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grifols company headquarter

Lo scorso Venerdì la Grifols ha presentato i risultati del suo studio AMBAR (Alzheimer Management by Albumin Replacement) di fase IIb / III al Congresso 'Clinical Trials on Alzheimer's' di Barcellona.


L'AMBAR è un trattamento innovativo possibile basato sulle proprietà terapeutiche del plasma che ha dimostrato, in modo significativo statisticamente, la sua efficacia nel rallentare la progressione dell'Alzheimer nei pazienti moderatamente affetti.


La combinazione dell'estrazione del plasma attraverso la plasmaferesi (una tecnica consolidata e sicura utilizzata nella sostituzione del plasma) e la sua sostituzione con Albutein® al 20% (albumina, una proteina plasmatica sicura e ben tollerata con proprietà terapeutiche multiple) ha mostrato un rallentamento significativo della malattia nei pazienti moderatamente affetti che hanno partecipato allo studio, offrendo un possibile trattamento alternativo dell'Alzheimer.


I risultati nella popolazione di pazienti con Alzheimer moderato presenti nello studio hanno mostrato un rallentamento, statisticamente significativo, della progressione della malattia nel 61% di un campione di 496 pazienti e ha raggiunto i due obiettivi principali di efficacia stabiliti: miglioramento cognitivo e una migliore capacità di svolgere le attività quotidiane durante i 14 mesi di trattamento.


Nel gruppo di pazienti con Alzheimer leggero, i risultati hanno anche suggerito un rallentamento della progressione della malattia (una performance simile è stata osservata nel gruppo di controllo) sebbene la differenza non sia statisticamente significativa.


La Grifols, azienda produttrice di derivati ​​del sangue, ritiene che la sua terapia "potrebbe avere un'applicazione immediata", ma gli analisti di mercato sono generalmente più cauti. Quelli di Alphavalue suggeriscono cautela perché questi studi hanno spesso un alto livello di errori e gli analisti di Morgan Stanley sostengono che la mancanza di significatività statistica in alcuni dei risultati invita alla cautela fino a quando non vedremo la migliore ripartizione dei risultati l'anno prossimo.

 

 

*****  Questa notizia ha un commento di Elizabeth Cairns, esperta del settore farmaceutico.

Qualcosa sembra funzionare nell'Alzheimer: più nel sangue che nel cervello

 

La Grifols, azienda spagnola di emoderivati, ha annunciato risultati intriganti su un sottogruppo di pazienti dell'Ambar, un ampio studio sul morbo di Alzheimer (MA), ma la scoperta potrebbe anche avvantaggiare altri fornitori di emoderivati. 


Un successo in un sottogruppo di solito non è qualcosa di cui essere troppo entusiasti. Ma in questo caso la sperimentazione clinica in questione è nel MA e le azioni della Grifols sono aumentate quasi del 10% oggi sul successo nei pazienti trattati con plasmaferesi e albumina umana.


Questo approccio quasi meccanico si distingue in un campo dominato da anticorpi sperimentali, ma sembra aver generato alcuni risultati interessanti. La misura in cui la Grifols potrebbe in definitiva trarre beneficio è tuttavia discutibile, in quanto vi sono molti altri in grado di capitalizzare il risultato.


La plasmaferesi, un processo che filtra il sangue per rimuovere gli anticorpi nocivi, è approvata, rimborsata e ampiamente utilizzata. Per lo studio, la Grifols ha usato l'Albuteina, la sua formulazione interna di albumina, una proteina abbondante nel sangue umano, sebbene siano disponibili varie altre forme. Pertanto, c'è poco che può impedire ai medici di ottenere la proteina da altre fonti e usarla per curare i pazienti, qualora questa tecnica si dimostrasse utile.


Lo studio Ambar ha arruolato 496 pazienti con MA lieve e moderato, randomizzati in tre gruppi di trattamento che hanno ricevuto plasmaferesi con Albuteina da sola o in combinazione con immunoglobulina per via endovenosa, a dosi differenti. Tutti hanno continuato a ricevere la loro cura standard, inclusi i vari farmaci di MA commercializzati.

