Se il punto è prevedere i progressi nella demenza nei prossimi 10 anni, sarebbe ovviamente prodigioso trovare una cura, ma purtroppo, penso che siamo ancora molto lontani da questo traguardo.
Quindi, se non possiamo avere una cura, allora la seconda opzione è un'assistenza migliore. Questo include una migliore formazione del personale e migliori ambienti tecnologici e di assistenza, solo per citare alcuni obiettivi.
Qui voglio condividere con voi alcune idee sugli ambiti che spero e mi aspetto che nel prossimo decennio avranno dei cambiamenti per le persone che vivono con la demenza.
Informazione e formazione
La grande differenza tra soffrire di demenza e vivere con la demenza sta nelle persone che stanno intorno al paziente. Lo stanno responsabilizzando, includendo, lo mettono in condizione di fare, o gli vietano di fare? Tutto dipende da informazione e formazione.
Anche le comunità possono lavorare per abbracciare le persone che vivono con demenza, che si tratti di proprietari di negozi, operatori di assistenza o familiari; tutti devono imparare a impegnarsi con le persone con demenza.
Se qualcuno che conosci o di cui ti occupi riceve una diagnosi di demenza, hai la responsabilità di informarti e conoscere la malattia.
Comunicazione
Una delle cose che sappiamo sulla demenza è che il modo in cui ci esprimiamo cambia quando sviluppiamo la malattia.
Trovare modi diversi di esprimersi per le persone con demenza, attraverso le arti o qualsiasi cosa che trovano coinvolgente, nel prossimo decennio dovrebbe essere lì e sostenuto.
Le arti e la comunità sanitaria alleata devono collaborare in questo per esplorare come si può fare meglio. La domanda è: come facciamo a invitare le persone che vivono con demenza in questi mondi, in modo che possano comunque partecipare?
Assistenza intergenerazionale
Il recente rinnovato interesse per l'assistenza intergenerazionale è grande e se funziona si dovrebbe continuare a farlo nel prossimo decennio. Tutto quello che stiamo facendo veramente è tornare alla struttura della famiglia allargata per dire che le persone anziane dovrebbero essere coinvolte nella vita di quelle più giovani e i più giovani dovrebbero essere coinvolti nella vita delle persone anziane.
Ma dobbiamo anche essere un po' più introspettivi. Fare il punto della nostra situazione e chiederci: "Quando è stata l'ultima volta che ho preso il telefono e ho chiamato la nonna? Quando è stata l'ultima volta che ho bussato alla porta del mio vicino e gli ho detto Buongiorno?"
Sviluppo della forza lavoro
Un settore in cui credo che non ci sia stato sufficiente miglioramento negli ultimi dieci anni è nella formazione del personale. Dobbiamo farlo, non solo in Australia, ma in tutto il mondo.
In Australia, attualmente è attiva la Commissione sulla Qualità e Sicurezza dell'Assistenza alla Vecchiaia, e i suoi risultati mi fanno pensare che, come società, abbiamo molto di cui essere imbarazzati, per aver permesso all'assistenza agli anziani di arrivare a questo punto.
La Commissione sta responsabilizzando tutti quelli coinvolti nella cura alla vecchiaia. Non si tratta solo di formazione, o di finanziamento o di ambienti; ci sono molte cose diverse da correggere, ma penso che vedremo grandi cambiamenti nel prossimo decennio, perché la prossima generazione non tollererà, e non dovrebbe tollerare, la situazione attuale.
Assistenza della comunità
Sono molto fiduciosa per le persone che vivono con demenza nella comunità nel prossimo decennio. Ci sarà molto supporto alle persone per continuare a vivere a casa, piuttosto che doversi trasferire a una struttura di assistenza.
Penso che stiamo diventando una società molto più aperta in termini di demenza. Poiché non è visibile, non vediamo quello che è la disabilità. Sarebbe quindi utile se le persone che vivono con demenza si sentano sufficientemente a proprio agio a dire: "Ho un po' di perdita di memoria, e avrò bisogno di un po' di supporto".
O caregiver che possono uscire con pazienti con demenza e citare con discrezione la diagnosi a negozianti e impiegati di banca, così che gli altri possano dare supporto per continuare a impegnarsi nella comunità locale, senza venire a compromessi.
Penso che le persone vogliano istintivamente essere buone e cercano aiuto, quindi se la comunità può diventare più abilitante e più accogliente per le persone con demenza o con qualsiasi altro tipo di disabilità nel prossimo decennio, ciò sarebbe grande.
Tutto sommato, mi sembra che ci siano stati molti buoni cambiamenti nel corso degli ultimi anni, in termini di sostegno alle persone che vivono con demenza, e sono incoraggiata e fiduciosa che questo continuerà nel prossimo decennio.
Fonte: Tamar Krebs, coinvolta da sempre nella demenza, fondatrice del Group Homes Australia, un modello innovativo di residenze che offre assistenza alla demenza, sollievo e cure palliative in un ambiente di comunità locale che permette agli ospiti di continuare a impegnarsi nella vita, e giudicato da Alzheimer's Australia il migliore per la demenza in confronto a più di 80 altre strutture.
Pubblicato in Startsat60 (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
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