Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Risultati promettenti da una nuova terapia per l'Alzheimer

Risultati promettenti da una nuova terapia per l'AlzheimerScienziati del Karolinska Institutet hanno valutato una nuova terapia di Alzheimer, per la quale i pazienti ricevono un impianto che stimola la crescita di un certo tipo di cellule nervose. I risultati suggeriscono che l'introduzione di un fattore di crescita nervoso può impedire la degradazione neuronale dei malati di Alzheimer.


I pazienti di Alzheimer subiscono la rottura selettiva e precoce delle cosiddette cellule nervose colinergiche che, per funzionare, hano bisogno di uno specifico fattore di crescita nervoso (NGF), essenzialmente un gruppo di proteine ​​necessarie per la crescita e la sopravvivenza cellulare. Con il declino dei livelli di NGF, le cellule nervose colinergiche iniziano a degradarsi e le condizioni del paziente si deteriorano lentamente.


Nel tentativo di frenare la rottura delle cellule nervose colinergiche, i ricercatori del Centro Ricerca Alzheimer del Karolinska Institutet, i loro colleghi della Clinica Neurochirurgica dell'Ospedale della Karolinska University e l'azienda danese di biotecnologie NsGene, hanno introdotto il NGF direttamente nel cervello dei malati di Alzheimer.


Per fare questo, hanno usato capsule di cellule che producono NGF, mettendole nel prosencefalo basale (dove risiedono le cellule colinergiche) con la chirurgia stereotassica di precisione. Lì le capsule, che possono essere facilmente rimosse, rilasciano NGF alle cellule circostanti per evitare la degradazione.


Lo studio, appena pubblicato in Alzheimer's & Dementia, si basa sui dati provenienti da 6 pazienti di Alzheimer. Per valutare se il rilascio di NGF ha un qualsiasi effetto sulle cellule nervose colinergiche, i ricercatori hanno verificato la presenza di marcatori specifici del funzionamento delle cellule colinergiche. Questo sistema cellulare comunica attraverso l'acetilcolina, che a sua volta produce un enzima chiamato ChAT che si trova all'interno e all'esterno delle cellule. Il team ha quindi sviluppato per la prima volta un metodo che consente di misurare la ChAT nel fluido spinale cerebrale.


"I nostri risultati dimostrano che, quando i pazienti ricevono NGF, c'è un aumento significativo in ChAT nel liquor", spiega Taher Darreh-Shori, uno dei ricercatori coinvolti nello studio. "I pazienti che mostravano questo aumento sono anche quelli che hanno risposto meglio al trattamento. Le nostre scansioni PET hanno mostrato un aumento dell'attività delle cellule colinergiche e del metabolismo nel cervello". Inoltre, i ricercatori sono riusciti a rilevare un ritardo nel deterioramento della memoria nel tempo rispetto ai pazienti non trattati.


Anche se tutto questo suggerisce che la funzionalità colinergica migliora nei pazienti di Alzheimer che ricevono la terapia NGF, il team aggiunge l'avvertenza che dai risultati non si devono trarre conclusioni di vasta portata: "I risultati sono promettenti, ma devono essere trattati con cautela in quanto allo studio hanno partecipato solo pochi pazienti", dice il ricercatore principale, la professoressa Maria Eriksdotter. "Per cui questi risultati devono essere riconfermati da uno studio controllato più ampio, con più pazienti".

 

*******
Il metodo a capsula cellulare che produce NGF (bio-trasporto a cellula incapsulata) è stato sviluppato dalla NsGene. I primi autori della ricerca sono i dottorandi Azadeh Karami e Helga Eyjolfsdottir. Lo studio è stato finanziato da diverse fonti, tra cui la Fondazione Olle Engkvist Byggmästare, la Fondazione Åke Wiberg, la Åhlén Foundation, il Fondo Svedese per la demenza, gli Odd Fellows, la King Gustaf V and Queen Victoria Free Mason Foundation, il programma di ricerca strategico di neuroscienze del Karolinska Institutet (StratNeuro), il Consiglio svedese della ricerca, lo Swedish Brain Power e altri (elencati sul manoscritto).