Grifols ADAS Cog Moderate Dementia Group Infographic 

Beneficio moderato

La Grifols ha rilasciato solo informazioni frammentarie finora, quindi la vera rilevanza di questa scoperta sarà difficile da valutare fino a quando non saranno pubblicati tutti i risultati.

Un'analisi aggregata di tutti i pazienti e di tutti i bracci di trattamento ha raggiunto uno degli endpoint (obiettivi) primari, mostrando un tasso di declino significativamente più lento dal basale, rispetto al placebo, sulla scala ADCS-ADL. L'endpoint co-primario, la scala ADAS-Cog, non è stato raggiunto.


La divisione di questo per gravità della malattia, tuttavia, ha mostrato risultati più incoraggianti. Tra i pazienti con MA moderato, la terapia della Grifols ha permesso un tasso di declino significativamente più lento rispetto al placebo su entrambe le scale. Secondo gli analisti di Berenberg, la significatività rispetto al placebo è stata raggiunta in ogni singolo gruppo di dosaggio, sebbene i numeri stessi non siano stati forniti.

Dati dell'Ambar % minore declino rispetto al placebo
Pazienti Gruppo di dose Adas-Cog p ADCS-ADL p
Lievi e moderati Tutti i gruppi di dose 66% 0.06 52% 0.03
Solo moderati Dose alta Albutein + dose alta IVIG N/d ? N/d 0.01
Solo moderati Dose bassa Albutein + dose bassa IVIG N/d ? N/d 0.02
Solo moderati Dose bassa Albutein N/d ? N/d 0.02
Solo moderati Tutti i gruppi di dose 61% 0.05 61% 0.002
IVIG = immunoglobulina per via endovenosa. Fonti: comunicazione aziendale, nota di Berenberg.

 

Il trattamento non ha mostrato alcun beneficio rispetto al placebo nei pazienti miti, ma dal momento che il limite finale dell'endpoint era di soli 14 mesi, ciò potrebbe essere dovuto al fatto che non hanno avuto un declino abbastanza rapido perché diventasse evidente un beneficio.


L'idea alla base della terapia è che l'albumina si lega alla proteina amiloide-beta che circola nel sangue; viene poi eliminata con la plasmaferesi, lasciandone meno ad accumularsi nel cervello dei pazienti e a formare placche.


La Grifols sta proteggendo la sua scommessa, tuttavia, conoscendo la pressione a cui è stata sottoposta l'ipotesi amiloide negli ultimi anni, e suggerisce che l'albumina potrebbe legarsi anche ad altre proteine ​​correlate all'Alzheimer o avere proprietà antiossidanti, immunomodulatorie e antinfiammatorie.

 

Mistura proteica

Qualunque sia il meccanismo, i risultati sembrano parlare da soli, sebbene per valutare realmente il potenziale rimanga cruciale uno sguardo più completo ai dati sull'efficacia, nonché le informazioni sulla sicurezza e sugli abbandoni dei pazienti.


L'albuteina è già approvata come sostituto del sangue per il trattamento di pazienti affetti da nefrosi e vari tipi di anemia, tra gli altri usi, e se la Grifols dovesse ottenere un'etichetta per l'Alzheimer, le vendite riceverebbero una spinta. [...]


Il gruppo spagnolo non ha annunciato alcun piano concreto, ma eventuali ulteriori ricerche si concentreranno probabilmente su pazienti moderatamente malati e studieranno i livelli di dose e la frequenza di scambio plasmatico più efficaci.


Gli analisti di Berenberg non ritengono necessari ulteriori studi o l'approvazione regolamentare per l'Alzheimer per guidare l'uso nella malattia, e scrivono che i dati di Ambar da soli potrebbero essere sufficienti a generare una domanda sostanzialmente più elevata di albumina più a lungo termine.


Però prima di tutto sarà necessario dare un'occhiata più da vicino a questi dati.

 

 

 

 


Fonte:

  1. The Corner (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
  2. Elizabeth Cairns in Vantage (>English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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