Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Esperti raccomandano il bando dei contrasti nel rugby giovanile

La raccomandazione deriva dalla loro ricerca che rivela che i contrasti del rugby possono causare lesioni gravi - compresa la commozione cerebrale - e dovrebbero essere evitati nello sport scolastico. Essi ora invitano i governi a proteggere i bambini in base alla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dei bambini, eliminando questo danno evitabile.


Lo studio, pubblicato ieri sul British Journal of Sports Medicine, ha riesaminato un ampio numero di evidenze esistenti sui tassi e sui rischi di infortuni nello sport. Ed è la risposta ad un precedente articolo pubblicato sulla stessa rivista da Ross Tucker, dipendente di Rugby World, e dai suoi colleghi che avevano proposto che il rugby non provoca più lesioni di altri sport.


Nella nuova revisione aggiornata, lo studio dell'Università di Newcastle ha trovato ulteriori prove a supporto dell'appello recente di rimuovere i contrasti e altre forme di contatto dannoso dal rugby scolastico.


Il primo autore, il professor Allyson Pollock, direttore dell'Istituto di Salute e Società dell'Università di Newcastle, ha dichiarato:

"Dobbiamo agire ora per proteggere i nostri figli dalle lesioni provocate dagli sport di collisione. Le nostre prove mostrano l'alto tasso di infortuni nel rugby per i bambini in tutte le fasce d'età.

"Esiste anche un consenso sul fatto che gli sport di collisione, incluso il rugby, hanno tassi più elevati di infortuni degli sport da contatto, ma senza collisioni, come il calcio. Il rugby ha il livello più alto di commozioni cerebrali di qualsiasi altro sport giovanile.

"Sappiamo che altri paesi stanno prendendo seriamente questo problema e guidando la strada. Modifiche alle regole sono state introdotte nell'hockey su ghiaccio giovanile in Canada, in quanto questo è l'unico metodo che ha dimostrato di ridurre rapidamente gli alti tassi di infortuni".


Il documento riferisce che la commozione cerebrale può portare a danni a lungo termine, incluso un recente studio che ha scoperto che le ragazze avevano una probabilità da 3 a 4 volte più alta di essere affette da sintomi per 28 giorni in più dei ragazzi. Questa è una preoccupazione particolare per il crescente numero di giocatrici di rugby.


Gli autori sottolineano anche che la commozione cerebrale e la lesione alla testa più in generale sono stati associati ad un aumento del rischio di demenza e di Alzheimer.


[...]

 

 

 


Fonte: Newcastle University (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Allyson M Pollock, Adam John White, Graham Kirkwood. Evidence in support of the call to ban the tackle and harmful contact in school rugby: a response to World Rugby. British Journal of Sports Medicine, 2017; bjsports-2016-096996 DOI: 10.1136/bjsports-2016-096996

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Riprogrammare «cellule di supporto» in neuroni per riparare il cervello adulto…

21.11.2014 | Ricerche

La porzione del cervello adulto responsabile del pensiero complesso, la corteccia cerebrale, non ...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Cervello del toporagno si restringe in inverno e rinasce in estate: c'è q…

10.09.2025 | Ricerche

I toporagni comuni sono uno dei pochi mammiferi noti per restringere e far ricrescere in...

Studio dimostra il ruolo dei batteri intestinali nelle neurodegenerazioni

7.10.2016 | Ricerche

L'Alzheimer (AD), il Parkinson (PD) e la sclerosi laterale amiotrofica (SLA) sono tutte ...

Perché la tua visione può prevedere la demenza 12 anni prima della diagnosi

24.04.2024 | Ricerche

 

Gli occhi possono rivelare molto sulla salute del nostro cervello: in effetti, i p...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

I dieci psicobiotici di cui hai bisogno per un cervello felice

9.09.2019 | Esperienze & Opinioni

Psicobiotici? Cosa sono gli psicobiotici?? Bene, cosa penseresti se io dicessi che la tu...

Un segnale precoce di Alzheimer potrebbe salvarti la mente

9.01.2018 | Esperienze & Opinioni

L'Alzheimer è una malattia che ruba più dei tuoi ricordi ... ruba la tua capacità di ese...

La lunga strada verso la demenza inizia con piccoli 'semi' di aggreg…

20.11.2020 | Ricerche

Il morbo di Alzheimer (MA) si sviluppa nel corso di decenni. Inizia con una reazione a c...

36 abitudini quotidiane che riducono il rischio di Alzheimer

2.07.2018 | Esperienze & Opinioni

Sapevi che mangiare carne alla griglia potrebbe aumentare il rischio di demenza? O che s...

10 Consigli dei neurologi per ridurre il tuo rischio di demenza

28.02.2023 | Esperienze & Opinioni

La demenza colpisce milioni di persone in tutto il mondo, quasi un over-65 su 10. Nonost...

'Ingorgo' di proteine nei neuroni legato alla neurodegenerazione

12.09.2022 | Ricerche

Un nuovo studio condotto da ricercatori dell'EPFL rivela che un complesso proteico malfunzionante pu...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024 | Ricerche

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

LATE: demenza con sintomi simili all'Alzheimer ma con cause diverse

3.05.2019 | Ricerche

È stato definito un disturbo cerebrale che imita i sintomi del morbo di Alzheimer (MA), ...

Vecchio farmaco per l'artrite reumatoide suscita speranze come cura per l…

22.09.2015 | Ricerche

Scienziati dei Gladstone Institutes hanno scoperto che il salsalato, un farmaco usato per trattar...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

5 tipi di ricerca, sottostudiati al momento, potrebbero darci trattamenti per …

27.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Nessun ostacolo fondamentale ci impedisce di sviluppare un trattamento efficace per il m...

Svelati nuovi percorsi per la formazione di memoria a lungo termine

31.12.2024 | Ricerche

Ricercatori del Max Planck Florida Institute for Neuroscience hanno scoperto un nuovo percorso pe...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024 | Annunci & info

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee guida...

10 cose da non fare con i malati di Alzheimer

10.12.2015 | Esperienze & Opinioni

Mio padre aveva l'Alzheimer.

Vederlo svanire è stata una delle esperienze più difficili d...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)