L'ho riconosciuta immediatamente nel parcheggio del supermercato, anche se non la vedevo da anni. Era un po' più giovane di mia madre, ma erano state buone amiche quando ero bambina. Mentre saliva in macchina, mi ha guardato e mi sono avvicinata. Facendomi riconoscere con il mio nome da nubile, l'ho salutata: "Sono Ruth Wright, la figlia più giovane di Olive". "Bene, ci sono. Pensavo di averti riconosciuto".
Quando l'ho presa per abbracciarla, sono stata avvolta da una sensazione di calore e da una forte fragranza di vecchiaia. So che tu sai cosa intendo. Abbiamo avuto tutti quell'esperienza, anche se non è un argomento frequente di conversazione.
Alcune persone lo descrivono come 'erboso o grasso'. Altri lo hanno definito 'una dolce puzza'. Nella serie animata 'Rugrats', Lil una volta descriveva la stanza di suo nonno come "con odore strano, come di formaggio". Lo avrai forse notato nelle strutture di assistenza a lungo termine, nelle case degli anziani, o anche quando sei seduta/o accanto a una persona anziana in chiesa. Forse lo hai associato al termine 'odore di vecchietti'.
La maggior parte delle persone suppone che sia proprio quello che succede quando si invecchia, o che questo odore distinto, ma non terribilmente offensivo, sia legato ad alloggi chiusi, mancanza di buone pratiche igieniche o perdita della capacità di pulirsi.
Nel 2001 è stato pubblicato sul Journal of Investigative Dermatology uno studio in cui i ricercatori hanno scoperto che l'odore è probabilmente dovuto a un composto chimico, il 2-nonenale. Come sottoprodotto naturale del processo di invecchiamento, il 2-nonenale viene prodotto quando gli acidi grassi prodotti dalle ghiandole sebacee reagiscono all'ossigeno presente nell'aria.
Dal momento che la sostanza non è idrosolubile, può esistere anche in ambienti estremamente puliti. Poiché è correlato al deterioramento delle difese antiossidanti della pelle, sia gli uomini che le donne sperimenteranno la produzione di nonenale a partire dai quarant'anni. La produzione di questa sostanza chimica aumenterà - fino a tre volte tanto - dalla mezza età alla vecchiaia.
I cambiamenti ormonali della menopausa possono esacerbare la sua produzione. La ricerca ha anche dimostrato che lo stress la peggiora. Il nonenale è assorbito facilmente nei vestiti e in altri tessuti come cuscini e tappezzeria, il che spiega perché la camera da letto di una persona anziana o tutta la casa può essere permeata dall'odore. Prospera nelle aree chiuse.
In un articolo di Melanie Haiken, giornalista di sanità, aggiornato in ottobre 2017, il medico gerontologo Eric Shapira diceva: "C'è un odore particolare che associamo all'invecchiamento, ma non c'è una causa specifica. È una combinazione di molte cose diverse che sono tutte associate a ciò che accade al corpo quando invecchiamo".
Ecco in sintesi i principali motivi per cui, secondo Haiken, gli anziani e le loro case odorano:
- ambienti chiusi (nessuno apre più le finestre);
- pulizia inadeguata della casa (polvere, muffa e peli si accumulano);
- limiti a fare il bucato (c'è molto lavoro nel lavare i vestiti ed è più facile indossare quelli sporchi);
- declino sensoriale (gli anziani possono non accorgersi dell'odore perché hanno l'olfatto ridotto fino al 75%);
- problemi dentali associati all'invecchiamento (secchezza delle fauci, protesi dentarie);
- disidratazione (tutto diventa più concentrato e gli odori filtrano attraverso i pori);
- avversione o paura di fare il bagno;
- uso di farmaci (sia orali che locali);
- e, infine, essere circondati da cose vecchie che emanano un odore di muffa.
Nemmeno gli esperti sono d'accordo sulla causa esatta, ma tutti concordano che sarebbe bello trovare un rimedio. La prossima settimana vedremo i modi per eliminare, o almeno diminuire, quell'odore.
Fonte: Ruth Z. W. Johnson in The Times News (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.
Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.
Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.
Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.