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Riscoprirsi risorsa tra persone unite dallo stesso problema, partecipando ai Gruppi ...
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Mer, 15 Mag 2024   14:30 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
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Gio, 16 Mag 2024   17:00 18:30   Caffe' Alzheimer
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Il Caffè Alzheimer è un servizio che la Casa di Soggiorno ...
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Donne che si prendono cura
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Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago

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Neurological disorders

Uno studio pubblicato di recente su JAMA mostra che le persone con disturbi neurologici hanno un tasso di suicidi superiore del 75% a quello delle persone senza disturbi neurologici. Però le morti per suicidio sono tuttora eventi rari.


Mentre il tasso di suicidio per la popolazione generale è di circa 20 per 100.000 (in Danimarca, il paese dello studio, mentre in Italia nel 2015 è stato del 6,5), il tasso per le persone con disturbi neurologici è intorno a 40 per 100.000 persone-anno. Lo studio si basa su dati che coprono l'intera popolazione della Danimarca, esaminati su un lasso di tempo di oltre 37 anni.


I ricercatori hanno scoperto che una persona su 150 con diagnosi di disturbo neurologico muore per suicidio. Per le malattie neurologiche gravi, come la corea di Huntington, un diagnosticato ogni 61 si è suicidato in seguito. Questo studio è la valutazione più completa condotta fino ad oggi del collegamento tra disturbi neurologici e suicidio.


"Questa è la prima volta che abbiamo esaminato così tanti disturbi neurologici diversi per capire più in dettaglio quanto è pronunciato un rischio di suicidio. Queste intuizioni possono aiutare a modellare l'impegno sulla prevenzione", afferma la Dott.ssa Annette Erlangsen, autrice senior e professoressa associata aggiunta alla University of Southern Denmark.

 

Tassi di suicidio 5 volte superiori

Lo studio mostra che le persone che hanno avuto la diagnosi di sclerosi laterale amiotrofica (SLA) o morbo di Huntington hanno un rischio particolarmente elevato, in quanto il tasso di suicidio associato con questi disturbi è 4-5 volte superiore a quello della popolazione generale.


Inoltre, le persone che hanno avuto lesioni traumatiche cerebrali, sclerosi multipla o epilessia, hanno un tasso di suicidio doppio di quello che si trova tra quelli senza tali disturbi.


"Ci possono essere diverse spiegazioni co-esistenti per questo tasso di suicidi eccessivo. Le persone possono avere difficoltà di capire e accettare le conseguenze di una malattia cronica di nuova diagnosi. Inoltre, disturbi mentali e fattori sociali e relazionali possono avere un ruolo", spiega la Dott.ssa Elsebeth Stenager, professoressa di psichiatria sociale alla stessa università.

 

Cambiamenti del rischio

Spesso il rischio di suicidio è stato associato ai disturbi psichiatrici, ma questo nuovo studio mostra che anche i disturbi neurologici sono legati a un tasso elevato di suicidi. È anche possibile che i disturbi mentali non diagnosticati possano costituire una parte di questo eccesso di rischio.


"Il rischio elevato appare in diverse fasi nel corso dei disordini. Ad esempio, le persone con demenza mostrano un tasso di suicidio 2-3 volte più alto durante i primi tre mesi dopo la diagnosi. Dall'altra parte, le persone che avevano avuto la diagnosi di demenza più di un anno prima, hanno un tasso di suicidio più basso rispetto alla popolazione generale", spiega il Dott. Egon Stenager, professore clinico di neurologia alla University of Southern Denmark.


Lui e il team di ricerca non riescono ancora a spiegare perché ci sono queste differenze nel rischio di suicidio. Tuttavia, sembra essere correlata al tipo di disturbo, al progresso della malattia e a quali opzioni di trattamento esistono.

 

Sviluppo di iniziative di prevenzione

Il team di ricerca dietro lo studio era costituito da esperti internazionali di neurologia, psichiatria e di prevenzione del suicidio. Usando dati danesi unici e collegabili, dal 1980 al 2016, è stato possibile calcolare i tassi di suicidio esatti anche per disturbi rari, come la SLA e l'Huntington. Si prevede che i risultati saranno di grande beneficio per gli interventi futuri.


Saranno necessarie ulteriori analisi per capire come la conoscenza dei rischi di suicidio può migliorare il modo di affrontare i singoli disturbi. Annette Erlangsen spiega che l'obiettivo per questa prima fase era individuare quali disturbi dovrebbero essere affrontati con gli sforzi di prevenzione. I passi successivi serviranno a considerare quando e come offrire l'intervento.


Il team di ricerca ha collegato i dati sui contatti ospedalieri, le cause di morte e le informazioni socio-demografiche dell'intera popolazione della Danimarca. Alcuni dei disturbi neurologici che sono stati esaminati: ferita alla testa, apoplessia, epilessia, polineuropatia, miastenia grave, Parkinson, sclerosi multipla, infezioni del sistema nervoso centrale, meningite, encefalite, sclerosi laterale amiotrofica (SLA), malattia di Huntington, demenza e disabilità intellettuali.

 

 

 


Fonte: Nana Olejank Hansen in University of Southern Denmark (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Annette Erlangsen, Egon Stenager, Yeates Conwell, Per Kragh Andersen, Keith Hawton, Michael Eriksen Benros, Merete Nordentoft, Elsebeth Stenager. Association Between Neurological Disorders and Death by Suicide in Denmark. JAMA, 4 Feb 2020, DOI

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