Che l’Alzheimer preferisca le donne è presto detto ... e non perché i loro neuroni sono più accattivanti o meno resistenti.
A dire il vero vi è una maggiore incidenza di malattia legata perlopiù alla confermata longevità del sesso femminile e quindi a un’elevata casistica dovuta alla maggiore presenza di soggetti femminili in tarda età, ma possiamo con certezza affermare che anche nei casi di Alzheimer che colpisce il sesso maschile, vi è una stragrande presenza di caregiver femminili e quindi l’equazione è presto fatta confermando che dietro ad un malato (sia esso maschio o femmina) spesso c’è una donna.
Donne che spesso si occupano di un famigliare (genitore, coniuge o altro) e che si trovano a dover gestire non solo la criticità della malattia, ma anche rapporti di lavoro e dinamiche famigliari non sempre facili.
Donne che hanno dovuto mettere in discussione la loro crescita professionale come la protagonista del racconto “Cose di casa” che si trova improvvisamente a diventare madre di sua madre rinunciando ai suoi viaggi di lavoro dopo la scoperta improvvisa della malattia della mammma e che deve riorganizzare la sua vita e la sua quotidianità per garantirne l’incolumità.
O come la figlia che si ritrova improvvisamente a dover gestire la disinibizione sessuale dell’anziano padre nel racconto “Latin Lover” e non riesce a comprendere come uno stimato professionista si sia trasformato in un corteggiatore seriale.
Eppure la sensibilità delle donne non si ferma qui e si manifesta fin dalla tenera età coinvolgendo una bimbetta che si ritrova a cercare con la mamma l’anziano nonno che si è perso nella ricerca della “Casa che non c’è” e che con il suo abbraccio riesce a rassicurarne l’animo inquieto e spaurito.
E quando a essere colpita è una donna? Solitamente i famigliari ci mettono un po’ di tempo a cogliere i segnali di allarme, soprattutto se sono uomini e hanno una certa età come succede al protagonista del racconto “Uno sconosciuto nel letto” che non riesce a vedere nelle stranezze della moglie le avvisaglie di una demenza e le giustifica, negando la malattia per troppo amore e per la paura di una realtà terribile, attribuendole a scherzi benevoli e facendoli rientrare nella loro normale storia di coppia.
La forza delle donne si manifesta anche nel coraggio di chiedere aiuto, quando ci si rende conto di non potercela fare da sole, a volte lottando contro il nostro senso di colpa e d’inadeguatezza, contro la difficoltà di delegare parte dell’assistenza ad altri come la protagonista del racconto “Permette ... signora?” che solo di fronte ai gravi disturbi comportamentali del marito e alla sua aggressività fisica si rende conto di doversi affidare a una struttura, per riuscire a trovare un equilibrio e a mantenere ancora vivo il profondo sentimento che la lega al marito.
Donne che lottano, donne che s’inventano strategie e sperimentano terapie alternative, donne che aiutano altre donne come la vicina di casa nel racconto “Deformazione professionale”, e che non si arrendono pur con le loro debolezze e insicurezze.
Donne prigioniere di un male oscuro ma ancora in grado di esprimere tenerezza e sorrisi; donne che dimenticano ma ricordano canzoni e preghiere per i loro cari e sanno ancora donare amore.
Donne, semplicemente… e la loro forza; la loro capacità di sorridere, nonostante tutto.
Vittorina Zanon
Spunti liberamente tratti dal libro “Strana…mente”, edito da Editoriale Programma
Leggi anche il libro precedente di Vittorina Zanon:
Insolita ... mente.
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