Quattro settimane fa, stavo lavorando su un set cinematografico come comparsa per una nuova serie TV. Ora, sto lavorando in un ospedale di Londra, pulendo reparti coronavirus e vedo cose che non puoi immaginare. Quando mi è stato offerto questo lavoro, l'agenzia ha ammesso che il lavoro non sarebbe stato per tutti, data la sua natura, ma mi sentivo all'altezza del compito.
All'inizio non mi sentivo preoccupato. Ero più concentrato sull'avere un lavoro durante il blocco e inizialmente sono stato inondato da un sentimento di orgoglio per il po' di aiuto che potevo dare. Non tutti potevano farlo, a causa della loro salute fisica o mentale, ma mi sono sentito fortunato ad essere in grado di farlo.
Il mio turno è dalle 15 alle 22 e il lavoro può andare dal cambio dei cestini dei rifiuti in un reparto, alla pulizia profonda di una camera secondaria o di una postazione, perché un paziente è deceduto con coronavirus o ha recuperato ed è andato a casa.
Il primo giorno sono quasi entrato, impreparato, in un reparto pieno di pazienti Covid-19. Per fortuna, gli infermieri di turno mi hanno fermato, prima che avessi la possibilità di rischiare la mia salute; mi hanno aiutato a indossare i dispositivi di protezione individuale con visiera, guanti e camice.
Ero lì per fare un po' di manutenzione generale e mettere una tenda attorno alla postazione. Mentre lo facevo, ho sentito un medico dire a un paziente accanto a me che probabilmente non ce l'avrebbe fatta e quindi avrebbe dovuto contattare la sua famiglia. Sentirlo è stato terribile e scioccante, e in quel momento ho realizzato che il mio lavoro sarebbe stato molto più duro di quanto pensavo. Non so nemmeno immaginare come deve essersi sentito quel paziente.
Per restare sicuri al lavoro sono disponibili alcune mascherine diverse, che comprendono le visiere complete per gli occhi. Inizialmente ero preoccupato per quanto ero veramente protetto, ma dopo aver visto attorno a me medici e infermieri che indossavano esattamente la stessa cosa, ho pensato che avrei potuto essere a posto. Questo però non mi impedisce di sentirmi preoccupato della mia sicurezza.
Quando vado in un reparto Covid da pulire, è molto visibile se qualcuno è veramente malato. Tossisce e si può vedere nei suoi occhi che non sta bene. Ti prendi più cura nell'assicurarti di fare il lavoro in sicurezza e rapidamente, così da entrare e uscire senza toccare quello che non è necessario.
Il magazzino delle pulizie è vicino alla camera mortuaria, dove ho visto spesso barellieri spingere letti coperti, intuendo che sotto il lenzuolo c'è qualcuno che ha perso la vita per coronavirus. Ogni volta è un campanello d'allarme di quanto è grave il virus e quanto è fragile la vita umana.
Sono anche entrato in camere per cambiare tende di una postazione solo per rendermi conto che la persona per cui lo stavo facendo giaceva morta nel letto. Non puoi essere preparato per questo. Mostra quanto è preziosa la vita e la facilità con cui possono semplicemente cambiare le cose; sei mesi fa di certo non pensavo che questo sarebbe stato il mio lavoro o che avrei visto cose come queste ogni giorno.
Entro in un reparto e pulisco due o tre letti in una stanza di sei persone che non sembrano necessariamente in punto di morte, ma poi torno il giorno dopo e sono decedute.
Una volta, in un armadio che dovevo pulire ho trovato un libro con una lettera all'interno, che il paziente deceduto aveva scritto per la sua famiglia, dicendo semplicemente: ‘Credo che questa sia la fine, vi amo’. Il fatto triste è che la sua famiglia non vedrà mai quella lettera, perché dobbiamo incenerirla se il paziente è morto con Covid-19.
Ci sono molti pazienti anziani nei reparti, e quelli con perdita di memoria e demenza non si rendono conto perché sono lì o quanto siano pericolosi i loro sintomi, per non parlare di quanto sono contagiosi. C'è stato un paziente che mi ha accusato di aver rubato la sua giacca perché vuole uscire. Non si può evitare di pensare che sono quasi fortunati a non capire la portata di quello che sta succedendo.
Non è raro vedere infermieri nei corridoi in lacrime sui loro telefoni perché hanno semplicemente visto un'altra persona perdere la vita per il coronavirus. Uno mi ha detto che solo nell'ultimo mese aveva tenuto per mano più di 20 persone mentre morivano; la forza emotiva che deve servire è incommensurabile.
Per molte persone la paura più grande è morire da sole. Con il coronavirus, quella è una dura realtà. A causa delle severe misure per le visite e il blocco, non tutti i familiari sono autorizzati ad essere lì. Se sei a rischio, non ti fanno entrare. Ciò crea sfide che gli infermieri e i medici devono superare per garantire che le persone abbiano comfort mentre ci lasciano.
C'è sempre una paura di restare infettati, soprattutto quando si sta seduti su un autobus andando al lavoro in un ospedale. Cerco di non pensarci eccessivamente, sto cercando di concentrarmi sul lavoro del momento, mentre faccio tutto il possibile per restare sicuro.
Quando finisco un turno devo chiudere con ciò che è accaduto e quello che ho visto. Ho chiuso la bocca a persone sui social media che so che non stanno seguendo le misure di distanziamento sociale, perché può diventare opprimente vedere gli effetti di ciò che deriva dal non obbedire alle restrizioni del governo.
Tuttavia, non c'è solo terrore nel mio lavoro. L'ultima operazione della notte durante il mio turno recente era pulire un reparto maternità. Si sentivano bambini piangere ed è apparso improvvisamente così rassicurante che la vita continui. Questo non è un momento divertente, c'è così tanta morte e durezza in questa pandemia, ma in quel corridoio stava cambiando per il meglio tutta la vita di una famiglia, era il giorno più bello della loro vita.
Questa settimana abbiamo iniziato a pulire in profondità dei reparti dopo che sono stati trasformati da reparti coronavirus a reparti ‘normali’ e si sente che la pressione si sta abbassando un po' per volta.
Anche così, noi come società, dobbiamo ancora prendere sul serio le misure di distanziamento sociale e di blocco. Ho visto di prima mano come qualcuno possa stare bene un minuto e giacere due giorni dopo nel reparto di terapia intensiva. E pochi giorni dopo magari devo pulire il letto dove sono morti.
I mio lavoro implica vedere il lavoro al NHS (servizio sanitario nazionale in GB) sotto uno sforzo inimmaginabile, e se tu potessi vedere le cose che ho visto io, faresti di tutto per non aumentarlo.
Fonte: Joseph McKay in Metro (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.