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Sonno molto irregolare legato a un rischio più elevato di demenza

lady sleeping

Una nuova ricerca, pubblicata il 13 dicembre 2023 su Neurology®, ha concluso che le persone che hanno schemi molto irregolari di sonno possono avere un rischio più elevato di demenza rispetto a quelli che hanno modelli più regolari. Lo studio non dimostra che l'irregolarità del sonno provoca la demenza, mostra solo un'associazione.

La regolarità del sonno è la coerenza nel coricarsi e svegliarsi alla stessa ora ogni giorno. L'autore senior dello studio Matthew Paul Pase PhD della Monash University di Melbourne/Australia, ha affermato:

"Le raccomandazioni sulla salute del sonno spesso si concentrano sulla quantità raccomandata di sonno, che è da 7 a 9 ore per notte [per gli adulti], ma c'è meno enfasi sul mantenimento di programmi regolari di sonno. I nostri risultati suggeriscono che la regolarità del sonno di una persona è un fattore importante quando si considera il suo rischio di demenza".

Lo studio ha coinvolto 88.094 persone con un'età media di 62 anni del Regno Unito, seguiti per una media di 7 anni. I partecipanti hanno portato un dispositivo da polso per 7 giorni per misurare il loro ciclo di sonno. I ricercatori hanno quindi calcolato la regolarità del sonno dei partecipanti.

Hanno determinato la probabilità di essere nello stesso stato di sonno, addormentati o svegli in due momenti a distanza di 24 ore, in media per 7 giorni. Una persona che si coricasse e si svegliasse alla stessa ora ogni giorno avrebbe un indice di regolarità del sonno di 100, mentre una persona che si coricasse e svegliasse in momenti diversi ogni giorno avrebbe un punteggio di zero.

I ricercatori hanno quindi esaminato i dati medici per identificare quali partecipanti hanno sviluppato la demenza, trovandone 480. Hanno quindi confrontato i punteggi di regolarità del sonno e il rischio di demenza. Rispetto a quelli con un indice medio di regolarità del sonno, il rischio di demenza era più alto per le persone che avevano il sonno più irregolare.

Le persone nel 5° percentile più basso hanno avuto il sonno più irregolare con un punteggio medio di 41. Quelle nel 95° percentile superiore hanno avuto il sonno più regolare con un punteggio medio di 71. Le persone tra questi due gruppi avevano un punteggio medio di regolarità del sonno di 60.

Dopo aver adattato i dati per età, sesso e rischio genetico di Alzheimer, i ricercatori hanno scoperto che quelli con il sonno più irregolare avevano il 53% in più di probabilità di sviluppare la demenza rispetto alle persone del gruppo medio. Per le persone con il sonno più regolare, i ricercatori hanno scoperto che non avevano un rischio più basso di sviluppare la demenza rispetto alle persone del gruppo medio.

"Una informazione efficace sulla salute del sonno, combinata con terapie comportamentali, può migliorare i modelli di sonno irregolari", ha affermato Pase. “Sulla base dei nostri risultati, le persone con sonno irregolare dovrebbero migliorare la regolarità del sonno a livelli almeno medi per prevenire la demenza. Sono necessarie altre ricerche per confermare i nostri risultati".

Pase ha affermato che, sebbene i dati siano stati adeguati ai diversi fattori che possono influire sul rischio di demenza, non possono escludere che un altro fattore sconosciuto possa avere un ruolo nell'associazione tra regolarità del sonno e demenza.

 

 

 


Fonte: American Academy of Neurology (> English) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: SR Yiallourou, [+6], MP Pase. Association of the Sleep Regularity Index With Incident Dementia and Brain Volume. Neurology, 2023, DOI

Copyright: Tutti i diritti di testi o marchi inclusi nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer OdV di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

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