Iscriviti alla newsletter



Registrati alla newsletter (giornaliera o settimanale):
Ricevi aggiornamenti sulla malattia, gli eventi e le proposte dell'associazione. Il tuo indirizzo email è usato solo per gestire il servizio, non sarà mai ceduto ad altri.


Studio canadese rivela nuova strada promettente per trattare l'Alzheimer

Studio canadese rivela nuova strada promettente per trattare l'AlzheimerCon uno studio innovativo, i ricercatori del Centre for Addiction and Mental Health (CAMH) hanno scoperto dei cambiamenti cerebrali legati alla perdita di memoria nelle persone con Morbo di Alzheimer (MA).


La scoperta fornisce un nuovo punto focale per esplorare i modi per trattare o prevenire la demenza, che attualmente colpisce più di 45 milioni di persone al mondo.


Pubblicato ieri su JAMA Psychiatry, lo studio mostra che la capacità del cervello di adattarsi o di cambiare - chiamata plasticità cerebrale - è significativamente più bassa nelle persone con MA che nei coetanei sani. La ricerca si concentra sulla plasticità dei lobi frontali, la regione del cervello coinvolta nelle attività più elevate di pensiero, come la pianificazione e la memoria di lavoro.


La memoria di lavoro è usata per memorizzare e manipolare le informazioni per completare le attività per un breve periodo di tempo, ad esempio fare calcoli mentali. I risultati inoltre rivelano che le persone con plasticità ridotta nei lobi frontali hanno anche meno memoria di lavoro.


"Di interessante c'è che abbiamo dimostrato chiaramente il deterioramento della plasticità cerebrale nei lobi frontali delle persone con MA e abbiamo mostrato che la plasticità cerebrale compromessa è legata alla funzione compromessa dei lobi frontali, in particolare della memoria di lavoro", dice il dottor Tarek Rajji, autore senior dello studio e responsabile della Adult Neurodevelopment and Geriatric Psychiatry Division del CAMH. "Questo può indicare che le carenze nella plasticità del cervello sono alla base dei problemi di memoria".


I risultati sono promettenti perché "la plasticità cerebrale compromessa può essere un obiettivo futuro per il trattamento o la prevenzione della demenza, per la quali non esiste granché attualmente", spiega il dottor Sanjeev Kumar, primo autore dello studio e direttore medico dei servizi geriatrici di salute mentale del CAMH. Il dottor Kumar e il dottor Rajji sono entrambi scienziati clinici dell'Istituto Ricerca Mentale del CAMH.


Una plasticità sana nei lobi frontali è importante perché i ricercatori ritengono che questa regione del cervello supporti la 'riserva cognitiva' (la protezione) del cervello, che compensa il funzionamento più carente in altre aree cerebrali che può contribuire allo sviluppo della demenza. "Si è dimostrato che gli individui con una riserva più alta sviluppano la demenza più tardi nella vita rispetto a chi ha una riserva inferiore", dice il dottor Kumar.


Il team di ricerca ha usato un approccio innovativo, sviluppato dal Dr. Rajji e dai suoi colleghi in precedenti ricerche, per studiare la plasticità cerebrale nei lobi frontali. In questo metodo, i ricercatori usano l'elettroencefalografia del cuoio capelluto (EEG), che misura l'uscita elettrica generata direttamente dai lobi frontali in risposta alla stimolazione cerebrale a due punte, chiamata «stimolazione associativa accoppiata» (paired associative stimulation - PAS).


Il partecipante indossa una cuffia a 64 nodi che trasmette il segnale EEG e i ricercatori misurano il segnale EEG della persona prima e dopo la stimolazione. I cambiamenti in questo segnale sono un indicatore della plasticità cerebrale nei lobi frontali. Lo studio includeva 32 persone con MA e 16 individui sani, tutti dai 65 anni in su. "Sia negli individui sani che in quelli con MA, abbiamo rilevato una risposta di plasticità dai lobi frontali, un fatto positivo in quanto dimostra che i circuiti del cervello stanno ancora funzionando nelle persone con MA", afferma il dottor. Kumar. "Ma la plasticità era significativamente più bassa nelle persone con MA".


Prima della fase PAS dello studio, ogni partecipante si era sottoposto a un test di memoria per valutare la capacità di richiamare sequenze di lettere. Gli individui con la plasticità compromessa hanno avuto anche una scarsa capacità di richiamo.


Come passi successivi, i ricercatori stanno studiando gli approcci per migliorare la plasticità nei lobi frontali. Ciò include la ricerca sulla stimolazione cerebrale da sola o combinata con esercizi di allenamento al cervello.


Dice il Dr. Rajji: "Tra i nostri obiettivi c'è capire se nelle persone con MA possiamo recuperare la plasticità nei lobi frontali e se questo porta ad un miglioramento della memoria. E il miglioramento della plasticità tentato prima, nelle persone a rischio, può impedire la progressione verso la malattia?"

 

 

 


Fonte: Centre for Addiction and Mental Health (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

Riferimenti: Sanjeev Kumar, Reza Zomorrodi, Zaid Ghazala, Michelle S. Goodman, Daniel M. Blumberger, Amay Cheam, Corinne Fischer, Zafiris J. Daskalakis, Benoit H. Mulsant, Bruce G. Pollock, Tarek K. Rajji. Extent of Dorsolateral Prefrontal Cortex Plasticity and Its Association With Working Memory in Patients With Alzheimer Disease. JAMA Psychiatry. Published online October 25, 2017. doi: 10.1001/jamapsychiatry.2017.3292

Copyright: Tutti i diritti di eventuali testi o marchi citati nell'articolo sono riservati ai rispettivi proprietari.

