.


La demenza frontotemporale è una malattia rara, che si ritiene rappresenti solo un caso di demenza su 20. I sintomi di solito si sviluppano poco prima dei 60 anni, influendo inizialmente sul comportamento, sulla personalità e sulla capacità linguistica. A differenza di altre forme di demenza, la memoria si compromette solo nelle fasi più avanzate.


Le persone con demenza frontotemporale di solito muoiono entro 8 anni dalla diagnosi. Mentre circa il 30% dei casi è ereditato, la causa della demenza frontotemporale è in gran parte sconosciuta. Ciò significa anche che non ci sono cure disponibili o trattamenti per rallentare la sua progressione.


Ma una ricerca recente (vedi rif.), che ho pubblicato con colleghi della Lund University, potrebbe aiutarci a capire come si sviluppa e progredisce la malattia. Abbiamo scoperto che l'aspetto del tuo cervello può determinare la tua resilienza alla condizione.

 

Pieghe cerebrali

Durante la gravidanza, man mano che il cervello del feto cresce all'interno dell'utero, sviluppa le sue pieghe distintive mentre si espande all'interno del cranio. Queste pieghe del cervello hanno un ruolo importante nella funzione cognitiva in seguito.


Le pieghe che si formano all'inizio dello sviluppo fetale si trovano in entrambi i lati del cervello di ogni persona. Ma c'è una piega che a volte si sviluppa più avanti nel processo. Si chiama solco paracingolato - e non tutti ce l'hanno. In quelli che lo hanno, può essere presente su uno o entrambi i lati del cervello.


Il solco paracingolato è interessante, poiché la sua presenza può fare una differenza significativa per la capacità cognitiva. Ad esempio, la ricerca ha dimostrato che le persone con un solco paracingolato sinistro, ma senza il destro, hanno un vantaggio cognitivo, con migliori prestazioni nei compiti che coinvolgono il controllo e persino la memoria.


Dato il legame tra il solco paracingolato e la funzione cognitiva, il nostro gruppo di ricerca alla Lund University - insieme a colleghi negli Stati Uniti e Amsterdam - ha iniziato a studiare il ruolo di questa piega cerebrale nella demenza.


Per capire veramente il ruolo del solco paracingolato, la squadra ha deciso di concentrarsi su un tipo di demenza in cui il danno cerebrale si presenta nella stessa regione di questa piega cerebrale. La scelta ovvia per questa ricerca era la demenza frontotemporale, una forma aggressiva di demenza ad esordio precoce che attacca principalmente i lobi frontali del cervello, in particolare le porzioni centrali che circondano il solco paracingolato.


Il nostro team ha studiato scansioni cerebrali MRI di 186 persone a cui era stata diagnosticata la demenza frontotemporale. Abbiamo escluso i partecipanti che avevano la demenza frontotemporale con una causa genetica. Circa il 57% dei partecipanti aveva un solco paracingolato sul lato destro del cervello.


Abbiamo scoperto che nei partecipanti che avevano questa piega extra sul lato destro del cervello, i sintomi di demenza sono iniziati in media 2,5 anni dopo. Ciò potrebbe significare che il solco paracingolato può ritardare l'insorgenza dei sintomi. Questi risultati erano statisticamente significativi, dimostrando che non erano dovuti al caso o ad altri fattori.


Questo ritardo di 2,5 anni nei sintomi potrebbe non sembrare molto, ma considerando la prognosi scarsa della condizione e l'onere dei sintomi, questo è un tempo estremamente significativo per i pazienti e i loro parenti.

 

Riserva cognitiva

Detto questo, dopo che iniziano i sintomi, i pazienti con questa piega cerebrale extra si sono ammalati a un ritmo più rapido e sono sopravvissuti meno dei pazienti che non avevano la piega. Quindi, nonostante il ritardo nei sintomi, i pazienti con e senza questa piega cerebrale extra sono comunque morti in età simile.


Sebbene possa sembrare strano che un fattore possa ritardare i sintomi e successivamente accelerarli, questo paradosso è una caratteristica chiave di un principio indicato in neuroscienza come 'riserva cerebrale'. La riserva cerebrale descrive una struttura nel cervello che fornisce resilienza a una malattia prima che si sviluppino i sintomi.


