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Nuovo modello di ricerca aiuterà a trovare cura per malattie degenerative

Valosin-containing proteinGli sforzi per il trattamento di patologie come il morbo di Lou Gehrig, la malattia di Paget, la miopatia ad inclusione del corpo e la demenza, riceveranno un notevole impulso da un nuovo modello di ricerca creato da scienziati della UC Irvine.

Il team, guidato dal pediatra Dott. Virginia Kimonis, ha messo a punto un topo geneticamente modificato che presenta molte delle caratteristiche cliniche di malattie umane in gran parte attivate da mutazioni nella proteina contenente valosin (Valosin containing-protein, VCP, a sinistra lo schema da Wikipedia).


Il modello di topo permetterà ai ricercatori di studiare come progrediscono in vivo questi disturbi degenerativi ora incurabili, e fornirà una piattaforma per gli studi traslazionali che potrebbero portare a trattamenti salvavita. "Attualmente, non esistono terapie efficaci per malattie associate a VCP e i relativi disordini neurodegenerativi", ha detto la Kimonis, professoressa di pediatria specializzata nel campo della genetica e del metabolismo. "Questo modello farà nascere significativamente nuovi approcci per la ricerca diretta alla creazione di nuove strategie di trattamento".


Lei e il suo team hanno riferito la loro scoperta il 28 settembre on-line su PLoS ONE, una rivista peer-reviewed, ad accesso libero. I ricercatori dell'UCI (di pediatria, neurologia, patologia e scienze radiologiche) ha specificatamente allevato per la prima volta un topo "knock-in" [=geneticamente riprogettato] in cui il gene VCP normale è stato sostituito con uno contenente la comune mutazione R155H presente negli esseri umani con malattie legate alle VCP. Successivamente, questi topi hanno mostrato la stessa patologia muscolare, cerebrale e del midollo spinale e le anomalie delle ossa di questi pazienti.


Le VCP sono parte di un sistema che mantiene la salute cellulare abbattendo e sgomberando le proteine vecchie e danneggiate che non sono più necessarie. Mutazioni nel gene VCP interrompono il processo di demolizione, e, di conseguenza, le proteine in eccesso e anormali possono accumularsi nei muscoli, nelle ossa e nelle cellule cerebrali. Queste proteine formano grumi che interferiscono con le normali funzioni delle cellule e possono portare a una serie di disturbi.


Un altro studio condotto da membri di questo gruppo - e pubblicato nel mese di agosto nella rivista Cell Death & Disease - ha usato questi topi geneticamente modificati per esaminare lo sviluppo del morbo di Lou Gehrig, o sclerosi laterale amiotrofica. I ricercatori, guidati dal dottor Hong Yin e dal Dr. John Weiss del Dipartimento di Neurologia dell'UCI, hanno documentato cambiamenti patologici lenti e vasti nel midollo spinale, molto simili ai cambiamenti osservati in altri modelli animali di SLA così come in pazienti umani. La ricerca sulla SLA è attualmente limitata da una scarsità di modelli animali in cui si possono studiare i processi della malattia.


I topi geneticamente modificati sono diventati modelli di ricerca importanti nel tentativo di curare le malattie umane. I topi allevati per esibire la patologia cerebrale di Alzheimer, per esempio, hanno notevolmente accelerato la corsa per progredire verso nuove cure - uno di questi modelli è stato sviluppato all'UCI. E molte terapie per il cancro sono stati create e testate utilizzando topi geneticamente modificati.


Hanno contribuito allo studio su PLOS ONE anche Angele Nalbandian, Katrina Llewellyn, Mallikarjun Badadani, Robert Edwards, Christopher Nguyen, Jogeshwar Mukherjee e il Dr. Tahseen Mozaffar dell'UCI, insieme a Masashi Kitazawa di dell'UC Merced, Negar Khanlou dell'UCLA e Giles Watts dell'Università britannica di East Anglia. Il finanziamento è stato concesso dal National Institutes of Health (AR 050236), dalla Muscular Dystrophy Association e dalla Fondazione Paget.

 

 

 

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Fonte: Materiale della University of California - Irvine.

Pubblicato in ScienceDaily il 2 Ottobre 2012 - Traduzione di Franco Pellizzari.

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