Liberatoria: Questo articolo non propone terapie o diete; per qualsiasi modifica della propria cura o regime alimentare si consiglia di rivolgersi a un medico o dietologo. Il contenuto non rappresenta necessariamente l'opinione dell'Associazione Alzheimer onlus di Riese Pio X ma solo quella dell'autore citato come "Fonte". I siti terzi raggiungibili da eventuali colelgamenti contenuti nell'articolo e/o dagli annunci pubblicitari sono completamente estranei all'Associazione, il loro accesso e uso è a discrezione dell'utente. Liberatoria completa qui.

Nota: L'articolo potrebbe riferire risultati di ricerche mediche, psicologiche, scientifiche o sportive che riflettono lo stato delle conoscenze raggiunte fino alla data della loro pubblicazione.


 

Notizie da non perdere

Accumulo di proteine sulle gocce di grasso implicato nell'Alzheimer ad es…

21.02.2024

In uno studio durato 5 anni, Sarah Cohen PhD, biologa cellulare della UNC e Ian Windham della Rockef...

Sintomi visivi bizzarri potrebbero essere segni rivelatori dell'Alzheimer…

1.02.2024

Un team di ricercatori internazionali, guidato dall'Università della California di San F...

Demenze: forti differenze regionali nell’assistenza, al Nord test diagnostici …

30.01.2024

In Iss il Convegno finale del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze, presentate le prime linee g...

Svelata una teoria rivoluzionaria sull'origine dell'Alzheimer

28.12.2023

Nonostante colpisca milioni di persone in tutto il mondo, il morbo di Alzheimer (MA) man...

Diagnosi di Alzheimer: prenditi del tempo per elaborarla, poi vai avanti con m…

4.12.2023

Come posso accettare la diagnosi di Alzheimer?

Nathaniel Branden, compianto psicoterape...

Zen e mitocondri: il macchinario della morte rende più sana la vita

20.11.2023

Sebbene tutti noi aspiriamo a una vita lunga, ciò che è più ambito è un lungo periodo di...

Infezione cerebrale da funghi produce cambiamenti simili all'Alzheimer

26.10.2023

Ricerche precedenti hanno implicato i funghi in condizioni neurodegenerative croniche co...

Scoperta nuova causa di Alzheimer e di demenza vascolare

21.09.2023

Uno studio evidenzia la degenerazione delle microglia nel cervello causata dalla tossicità del ferro...

Malato di Alzheimer: la casa di cura la paga lo Stato?

25.05.2023

Chi si fa carico delle spese per un malato di Alzheimer ricoverato in una casa di riposo? Scopriamo ...

I ricordi potrebbero essere conservati nelle membrane dei tuoi neuroni

18.05.2023

Il cervello è responsabile del controllo della maggior parte delle attività del corpo; l...

Qualità della vita peggiora quando l'Alzheimer è complicato dal cancro

28.04.2023

Che considerazioni si possono fare per una persona con Alzheimer che riceve anche la diagnosi di can...

Gli interventi non farmacologici per l'Alzheimer sono sia efficaci che co…

19.04.2023

Un team guidato da ricercatori della Brown University ha usato una simulazione al computer per di...

Menopausa precoce e terapia ormonale ritardata alzano il rischio di Alzheimer

17.04.2023

Le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare il morbo di Alzheimer (MA), e ...

Flusso del fluido cerebrale può essere manipolato dalla stimolazione sensorial…

11.04.2023

Ricercatori della Boston University, negli Stati Uniti, riferiscono che il flusso di liq...

L'impatto del sonno su cognizione, memoria e demenza

2.03.2023

Riduci i disturbi del sonno per aiutare a prevenire il deterioramento del pensiero.

Orienteering: un modo per addestrare il cervello e contrastare il declino cogn…

27.01.2023

Lo sport dell'orienteering (orientamento), che attinge dall'atletica, dalle cap...

Effetti della carenza di colina sulla salute neurologica e dell'intero si…

23.01.2023

Assorbire colina a sufficienza dall'alimentazione è cruciale per proteggere il corpo e il cervello d...

Scoperta ulteriore 'barriera' anatomica che difende e monitora il ce…

11.01.2023

Dalla complessità delle reti neurali, alle funzioni e strutture biologiche di base, il c...

L'invecchiamento è guidato da geni sbilanciati

21.12.2022

Il meccanismo appena scoperto è presente in vari tipi di animali, compresi gli esseri umani.

Goccioline liquide dense come computer cellulari: nuova teoria sulla causa del…

22.09.2022

Un campo emergente è capire come gruppi di molecole si condensano insieme all'interno de...

Logo AARAssociazione Alzheimer OdV
Via Schiavonesca 13
31039 Riese Pio X° (TV)

We use cookies

Utilizziamo i cookie sul nostro sito Web. Alcuni di essi sono essenziali per il funzionamento del sito, mentre altri ci aiutano a migliorare questo sito e l'esperienza dell'utente (cookie di tracciamento). Puoi decidere tu stesso se consentire o meno i cookie. Ti preghiamo di notare che se li rifiuti, potresti non essere in grado di utilizzare tutte le funzionalità del sito.