 

 

 

 

 


Fonte: Karolinska Institutet (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Azadeh Karami, Helga Eyjolfsdottir, Swetha Vijayaraghavan, Göran Lind, Per Almqvist, Ahmadul Kadir, Bengt Linderoth, Niels Andreasen, Kaj Blennow, Anders Wall, Eric Westman, Daniel Ferreira, Maria Kristoffersen Wiberg, Lars-Olof Wahlund, Åke Seiger, Agneta Nordberg, Lars Wahlberg, Taher Darreh-Shori, Maria Eriksdotter. Changes in CSF cholinergic biomarkers in response to cell therapy with NGF in patients with Alzheimer's disease. Alzheimer's & Dementia, 2015; DOI: 10.1016/j.jalz.2014.11.008

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non dipende da, nè impegna l'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X. I siti terzi raggiungibili da eventuali links contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Il litio potrebbe spiegare, e trattare, l'Alzheimer?

19.08.2025 | Ricerche

Qual è la prima scintilla che innesca la marcia ruba-memoria del morbo di Alzheimer (MA)...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023 | Ricerche

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Farmaco per Alzheimer non cambia l'eliminazione dei rifiuti a breve termi…

24.11.2025 | Ricerche

Dopo il trattamento con il farmaco, le scansioni MRI non mostrano alcun cambiamento a breve termi...

Con l'età cala drasticamente la capacità del cervello di eliminare le pro…

31.07.2015 | Ricerche

Il fattore di rischio più grande per l'Alzheimer è l'avanzare degli anni. Dopo i 65, il rischio r...

Studio cinese: 'Metti spezie nel tuo cibo per tenere a bada l'Alzhei…

13.01.2022 | Ricerche

Proprio come 'una mela al giorno toglie il medico di torno', sono ben noti i benefici di...

I possibili collegamenti tra sonno e demenza evidenziati dagli studi

24.11.2017 | Ricerche

Caro Dottore: leggo che non dormire abbastanza può aumentare il rischio di Alzheimer. Ho avuto pr...

Immagini mai viste prima delle prime fasi dell'Alzheimer

14.03.2017 | Ricerche

I ricercatori dell'Università di Lund in Svezia, hanno utilizzato il sincrotrone MAX IV ...

Perché il diabete tipo 2 è un rischio importante per lo sviluppo dell'Alz…

24.03.2022 | Ricerche

Uno studio dell'Università di Osaka suggerisce un possibile meccanismo che collega il diabete all'Al...

Cosa rimane del sé dopo che la memoria se n'è andata?

7.04.2020 | Esperienze & Opinioni

Il morbo di Alzheimer (MA) è caratterizzato da una progressiva perdita di memoria. Nelle...

A 18 come a 80 anni, lo stile di vita è più importante dell'età per il ri…

22.07.2022 | Ricerche

Gli individui senza fattori di rischio per la demenza, come fumo, diabete o perdita dell...

Il nuovo collegamento tra Alzheimer e inquinamento dell'aria

13.05.2020 | Esperienze & Opinioni

Il mio primo giorno a Città del Messico è stato duro. Lo smog era così fitto che, mentre...

L'esercizio fisico dà benefici cognitivi ai pazienti di Alzheimer

29.06.2015 | Ricerche

Nel primo studio di questo tipo mai effettuato, dei ricercatori danesi hanno dimostrato che l'ese...

Ricercatori delineano un nuovo approccio per trattare le malattie degenerative

8.05.2024 | Ricerche

Le proteine sono i cavalli da soma della vita. Gli organismi li usano come elementi costitutivi, ...

Tre modi per smettere di preoccuparti

29.07.2020 | Esperienze & Opinioni

Sai di essere una persona apprensiva se ti identifichi con Flounder in La Sirenetta o co...

Il caregiving non fa male alla salute come si pensava, dice uno studio

11.04.2019 | Ricerche

Per decenni, gli studi nelle riviste di ricerca e la stampa popolare hanno riferito che ...

Come una collana di perle: la vera forma e funzionamento dell'assone dei …

30.12.2024 | Ricerche

Con un nuovo studio provocatorio, degli scienziati sfidano un principio fondamentale nel...

Dott. Perlmutter: Sì, l'Alzheimer può essere invertito!

6.12.2018 | Ricerche

Sono spesso citato affermare che non esiste un approccio farmaceutico che abbia un'effic...

Laser a infrarossi distrugge le placche di amiloide nell'Alzheimer

7.08.2020 | Ricerche

L'aggregazione di proteine ​​in strutture chiamate 'placche amiloidi' è una caratteristi...

Ricercatori del MIT recuperano con la luce i ricordi 'persi'

29.05.2015 | Ricerche

I ricordi che sono stati "persi" a causa di un'amnesia possono essere richiamati attivando le cel...

Lavati i denti, posticipa l'Alzheimer: legame diretto tra gengivite e mal…

4.06.2019 | Ricerche

Dei ricercatori hanno stabilito che la malattia gengivale (gengivite) ha un ruolo decisi...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)