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Il Caffè Alzheimer è un servizio che la Casa di Soggiorno ...
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Gruppo Auto-Mutuo-Aiuto Valdobbiadene
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Mer, 15 Mag 2024   14:30 16:30   Incontri e presentazioni
Donne che si prendono cura
Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
Associazione ASAV, c/o distretto sanitario, Via Toniolo 2, Vedelago
Gio, 16 Mag 2024   17:00 18:30   Caffe' Alzheimer
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Mer, 22 Mag 2024   14:30 16:30   Incontri e presentazioni
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Mer, 29 Mag 2024   14:30 16:30   Incontri e presentazioni
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Un progetto scritto da donne per le donne, realizzato grazie al ...
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blood cellsUna scansione di 5 minuti dei vasi sanguigni nel collo durante la mezza età potrebbe predire il declino cognitivo dieci anni prima che compaiano i sintomi, afferma una nuova ricerca eseguita alla University College London.


Se i risultati (presentati alla conferenza AHA Scientific Sessions di Chicago) saranno confermati da studi più ampi, la scansione potrebbe diventare parte del programma di esami di routine per le persone a rischio di demenza.


Mentre il cuore batte, il sangue lascia il muscolo cardiaco con forza e viaggia in giro per il corpo. Le arterie sane ed elastiche vicino al cuore attutiscono il sangue pompato per assicurare che, una volta raggiunto il cervello, il sangue scorra senza intoppi, e a velocità costante, attraverso i fragili vasi sanguigni.


Fattori come l'invecchiamento e l'ipertensione causano l'irrigidimento di questi vasi sanguigni, diminuendo il loro effetto protettivo. Di conseguenza, nella profondità dei vasi fragili che alimentano il cervello può penetrare un 'impulso' fisico progressivamente più forte.


Nel tempo, questo può causare danni ai piccoli vasi del cervello, cambiamenti strutturali nella rete dei vasi sanguigni del cervello e sanguinamenti minimi chiamati mini-ictus, che possono contribuire allo sviluppo della demenza.


Un gruppo internazionale di ricercatori, guidati dal professor John Deanfield (Institute of Cardiovascular Science della UCL), ha studiato un gruppo di 3.191 volontari di mezza età ai quali è stata eseguita un'ecografia per misurare l'intensità dell'impulso che raggiunge il cervello. Nei successivi 15 anni, i ricercatori hanno monitorato la memoria del partecipante e la capacità di risolvere i problemi.


I partecipanti il ​​cui sangue raggiungeva il cervello con l'intensità più alta (25% superiore) all'inizio dello studio avevano un rischio più alto di circa il 50% di sviluppare un declino cognitivo nel decennio successivo, rispetto al resto dei partecipanti. Questa differenza era presente anche dopo aggiustamenti per possibili fattori confondenti, come età, indice di massa corporea, pressione, diabete e presenza di altre condizioni cardiache.


Il declino cognitivo è un declino notabile e misurabile delle capacità cognitive, che includono memoria, linguaggio, pensiero e capacità di giudizio. È spesso uno dei primi segni di demenza, ma non tutti coloro che mostrano segni di declino cognitivo passeranno alla demenza.


Per il seguito, i ricercatori prevedono di usare le scansioni MRI per verificare se questi individui mostrano anche cambiamenti strutturali e funzionali all'interno del cervello che potrebbero spiegare i cambiamenti nella memoria e nel pensiero. Hanno anche intenzione di testare se la scansione migliora i 'punteggi di rischio' predittivi esistenti per la demenza.


Il dott. Scott Chiesa (Institute of Cardiovascular Science della UCL) ha dichiarato: "Questi risultati dimostrano il primo legame diretto tra l'impulso cardiaco trasmesso al cervello e le alterazioni future della funzione cognitiva. È una causa potenzialmente percettibile di declino cognitivo negli adulti di mezza età, che può essere individuata con largo anticipo - prima di qualsiasi cambiamento evidente nella struttura o nella funzione del cervello".


La demenza vascolare è uno dei tipi più comuni di demenza, causata da un problema con la fornitura di sangue al cervello, che danneggia o uccide le cellule cerebrali. La ricerca suggerisce che controllo della pressione arteriosa e del colesterolo, dieta sana, esercizio fisico regolare e non fumare possono contribuire a prevenire la demenza.


Il professor Metin Avkiran, direttore medico associato della British Heart Foundation, ha dichiarato: "Il modo migliore per proteggersi è condurre uno stile di vita che mantenga sani i vasi sanguigni. Gli stessi fattori di rischio legati alla cardiopatia - come l'ipertensione e la mancanza di esercizio fisico - sono fortemente legati alla demenza. È davvero un caso di corpo sano e mente sana".

 

 

 


Fonte: Rowan Walker in University College London (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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