Questo diventa un punto cruciale in cui la malattia supera questi meccanismi protettivi e il paziente sviluppa sintomi. Dopo questo punto critico, le persone con riserva cerebrale elevata declinano rapidamente, più velocemente delle persone con riserva cerebrale bassa.


Ad esempio, una riserva cerebrale alta spiega perché l'Alzheimer inizia più tardi nelle persone altamente istruite, anche se la malattia progredisce più velocemente per loro quando iniziano i sintomi. Secondo la nostra ricerca, il solco paracingolato opera con un principio simile: prima proteggendo le persone dai sintomi, quindi progredendo rapidamente quando iniziano i sintomi.


La nostra ricerca è la prima a identificare una struttura protettiva nel cervello che ritarda l'insorgenza dei sintomi nelle persone con demenza frontotemporale. Se ora potessimo scoprire un modo per preservare questa qualità protettiva, potremmo arrivare a sviluppare trattamenti che possono aiutare a mantenere a bada i sintomi - e la malattia.

 

 

 


Fonte: Luke Harper (dottorando in neurologia, Lund University) in Conversation (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: L Harper et al. Anterior cingulate sulcation is associated with onset and survival in frontotemporal dementiaBrain Communications, 10 Oct 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

 

Notizie da non perdere

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023 | Ricerche

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Pensaci: tenere attivo il cervello può ritardare l'Alzheimer di 5 anni

21.07.2021 | Ricerche

Mantenere il cervello attivo in vecchiaia è sempre stata un'idea intelligente, ma un nuo...

Perché è importante la diagnosi precoce di demenza?

31.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Vedere problemi di memoria nel tuo caro anziano può essere davvero spaventoso. Magari no...

[Dana Territo] Sii delicato e paziente quando parli ad amici e familiari della…

30.09.2025 | Esperienze & Opinioni

Come parlare alla famiglia della mia diagnosi di Alzheimer?

È difficile discerne...

4 Benefici segreti di un minuto di esercizio al giorno

29.12.2020 | Esperienze & Opinioni

Conosci tutti gli effetti positivi dell'esercizio fisico sul tuo corpo e sulla tua mente...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Nessuna cura per l'Alzheimer nel corso della mia vita

26.04.2019 | Esperienze & Opinioni

La Biogen ha annunciato di recente che sta abbandonando l'aducanumab, il suo farmaco in ...

Alzheimer, Parkinson e Huntington condividono una caratteristica cruciale

26.05.2017 | Ricerche

Uno studio eseguito alla Loyola University di Chicago ha scoperto che delle proteine ​​a...

Demenza: mantenere vive le amicizie quando i ricordi svaniscono

16.01.2018 | Esperienze & Opinioni

C'è una parola che si sente spesso quando si parla con le famiglie di persone con demenz...

La scoperta del punto di svolta nell'Alzheimer può migliorare i test di n…

20.05.2022 | Ricerche

 Intervista al neurologo William Seeley della Università della California di San Francisco

...

Dare un senso alla relazione obesità-demenza

2.08.2022 | Esperienze & Opinioni

Questo articolo farà capire al lettore perché l'obesità a volte può aumentare il rischio...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023 | Ricerche

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

Ricetta per una vita felice: ingredienti ordinari possono creare lo straordina…

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Se potessi porre ad ogni essere umano sulla Terra una domanda - qual è la ricetta per un...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Nuovo sensore nel cervello offre risposte all'Alzheimer

12.03.2021 | Ricerche

Scienziati della Università della Virginia (UVA) hanno sviluppato uno strumento per moni...

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023 | Ricerche

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Come dormiamo oggi può prevedere quando inizia l'Alzheimer

8.09.2020 | Ricerche

Cosa faresti se sapessi quanto tempo hai prima che insorga il morbo di Alzheimer (MA)? N...

Cosa accade nel cervello che invecchia

11.03.2020 | Esperienze & Opinioni

Il deterioramento del cervello si insinua sulla maggior parte di noi. Il primo indizio p...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

We use cookies on our website. Some of them are essential for the operation of the site, while others help us to improve this site and the user experience (tracking cookies). You can decide for yourself whether you want to allow cookies or not. Please note that if you reject them, you may not be able to use all the functionalities of the site.