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Uno studio guidato da ricercatori della University of California di Los Angeles ha scoperto che si possono usare i livelli di sei proteine ​​nel sangue per valutare il rischio di una persona per la malattia dei piccoli vasi cerebrali (CSVD, cerebral small vessel disease), una malattia del cervello che colpisce circa 11 milioni di anziani negli Stati Uniti. La CSVD può portare a demenza e ictus, ma attualmente può essere diagnosticata solo con una risonanza magnetica del cervello.


"La speranza è che questo produca un test diagnostico innovativo che i medici possono iniziare a usare come valore quantitativo di salute del cervello nelle persone che sono a rischio di sviluppare la malattia dei piccoli vasi cerebrali", ha detto il dott. Jason Hinman, assistente professore di neurologia all'UCLA e autore senior dello studio pubblicato sulla rivista PLoS One.


La CSVD è caratterizzata da cambiamenti nella materia bianca del cervello, le aree del cervello che hanno un'alta concentrazione di mielina, un tessuto adiposo che isola e protegge le lunghe estensioni dei neuroni. Nella CSVD, i piccoli vasi sanguigni che si snodano attraverso la materia bianca diventano danneggiati nel corso del tempo e la mielina inizia a rompersi.


Questo rallenta la comunicazione tra le cellule del cervello e può portare a problemi nella cognizione e a difficoltà a camminare. E se i vasi sanguigni si bloccano completamente, può arrivare un ictus. La malattia è associata anche ad un rischio elevato di molteplici forme di demenza, compreso il morbo di Alzheimer.


In genere, i medici diagnosticano la CSVD con una risonanza magnetica dopo che una persona ha evidenze di demenza o è stata colpita da un ictus. Circa un quarto dei casi di ictus negli Stati Uniti sono associati alla CSVD. Ma molti casi di malattia non vengono diagnosticati a causa dei sintomi lievi, come le difficoltà di cammino o di memoria, che spesso possono essere attribuiti al normale invecchiamento.


Nel nuovo studio, Hinman e colleghi si sono concentrati su sei proteine ​​correlate alla risposta infiammatoria del sistema immunitario e incentrate su una molecola chiamata interleuchina-18 (IL-18). Hanno ipotizzato che le proteine ​​infiammatorie che danneggiano il cervello nella CSVD possano essere rilevabili nel sangue.


I ricercatori hanno misurato i livelli di proteine ​​nel sangue di 167 persone con una età media di 76,4 anni, che avevano una cognizione normale o un lieve decadimento cognitivo. Come parte della loro partecipazione volontaria allo studio, 110 partecipanti sono stati sottoposti a una scansione del cervello con risonanza magnetica (RM) e 49 hanno avuto una scansione più avanzata, chiamata scansione a tensore di diffusione (STD).


I ricercatori hanno scoperto che le persone i cui test con RM o STD hanno mostrato segni di CSVD avevano livelli significativamente più elevati di sei proteine ​​del sangue. Se una persona aveva livelli più alti rispetto alla media delle sei proteine ​​infiammatorie, avevano una probabilità doppia di avere segni di CSVD sulla RM e il 10% in più di probabilità di segni molto precoci di danni alla sostanza bianca. Inoltre, per ogni fattore di rischio CSVD che aveva una persona (come ipertensione, diabete o un ictus precedente), i livelli di proteine ​​infiammatorie nel sangue erano due volte più alti, in media.


Per confermare i risultati, il team ha eseguito il test del sangue in un gruppo con un rischio molto più elevato di CSVD: 131 persone accolte al pronto soccorso dell'UCLA Health con segni di ictus. Ancora una volta, i risultati del test del sangue si sono correlati ad alterazioni della sostanza bianca nel cervello, rilevati dalla RM. "Sono stato piacevolmente sorpreso dal fatto che siamo riusciti ad associare l'infiammazione nel flusso sanguigno con la CSVD in due popolazioni piuttosto differenti", ha detto Hinman.


Nei rapporti della RM, i cambiamenti nella materia bianca del cervello causati dalla CSVD sono di solito classificati solo in termini generali, come lieve, moderata o grave. Il test del sangue è un passo in avanti, ha detto Hinman, perché fornisce una scala più quantitativa per valutare la malattia. Ciò significa che si può usare un esame del sangue per seguire la progressione della malattia o per identificare le persone che sono candidate per la prevenzione o il trattamento della CSVD.


"Siamo fiduciosi che questo aumenterà gli sforzi quantitativi del settore per la CSVD in modo da poter orientare meglio le terapie e i nuovi interventi", ha detto Hinman.


Il test del sangue non è in commercio in questo momento.

 

 

 


Fonte: University of California - Los Angeles (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Marie Altendahl, Pauline Maillard, Danielle Harvey, Devyn Cotter, Samantha Walters, Amy Wolf, Baljeet Singh, Visesha Kakarla, Ida Azizkhanian, Sunil Sheth, Guanxi Xiao, Emily Fox, Michelle You, Mei Leng, David Elashoff, Joel Kramer, Charlie Decarli, Fanny Elahi, Jason Hinman. An IL-18-centered inflammatory network as a biomarker for cerebral white matter injury. PLOS One, 24 Jan 2020, DOI

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