Due farmaci di uso frequente per il trattamento dell'Alzheimer (AD), il donepezil e la rivastigmina, sono noti per stimolare un gruppo di neuroni nel cervello che giocano un ruolo importante nel mantenimento della memoria.
Pur essendo stati ampiamente utilizzati nel trattamento di AD ed altre forme di demenza dalla metà degli anni 1990, non era ancora stato esplorato il loro effetto potenziale sulla biologia ossea.
Recenti ricerche hanno indicato che certi neuroni sono in grado di regolare il metabolismo osseo e che un loro danneggiamento risulta in ossa più deboli. Ma si sa poco sul potenziale che potrebbe avere sul tessuto osseo l'aumento dell'attività di questi neuroni.
Il team guidato dalla McGill ha determinato che l'uso di donepezil e rivastigmina, due farmaci che in teoria potrebbero aumentare l'attività dei neuroni che regolano le ossa, è associato ad un effetto benefico sulla resistenza ossea e una riduzione del rischio di fratture dell'anca nei pazienti di Alzheimer. I ricercatori hanno studiato malati di Alzheimer di oltre 75 anni, che sono stati trattati in un solo ospedale in Spagna. Ottanta casi registrati di fratture dell'anca sono stati confrontati con 2.178 pazienti senza fratture dell'anca (gruppo di controllo).
Lo studio ha mostrato che i pazienti che sono stati trattati con donepezil e rivastigmina hanno avuto un minor rischio di frattura dell'anca. "Questi risultati migliorano la nostra comprensione della malattia ossea e aprono una nuova finestra terapeutica per il trattamento dell'osteoporosi", ha spiegato il Prof. Tamimi. "Un valore aggiunto di questa scoperta è che i farmaci che si sono rivelati utile per prevenire le fratture dell'anca sono facilmente disponibili nelle farmacie. Anche se sono necessari altri test per confermare i nostri risultati, il fatto che donepezil e rivastigmina si sono dimostrati sicuri, faciliterà la traduzione della nostra scoperta in applicazioni cliniche per il trattamento di pazienti affetti da osteoporosi".
Hanno partecipato allo studio: Iskandar Tamimi MD, Tomas Ojea MD, Juan Manuel Sanchez-Siles MD, Facundo Rojas MD, Ignacio Martin MD, Luis Mendez MD PhD, Irene Gormaz MD e Almudena Perez MD del Traumatology and Orthopedic Surgery Department HRU Carlos Haya di Malaga in Spagna; Marc Stefan Dawid-Milner MD PhD del Department of Neurosciences, CIMES, Universidad de Malaga, Spain; Faleh Tamimi BDS PhD della Faculty of Dentistry, McGill University di Montreal in Canada.
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Riferimento: Iskandar Tamimi, Tomas Ojea, Juan Manuel Sanchez‐Siles, Facundo Rojas, Ignacio Martin, Irene Gormaz, Almudena Perez, Marc Stefan Dawid‐Milner, Luis Mendez, Faleh Tamimi. Acetylcholinesterase inhibitors and the risk of hip fracture in Alzheimer's disease patients: a case‐control study. Journal of Bone and Mineral Research, doi: 10.1002/jbmr.1616.
Pubblicato in MedicalXpress il 8 Giugno 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.
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