La ricerca sul morbo di Alzheimer (MA) soffre di una cronica mancanza di investimenti, dopo i fallimenti degli studi clinici in tutto il settore, secondo un rapporto di BIO.
In vista della Conferenza Internazionale BIO, l'organizzazione ha pubblicato un rapporto dettagliato sullo stato della Ricerca & Sviluppo per il trattamento del MA e ha confermato il quadro negativo per lo sviluppo di un trattamento di successo.
L'amministratore delegato di BIO, Jim Greenwood, ha riassunto il punto in cui l'industria si trova attualmente nell'area della malattia:
"La buona notizia è che le società biofarmaceutiche americane stanno attualmente conducendo 74 esperimenti di fase clinica destinati a fermare, prevenire o rallentare la progressione di questa crisi incombente. La cattiva notizia è che, anche se questi programmi sono realmente promettenti, le sfide di R & S con questa malattia sono enormi e il livello di investimenti e innovazione non è quello di cui la nostra nazione ha bisogno per affrontare questa crisi esplosiva di salute pubblica".
L'entità dei problemi di investimento si può vedere quando si confronta l'investimento di MA con quello di oncologia, attualmente la malattia che vede il maggior investimento: nel periodo 2008-2017, le aziende che lavoravano su nuovi farmaci oncologici hanno raccolto 10,9 miliardi di € in capitale di rischio, mentre quelle che lavoravano sul trattamento del MA hanno raccolto solo € 664 milioni.
Problemi clinici
Questa disparità di finanziamento può essere spiegata dal successo comparativo riscontrato negli studi clinici, dove la ricerca sul MA ha avuto difficoltà, non avendo mai visto approvato un trattamento modificante la malattia. Di conseguenza, le grandi aziende farmaceutiche hanno iniziato a togliere risorse dall'area, e quelle rimaste hanno avuto le proprie difficoltà nel raggiungere il successo.
Secondo il rapporto, questo ha portato le aziende più piccole a prendere il testimone della ricerca clinica: il 77% delle ricerche sul MA sono svolte da società "piccole ed emergenti".
Come dice Greenwood, sono attivi 74 programmi di fase clinica che coinvolgono 30 obiettivi molecolari diversi, con 10 strategie di trattamento, incluso il puntamento delle vie amiloide e tau.
Il problema principale rimane che, a meno che i progetti di Fase III inizino a raggiungere il successo, l'investimento richiesto per far avanzare questi candidati attraverso la fase clinica sarà limitato e la storia sta attualmente pesando fortemente contro questo.
Motivi per essere ottimisti
Nonostante i fallimenti del passato, tuttavia, il rapporto ha rilevato che la ricerca nella fase iniziale è ancora in corso e non ha registrato una notevole tendenza al ribasso nel periodo 2008-2017. In media, gli studi clinici sui farmaci modificanti la malattia per il MA sono stati circa 17 all'anno e le partenze della Fase I sono rimaste sostanzialmente simili, anno su anno.
Inoltre, sebbene l'area abbia visto una mancanza di finanziamenti da capitale di rischio negli ultimi anni, il rapporto afferma che i fondi del governo statunitense sono aumentati, con 1,9 miliardi di dollari investiti nel 2018.
La relazione chiede che ci sia altro lavoro su tali linee:
"E' necessario comunque un ulteriore sforzo a monte. Il continuo finanziamento della ricerca di base per far progredire la nostra comprensione della biologia del MA armerà gli sviluppatori di farmaci con nuovi obiettivi e approcci per attaccare questa malattia complessa. Anche se ora abbiamo identificato più attori nell'eziologia della malattia, l'esatto meccanismo molecolare dettagliato dietro il MA è tuttora sconosciuto".
Fonte: Ben Hargreaves in Biopharma Reporter (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Riferimenti: Rapporto completo
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali collegamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.