Siamo fondamentalmente cablati per cercare interazione sociale, e la maggior parte di noi socializza con gli altri su base regolare in molti modi diversi. Nel tempo pre-pandemia, gli incontri sociali potevano includere conversazioni improvvisate al supermercato con un vicino o un amico, chiacchierate brevi con i colleghi tra una riunione, o recuperare con una persona cara alla fine della giornata.
Forse per te erano più comuni le cene di famiglia a casa o in città, il volontariato, il coinvolgimento in un gruppo comunitario, o gli incontri con i colleghi. Anche se la nostra modalità di socializzazione è cambiata per necessità, dato lo stato attuale del mondo, la ricerca di interazioni è una parte di ciò che ci rende umani.
Dal punto di vista della salute mentale, la linea di fondo è questa: gli scienziati hanno capito solo poco tempo fa che le interazioni sociali positive fanno davvero bene per il cervello. La frequenza della nostra attività sociale, la dimensione della nostra rete sociale, e il nostro senso di sostegno sociale impattano tutte le abilità cognitive e la salute del cervello.
Al contrario, l'isolamento sociale, la solitudine, e le interazioni sociali negative possono essere dannose per il cervello. E tanto per essere chiari: l'attuale enfasi sul distanziamento sociale non significa isolamento sociale! Essere fisicamente distanti dagli altri in questo momento è questione di buon senso, ma possiamo comunque trovare molti modi per interagire in modo sicuro con i nostri amici, colleghi e familiari.
In effetti, quando consideriamo le molte opzioni di comunicazione offerte dalla tecnologia attuale, è senza dubbio il tempo più semplice (e più importante) della storia umana per connettersi con gli altri.
Al di là dei benefici evidenti per la qualità della vita e della salute fisica, una maggiore attività sociale è legata a un funzionamento esecutivo migliore, a un pensiero più veloce e a miglioramenti in alcuni tipi di memoria. Questi risultati si vedono lungo tutto l'arco della vita, anche se la maggior parte delle ricerche pubblicate è stata condotta negli anziani.
Il cervello si arricchisce particolarmente quando ci impegniamo in molteplici attività sociali piuttosto che una sola; una chiacchierata settimanale con un amico fa bene, ma è meglio aggiungere del tempo con un gruppo comunitario (in questo momento, forse tramite videoconferenza). C'è anche la prova cruciale che essere socialmente attivi riduce il rischio di sviluppare demenza.
La spinta all'umore data dall'attività sociale potrebbe essere uno dei motivi principali dei benefici mentali quando ci riuniamo con gli altri. Quando lo stato d'animo è più luminoso abbiamo meno cortisolo (l'ormone potenzialmente nocivo) che circola nel corpo, e socializzare in modo regolare mantiene scoppiettante su tutti i cilindri il nostro sistema immunitario. Inoltre, il supporto emotivo degli altri acquieta le parti del cervello che si accendono quando ci sentiamo minacciati e aumenta l'attività nelle aree del cervello che rispondono quando ci sentiamo al sicuro.
Che dire della dimensione complessiva della nostra rete sociale? Uno studio ha cercato di capire se un grande clan sociale è legato a un minor numero di problemi cognitivi nei soggetti studiati per circa 5 anni. Gli scienziati hanno scoperto che le persone con molte connessioni sociali avevano quasi il 40% in meno di probabilità di avere declino cognitivo rispetto a chi aveva un legame sociale primario.
Altre ricerche hanno dimostrato che il rischio di demenza è piuttosto elevato in chi ha pochi contatti sociali continui, o nessuno, e che ogni persona in più aggiunta alla tua rete sociale diminuisce ulteriormente il rischio di deterioramento cognitivo invecchiando, purché queste relazioni siano soddisfacenti e di sostegno.
Al di là del tempo che passiamo a socializzare, o della dimensione della nostra rete, anche il senso di supporto che avvertiamo dalle persone con cui interagiamo è importante. Quando siamo supportati da altri, ci viene del conforto sapendo che c'è qualcuno su cui possiamo contare.
E la scienza indica chiaramente che più ci sentiamo supportati, meglio sembra funzionare il nostro cervello. Le persone che si sentono più supportate da altri vanno meglio su diversi test cognitivi; quelli che sentono di essere in gran parte soli mostrano evidenze di una salute più carente del cervello.
Tutto sommato, nonostante il bisogno attuale di strategie creative per rimanere in contatto, l'attività sociale è un potente fattore di stile di vita che ha un impatto significativo sulla salute fisica, emotiva e del cervello. Data la scienza a sostegno di questa affermazione, una potente strategia per potenziare il cervello è riservare del tempo ogni giorno per interagire con amici, familiari e colleghi.
Fonte: John Randolph PhD/ABPP (neuropsicologo clinico) in Pscychology Today (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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